A neanche un mese dall’uscita della seconda stagione, Emily in Paris viene riconfermata per una terza e quarta season. Netflix punta tutto sulla serie che genera controversie sui look dei suoi personaggi.
In fatto di moda già nel primo capitolo dell’americana a Parigi avevamo visto abbinamenti azzardati, pattern su pattern e colori accesi. Quello di Emily è uno stile che non passa inosservato e che fa strizzare l’occhio a chi mastica fashionable look. Senza contare che non rispecchia affatto quello parigino ma d’altronde come potrebbe, si parla di una ragazza di Chicago alle prese con una nuova città e ciò che ne consegue.
La scelta vestiaria appartiene a Patricia Field, la stessa costumista di Sex and the city e Il diavolo veste Prada. La stessa che ha consacrato queste opere ad altarino di significato che prescinde l’intrattenimento. Eppure, nel caso di Emily non si evince alcuna avanguardia o meraviglia stilistica. Tra la prevedibile storyline e una protagonista dall’armadio arlecchino, a salvarsi sono i due personaggi Sylvie e Camille.
Senza dubbio in un universo parallelo la storia avrebbe visto protagonista Camille e le sue avventure parigine con look chic invidiabili. Da brava parigina predilige l’uso del blazer come quello bianco e nero con bottoni dorati di Balmain o il doppio petto firmato Valentino. Sceglie accessori semplici ma d’impatto, usa le righe con discrezione e per le occasioni speciali opta per il nero. Coniuga con eccellenza lo spirito stilistico parigino e la contemporaneità della moda.
Sylvie è l’alter ego televisivo di Carine Roitffeld, ex modella e direttrice creativa di Vogue Paris. Nella serie è il capo di Emily e a differenza sua è una donna rigida. Di lei non colpisce solo la personalità ma anche l’affascinante power look ricco di tubini, spalle scoperte, abiti couture e spacchi. Indossa Yohji Yamamoto, Rick Owens, Valentino e predilige colori tipici della palette stilistica francese: nero, beige, verde oliva e blu.
Ogni personaggio si caratterizza per quello che indossa, sono gli abiti ad essere manifesto esteriore. Forse nelle prossime stagioni Emily potrà assorbire la radice chic della città che la ospita o forse no. Potrebbe rimanere la stessa in quanto a scelte di stile, chissà, finché non si saprà urge far scorta di croissant.