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Tra moda e sport: a Napoli esplode il fenomeno del Padel

Pasquale Di Sauro 26/11/2021
Updated 2021/11/26 at 5:34 PM
6 Minuti per la lettura

Nel cuore del Vomero, si gioca a Padel. All’interno del Parco Montedonzelli, sorgono tre campi di ultima generazione dove ogni giorno tanti appassionati di questo sport si cimentano nella particolare disciplina diventata una vera e propria moda. Missione compiuta per Massimiliano Pennino, proprietario della struttura Padel Vomero, il quale racconta di come il fenomeno sia arrivato qui a Napoli – è nato infatti in Messico e già presente nelle altre città italiane da qualche anno – e quali sono gli sviluppi, immaginando anche gli scenari futuri di un business che nasconde non poche insidie ma che attrae molti imprenditori lungimiranti.

Max, campi da tennis e calcetto sostituiti con quelli da Padel, qual è il motivo della conversione?

«Rendono di più, per una questione pratica. È complicato organizzare dieci persone per una partita di calcetto, per il Padel ne bastano solo quattro. Il business è la semplicità di approccio a questo sport, elementare almeno per il principiante. Il campo è piccolo, i rimbalzi della pallina sulle pareti aiutano e rendono più veloce il gioco. Ho amici, ex tennisti di alto livello che ora giocano a Padel perché è più divertente, senza troppe interruzioni e fatica».

Qual è l’investimento iniziale, di che cifre parliamo?

«Ci sono molte variabili che giocano sulla spesa iniziale. C’è chi offre un campo per un costo totale di 18mila euro, ma è di vecchia generazione, non panoramico e quindi senza i vetri a vista. Si può arrivare anche ai 35mila utilizzando materiali differenti per il massetto ad esempio. Noi abbiamo costruito al centro del Vomero, su un solaio, siamo andati molto oltre queste cifre, ma anche gli unici certificati dal Genio Civile».

Padel e calcetto, costi e ricavi?

«La domanda per il calcetto, qui a Napoli, supera l’offerta, è sempre una buona idea. Il Padel prevede un investimento iniziale maggiore per la struttura: la gabbia di ferro e le pareti in vetro speciale. Il ritorno economico è simile per entrambi gli sport. Una partita di Padel si paga quaranta euro per novanta minuti e il costo è diviso quattro. Forse la manutenzione del calcetto è più impegnativa, nel lungo periodo si potrebbero affrontare più spese dovute al manto erboso»

Oggi il Padel è una moda, quale saranno i suoi numeri in futuro?

«Il suo hype, ora esponenziale, prima o poi si stabilizzerà, come successo in Sudamerica. In giro vediamo tanti campi anche grazie alla pandemia che ha rappresentato una spinta per la sua popolarità. Durante l’emergenza infatti erano vietati gli sport di contatto, le persone sperimentavano vie alternative. C’è da dire che qui a Napoli il business è appena iniziato, per i numeri si guardano quelli della Spagna – Paese culturalmente vicino al nostro – dove adesso il Padel è diventato il secondo sport nazionale. Il dato interessante è che oggi gli spagnoli possono trovare i campi per le strade con costi di accesso pari a cinque euro, il motivo è perché non è più considerato di tendenza, sono partiti venti anni prima di noi».

Padel al femminile, l’iniziativa di Eduardo Castronuovo

Al Padel Vomero, si organizzano tornei in un clima di festa e inclusione sociale. Grande merito va a Eduardo Castronuovo, ragazzo del quartiere attivo civicamente, con una profonda cultura dello sport e una piena consapevolezza di come questo sia un formidabile strumento di aggregazione.

Proprio il giovane racconta della sorpresa per la domanda di partecipazione alle competizioni: «Nelle mie prime due settimane da organizzatore di tornei Padel sono stato inondato di richieste di iscrizione, dopo una sola giornata non c’era più spazio per inserire altre persone».

I giochi sono infatti aperti a chiunque, divisi per livello di difficoltà: beginner, medium, elite. Eduardo continua raccontando la varietà della composizione dei partecipanti e delle squadre: «Non c’è limite di età, presenti sia ragazzi quindicenni, sia persone che toccano i sessanta. Nelle prime edizioni riuscivamo ad ospitare fino a diciotto coppie, ma considerato l’entusiasmo creatosi, abbiamo deciso di alzare l’asticella per dare spazio a tutti. Il 30 ottobre scorso è andato in scena un torneo elite con partecipanti molto forti che hanno dato spettacolo al pubblico presente».

Il divertimento è al centro del progetto, la competizione passa in secondo piano. Il torneo è “one day”, si arriva al mattino e termina per ora di pranzo, il tutto scandito da momenti colazione e apertivi. La spesa è accessibile, Eduardo spiega: «Con un costo totale di venti euro si garantiscono due partite, chi arriva in fondo può giocarne anche sette. Generalmente un game si gioca al meglio di tre set, i match del torneo sono più brevi per ridurre i tempi di attesa tra una gara e l’altra». Considerata la grande partecipazione, a sostenere l’iniziativa sono arrivati anche numerosi sponsor, ma la novità più interessante, è stata quella di organizzare un torneo interamente al femminile: «Volevamo dare un messaggio, trentasei signore, tutte a sfidarsi in un clima di festa. Oggi in giro si possono trovare tornei misti, solo donne non esistono. È stata un’esperienza bellissima alla quale vogliamo dare continuità».

Di Pasquale Di Sauro 

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