Nell’ormai lontano 17 Novembre 1942, a New York, veniva al mondo quello che è a tutti gli effetti un simbolo del cinema mondiale. Martin Scorsese è stato così potente nella regia dei suoi film, da diventare un vero e proprio esempio di stile per molte opere che la gente ha considerato belle. Ma vi dico un segreto, sapete perché alla gente sono piaciuti film come “Joker“? Esatto, solo perché sembravano un film di Scorsese.
Un umanista del cinema
Definire Scorsese un umanista ad alcuni sembrerà un’accezione un po’ fuori calibro, eppure, il ragazzo che vi sta parlando e che ha formato buona parte del proprio palato cinematografico con questo regista è così che lo considera. Se ci pensate un attimo, tutti i film più importanti di Scorsese hanno al centro l’uomo. Inteso spesso come uomo medio, anzi, super medio che si trova dinanzi a dinamiche enormi. “Re per una notte“, “Taxi Driver“, “Toro scatenato” ed esempio più lampante di tutti “Fuori Orario“. Come reagisce l’umano abituato a vivere ai margini della strada se viene messo al centro del mondo? Questa la domanda che Martin Scorsese deve essersi posto in maniera ossessiva durante le riprese di buona parte dei suoi film.
Il culto
Questi uomini, Scorsese, li ha dipinti così bene, anzi, così forte, da riuscire a farli entrare di diritto nell’immaginario collettivo e nella cultura pop. Oggi i personaggi di Scorsese hanno una vera e propria valenza politica all’interno della nostra società.
“È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla televisione“. Diceva Woody Allen. Eppure sembra che oggi la gente si ispiri proprio al cinema, è li che ritrova i propri modelli. La destra più giovane, quella più affamata e arrivista, spamma e ricicla di continuo video e reel con Jordan Belfort di The Wolf of Wall Street. La sinistra più anarchica (da decenni ormai) si fa la cresta e gira con vecchi giubbotti militari come Travis Bickle.