Quello universitario è sicuramente un percorso complesso, ricco di sfide e sacrifici e, talvolta, può diventare per lo studente che lo ha intrapreso un cammino talmente impervio da sembrare impossibile. La difficoltà nel portare a termine gli studi e le aspettative, talvolta troppo alte, delle famiglie e della società rappresentano per molti studenti una fonte di estrema frustrazione e senso di fallimento personale che non sempre vengono rappresentati all’esterno in richieste di aiuto e, troppo spesso, hanno determinato abbandoni o, addirittura, spinto alcuni universitari a compiere gesti estremi come porre fine alla propria vita. Tali funeste realtà impongono alle istituzioni accademiche interventi mirati senza comunque abbassare gli standard qualitativi dell’offerta formativa universitaria. Realizzare un bilanciamento tra questi interessi confliggenti può non essere semplice. Come si stanno muovendo le Università?
Abbiamo raccolto l’intervento del prof. Raffaele Picaro titolare, presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, degli insegnamenti di “Istituzioni di Diritto Privato”, di “Diritto di Famiglia” e di “Ciclo della Performance e modelli privatistici nella Pubblica Amministrazione”, nonché dal luglio 2022 Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza presso detto Ateneo, dopo essere stato per sei anni Coordinatore del Nucleo di Valutazione.
Quali sono le sue posizioni in merito a tale aspetto della realità accademica?
«A mio avviso, la difficoltà nel portare a termine gli studi è un problema che deve interessare non solo lo studente che si trova in tale situazione, ma anche e soprattutto l’Università. L’Università è chiamata a prendere atto di tali realtà e ad approntare nuove modalità didattiche che siano adeguate a risolvere tale problema. Il nostro obiettivo è quello di formare studenti, intesi come persone e non come numeri di matricole».
Quali sono dunque gli strumenti scelti per realizzare tali finalità?
«Sicuramente per gli studenti le basi di partenza per un’adeguata comprensione ed apprendimento delle varie discipline sono le modalità didattiche tradizionali: lezioni frontali e ricevimenti. Per questo è anzitutto importante stimolare gli studenti a partecipare. A tal fine, come dipartimento, lavoriamo per fornire agli studenti, in primis, strutture adeguate ed inclusive, sia per le lezioni che per le pause, in entrambe le nostre sedi (aulario e palazzo Melzi). Abbiamo, infatti, anche in cantiere un ammodernamento della struttura della sede di Palazzo Melzi, lo storico palazzo in Santa Maria Capua Vetere, affinché anch’esso raggiunga degli standard di agiatezza tali da permettere ai nostri studenti una frequentazione dell’università serena e non sacrificata.
Inoltre abbiamo deciso di affiancare alle modalità tradizionali ulteriori forme di supporto agli studenti. Da quest’anno è infatti attivo il tutorato. Quella del tutorato non è una soluzione inedita, ma abbiamo deciso di realizzarla attraverso un approccio diverso. Anzitutto abbiamo cambiato le modalità di reclutamento dei tutor, stabilendo la selezione tramite un bando pubblico. Inoltre abbiamo optato per una commissione mista, composta non solo da docenti, ma anche da studenti. Questo perché l’insuccesso dei soli ricevimenti tradizionali con i professori è talvolta determinato da forme di timori reverenziali che hanno gli studenti nei confronti dei soli docenti. In questo modo, invece, abbiamo cercato di creare una realtà più favorevole per gli studenti che gli ispiri fiducia.
Un’altra novità è il regolamento del tutorato, il cui obiettivo non è solo quello di preparare gli studenti all’esame, ma anche quello di individuare la causa delle criticità che gli hanno fino a quel momento impedito di proseguire gli studi con profitto. Infine, per dare una ratio a questo strumento anche nel momento ultimo della preparazione, ovvero l’esame, abbiamo creato appositi appelli per gli studenti che hanno usufruito del tutorato. Ad oggi, la massiccia partecipazione ai percorsi di tutorato fa ben sperare sul successo della misura. Ovviamente in Consiglio di Dipartimento valuteremo i risultati e, nel caso, apporteremo anche ulteriori modifiche, sempre nell’ottica di un continuo miglioramento delle politiche di supporto per gli studenti».
Quali le ulteriori soluzioni e le proposte per il futuro?
«Oltre agli aspetti squisitamente didattici, tengo a sottolineare quanto per noi sia importante offrire agli studenti anche stimoli a partecipare alla vita sociale e aggregativa dell’università. Abbiamo organizzato, e intendiamo replicare, la Giornata dell’Accoglienza, che ha riscosso grande successo proprio perché è stata pensata per presentare ai nuovi iscritti tutte le opportunità per vivere l’Università a 360°. Ritengo, inoltre, di estrema importanza per lo sviluppo personale lo sport e per questo, spesso su impulso degli stessi rappresentanti degli studenti, abbiamo organizzato tornei sportivi, che hanno visto la partecipazione degli studenti insieme ai professori e ai collaboratori. Per il futuro abbiamo in cantiere la creazione di sportelli di ascolto gratuiti per un supporto psicologico agli studenti, congeniati in modo da assicurarne la privacy. Insomma, a mio avviso l’Università deve essere un percorso formativo globale per i nostri giovani, che tuteli anche la loro salute fisica e mentale e in cui possano svolgere appieno la loro personalità».