Una delle più importanti testate “on-line” ha
deciso di passare al “cartaceo”
Jean-Baptiste Poquelin una volta ha detto:
“Non è solo per quello che facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche per quello che non facciamo”.
Io aggiungerei che dovremmo essere particolarmente responsabili soprattutto per ciò che non facciamo e noi di Informare, fortunatamente da oltre 20 anni, non ci siamo mai girati dall’altra parte. Possiamo e dobbiamo fare di più, questo è certo, visto che un giornale online tra i più conosciuti e seguiti, cioè The Post Internazionale (TPI) ha deciso che a breve passerà al cartaceo.
Cito una parte della mail inviata agli iscritti alla newsletter da Giulio Gambino, direttore di TPI:
“Il web è dove siamo nati e dove sempre rimarremo ancorati. Ma oggi internet, da solo, non è più sufficiente. Da qui la necessità di offrire a tutti voi qualcosa in più: una rivista di approfondimento settimanale chiamata The Post Internazionale (TPI) che sia in grado di decifrare il presente e interpretare il futuro. Se c’è qualcosa che questi due anni di pandemia ci hanno insegnato è la necessità di tornare a dare importanza alla lentezza, non solamente rincorrere la vita perseguendo un modello che alla fine ci ha reso più fragili. (…) utilizzeremo i fondi che abbiamo raccolto e messo da parte, grazie alle vostre donazioni, per finanziare la nostra nuova rivista settimanale. Senza attingere da finanziatori esterni.
E meno che mai da fondi pubblici.
La società editoriale è la stessa e appartiene ancora interamente a noi. Per questo possiamo dirci liberi, davvero. Questa nostra nuova impresa è il frutto di una sperimentazione senza precedenti: perché nasce dal basso e perché di fatto ci assicura di essere liberi ancor prima di partire”.
Direte voi: “Ma chi ve lo fa fare alle soglie del 2022 di uscire con una rivista in un mondo digitale?”. Potrebbe sembrare un’iniziativa contro i tempi. Ma non lo è.
Nel caos di questa epoca avvertiamo la necessità di alcuni punti di riferimento in grado di fare chiarezza e fornire a ciascuno gli strumenti per farsi un’idea. La propria. Sul nostro nuovo settimanale tenteremo di fare giornalismo nell’interesse pubblico.
Mai sottomessi al potere.
Sempre nel segno della libertà. Così come abbiamo fatto sul nostro sito per 10 anni. Nell’appiattimento editoriale di oggi vogliamo essere una voce alternativa per milioni di italiani che non hanno voce e rappresentanza”.
Ovviamente in maniera scherzosa, verrebbe voglia di citarlo per evidente copia e incolla dalla pagina web di Informare. Apprezziamo e siamo felicissimi che ci sia un’altra lodevole iniziativa editoriale che, con un pizzico di presunzione, si aggiunge alla nostra e si mette decisamente in coda con circa 20 anni di ritardo.
Dobbiamo gongolare?
Assolutamente no, sarebbe un disastro, pertanto il mio invito alla sempre più numerosa Redazione di Informare è di continuare sul giornalismo locale di approfondimento, perché è la vera notizia che ci permette di non essere scribacchini da poltrona.
di Antonio Casaccio
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°221 – SETTEMBRE 2021