Il messaggio del Sovrintendente, Stèphane Lissner
Da poche settimane è avvenuto l’insediamento del nuovo Sovrintendente del Teatro di San Carlo, Stéphane Lissner, che ha sostituito Rosanna Purchia, a cui vanno i nostri saluti più affettuosi e la riconoscenza per la sua costante attenzione alle attività dell’Associazione Officina Volturno e del periodico Informare. Uno dei primi atti del Sovrintendente è stato l’incontro, anche se virtuale, con i circa trecento dipendenti del Teatro San Carlo a cui ha voluto rivolgere il proprio messaggio di speranza e solidarietà che riportiamo, di seguito, integralmente:
«Buon pomeriggio a tutti, purtroppo il protrarsi della pandemia ci obbliga oggi ad incontrarci su una piattaforma, che non è certo il nostro bellissimo teatro, ma mi dà la possibilità di salutare tutti voi e provare a delineare quale sarà il nostro prossimo futuro. I temi di questo mio saluto sono tre: la solidarietà, la sicurezza sul lavoro, i diritti dei lavoratori.
La solidarietà come risposta umana alle contraddizioni del tempo presente e di questa tragedia che attraversa il mondo intero. Con il vostro accordo, la prima azione solidale che vorrei realizzare, consiste nel dedicare la prima apertura al pubblico a tutti coloro che si sono adoperati con uno sforzo quotidiano straordinario e costante verso la riduzione della sofferenza umana in questo periodo di Coronavirus, quindi tutto il mondo del comparto ospedaliero: medici, infermieri, tecnici. Inoltre, durante l’estate cercheremo di portate la musica in tutti i luoghi della sofferenza, nei parchi degli ospedali, nelle sale comuni delle case circondariali e ove possibile nelle residenze per anziani.
Ritengo sia questa una missione dovuta della nostra Fondazione. Purtroppo, quando avverrà tutto questo non lo sappiamo, al momento stiamo semplicemente applicando le direttive governative alle quali non possiamo sottrarci.
Altro tema che mi sta particolarmente a cuore è il diritto ad ambienti di lavoro ed a processi produttivi che non rechino pregiudizio alla salute dei lavoratori e non ledano la loro integrità morale. Sarò particolarmente rigido! Saranno rigorosamente e puntualmente rispettati tutti i protocolli per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro, per la massima tutela dei lavoratori, degli artisti ospiti e del pubblico. È quindi mio desiderio che venga salvaguardata la propria personalità sul luogo di lavoro, senza essere violati in alcun modo nella propria coscienza o nella propria dignità.
Purtroppo questo virus ha generato a sua volta un virus altrettanto potente che è quello della Paura, sentimento primordiale giustificato dallo stress a cui siamo sottoposti continuamente dai media. È possibile che alcuni di voi nelle vostre famiglie abbiano purtroppo sperimentato in prima persona il dolore causato dalla pandemia, forse perfino la perdita di un proprio caro. È per tale motivo mia intenzione prevedere in teatro, oltre al rispetto dei protocolli del governo, anche un sostegno psicologico che possa essere di conforto e aiuto per tutti coloro che ne avranno bisogno.
Ultimo argomento importantissimo è la dignità dei lavoratori e il rispetto dei loro diritti.
A tale riguardo, va riconosciuto il ruolo fondamentale svolto dal sindacato. In questo momento così drammatico, tutti hanno collaborato intensamente al fianco della direzione per trovare soluzioni atte a garantire la massima remunerazione possibile con gli strumenti consentiti per i prossimi mesi di aprile e probabilmente maggio. Conosco bene i sacrifici che tutti avete sostenuto in questi anni per rimettere in sesto la situazione economica del teatro.
Questo lo terrò a mente perché la retribuzione è lo strumento più importante per realizzare la giustizia nei rapporti di lavoro. Il giusto salario è il frutto legittimo del lavoro e va ricompensato in misura tale da garantire ad ognuno la possibilità di disporre dignitosamente la propria vita materiale, sociale, culturale e spirituale.
Rinnovo i miei più affettuosi auguri a voi e ai vostri cari di buona e serena Pasqua.
E abbiate cura di voi!
Stéphane Lissner».
di Emmanuela Spedaliere e Angelo Morlando