«Niente di più futile, di più falso, di più vano, niente di più necessario del teatro». Così scriveva Louis Jouvet ed è in questa breve frase che è racchiuso tutto il significato della parola “Teatro”. Passeggiando per le strade di Napoli, nel cuore del centro storico, è impossibile non imbattersi, in via Conte di Ruvo, in uno dei palazzi più suggestivi: ed è lì che si trova il Teatro Bellini, uno dei più bei luoghi di cultura di Napoli. Abbiamo parlato con il Direttore del Teatro Bellini Gabriele Russo che ha descritto i temi della nuova stagione teatrale e i loro significati.
Tanti sono stati i nomi che, nel corso degli anni, hanno calcato quel palcoscenico, da Toni Servillo, Mario Martone, Emma Dante, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e molti altri… Ed anche quest’anno non sono mancate le sorprese. Ad aprire la stagione, lo spettacolo “Sanghenapule” con Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, ma continua con Drusilla Foer, Lino Guanciale, Filippo Dini… ne abbiamo parlato con il Direttore del Teatro Bellini Gabriele Russo che ha descritto i temi della nuova stagione teatrale e i loro significati.
L’intervista al Direttore del Teatro Bellini Gabriele Russo
‘’Ed entrammo a rivedere le stelle’’. Come e perché nasce l’idea della scelta come titolo della stagione, una delle frasi più iconiche di Dante Alighieri?
«Noi lavoriamo molto sulla comunicazione, per cercare di restituire una sensazione di ciò che accade all’interno. In questo caso è venuta fuori questa distorsione della frase di Dante che in realtà invita ad uscire. Dunque noi abbiamo ritenuto che in tale circostanza, riguardo il Teatro Bellini, l’invito a vedere le stelle fosse un invito ad entrare in un luogo chiuso, ove le stelle sono formate anche dal nostro immaginario, da ciò che appunto proponiamo in scena».

Nel corso di questa stagione ci saranno grandi ospiti e soprattutto grandi ritorni, come Toni Servillo in ‘’Tre modi per non morire’’ e ‘’Le cinque rose di Jennifer’’. A proposito di questo, come viene selezionato il repertorio teatrale per ogni stagione? Quali sono i criteri di selezione?
«La risposta è più articolata di ciò che uno possa immaginare, nel senso che c’è tutto un iter teatrale da seguire. Ci arrivano tantissime proposte, molte più di quelle che riusciamo a programmare. Nella nostra stagione quasi ogni anno vi è qualche riproposta, perché vi è ancora un pubblico ampio che può vedere quello spettacolo, perché la materia è ancora viva. I casi che lei ha riportato sono due casi che abbiamo ritenuto avessero il margine per fare altre repliche. Tuttavia, ce ne sono anche altri al Piccolo Bellini. Quest’anno ci sono tre repliche presso quest’ultimo che riteniamo siano paritetici alla stagione del Grande Bellini. Riprendiamo ‘’Muratori’’, con la regia di Peppe Miale e Massimo De Matteo. C’è spazio anche per il teatro performativo e di danza, con uno dei maggiori coreografi del mondo che è Emanuel Gat. Abbiamo ‘’One song’’ che è uno spettacolo di una regista belga che si chiama Miet Warlop, che rappresenta l’avanguardia europea del nuovo teatro che avanza. Noi internazionalizziamo anche il nostro repertorio più prossimo, per esempio all’apertura con Mimmo Borrelli e Roberto Saviano in ‘’Sanghenapule’’. Quindi vi è un lavoro sulla qualità in generale, con variazioni di generi per creare un equilibrio tra il teatro performativo, quello di parola e via discorrendo».
Una tra le novità di quest’anno sarà la riproposta di ‘’Ferdinando’’, questa volta con la regia di Arturo Cirillo e con un cast nuovo. Quali sono le differenze rispetto allo scorso ‘’Ferdinando’’ di tre stagioni fa?
«La regia è di Arturo Cirillo, questa è una nostra coproduzione con uno stabile delle Marche. Non so dire nello specifico in scena cosa cambierà, ma posso dire che si sta facendo innanzitutto un lavoro su Ruccello che ci interessava portare avanti come focus, ecco la ripresa de ‘’Le cinque rose di Jennifer’’. Come tale riproposto nelle versioni registiche, riteniamo opportuno lo diriga Arturo Cirillo, dato che ha avuto un grande passato con Ruccello. Ha lui stesso già rappresentato ‘’Le cinque rose di Jennifer’’, già fatto ‘’Ferdinando’’, per cui è un materiale che lui conosce perfettamente. Dunque era giusto riproporlo qui. Poi appunto i classici che possono in- terpretare sono sempre diversi, con registi differenti».
Sono stati riproposti anche gli spettacoli kids. Quali sono le novità che porteranno quest’anno e come stanno rispondendo i bambini?
«C’è una sezione a noi molto cara, ovvero fare in modo che i bambini e le famiglie venissero a teatro, al di là del teatro scuola. Dunque ci sono spettacoli, dodici appuntamenti di domenica mattina, calendarizzati durante l’anno in cui c’è una stagione di teatro per famiglie e per bambini, con fasce d’età che vengono indicate di volta in volta. Ciò che posso dire è che in questa frammentazione dello spazio, con grande fatica, in materia di allestimenti e preparazione domenicale, intendiamo abituare i bambini a frequentare e a contemplare la bellezza dei luoghi di cultura».