Il sessismo nasce dalla parola

Martina Amante 03/06/2023
Updated 2023/06/03 at 1:47 PM
6 Minuti per la lettura

Il sessismo ci viene consegnato, in maniera sottile ma potente, dentro all’insieme di credenze e stereotipi di cui la nostra cultura di riferimento ne è conservatrice. Il problema dello stereotipo è che è fuorviante e impreciso, ma più di tutto cristallizza il pensiero all’interno di un mondo che però viaggia veloce verso il futuro, si evolve e cambia la sua forma. Tra gli stereotipi di genere mainstream più diffusi c’è quello rilegato alla sfera caratteriale: gli uomini sono forti, non hanno bisogno di aiuto, sono aggressivi (anche sessualmente); le donne sono fragili, assertive e passive (anche sessualmente). 

Il sessismo ci fa credere che i generi siano incomunicabili, messi su due piani sbilanciati e che in questa teoria dell’incomunicabilità l’uomo – che si trova in una situazione di privilegio data da una società patriarcale – debba decidere della vita delle donne, mettendo su il famoso tetto di cristallo. A risentirne non è solo la donna, ma anche l’uomo soggetto a rispettare i canoni di comportamento di quella che è definita mascolinità tossica. Chi non si sente di rientrare in questa categoria viene escluso dal gruppo e dalle sue dinamiche. 

Le questioni di genere sono complicate perché non è ancora ben definito cosa sia il genere, dobbiamo cominciare ad acquisire un vocabolario specifico.

L’evoluzione del linguaggio è fondamentale

Il genere è un campo esemplare della nostra tendenza a dare per scontate e naturali le regole quotidiane. Ancora si commette l’errore di sovrapporre e confondere i concetti di sesso, genere, identità di genere e orientamento sessuale. Ci mancano le parole per descrivere i cambiamenti in corso, un utilizzo corretto dei vocaboli è fondamentale. Le discriminazioni linguistiche delle persone riunite sotto l’acronimo LGBTQI+ subiscono nella vita di ogni giorno delle ostilità. A volte sono prodotte dalla poca conoscenza o persino dalla preoccupazione di dover ragionare su cose “troppo complicate”, ovvero non binarie.

Un vocabolario minimo di genere è fondamentale perché avere le parole giuste significa avere gli strumenti minimi per identificare condizioni umane che sappiamo essere oggetto di sessismo, aggressioni, disprezzo e odio immotivati e inaccettabili.

L’identità è la risposta alla domanda “chi sono io?” nella consapevolezza che la risposta è la combinazione di “come mi sento io” e di “come mi vedono gli altri?“.

Alfabeto essenziale contro il sessismo

I modelli di genere sono quelle abitudini che ripetiamo, quando nasciamo ci vengono proposti modelli e ruoli, cose che devi saper fare per essere un bravo “maschietto” o una brava “femminuccia“, i mondi della nostra vita quotidiana sono organizzati sulla base di alcuni confini simbolici e materiali fondamentali. Le differenze di genere sono uno di questi. Il modello più generale, esteso e duraturo nel tempo, cui si conformano le principali istituzioni – e che informa la società – è l’ordine di genere.

La prima distinzione da fare è tra il sesso biologico e il sesso culturale. Il sesso biologico è l’insieme degli elementi anatomici e biologici che caratterizzano alla nascita una femmina o un maschio. Usare uomo – donna invece che maschio – femmina significa mostrare attenzione alla componente culturale e non biologica dell’individuo. Altra cosa sarà l’orientamento sessuale che mi indica la direzione del desiderio e risponde alla domanda “cosa mi piace”.

Il problema delle questioni di genere

Il problema di tutte le relazioni è il potere, una dimensione centrale nelle questioni di genere, punto cardine del sessismo. Il potere consiste in uno squilibrio in una relazione. Le regole sentimentali sono fatte di sentimenti ma anche da regole culturali. Per anni le relazioni sentimentali ed emotive sono passate per regole socialmente costruite, tutte le relazioni importanti passavano attraverso i riti, il mondo delle relazioni sentimentali sono codificate a lungo da passaggi e regole formali e informali.

Fin da bambini ci vengono insegnate regole di comportamento che rientrano in determinati schemi già prefissati. Da cose ritenute banali, si insinuano, dentro la nostra testa, concetti ed idee che faranno parte del nostro bagaglio culturale negli anni a venire. 

Per risolvere questo problema c’è bisogno di cooperazione e comunicazione da parte di tutti i generi. C’è bisogno di ridisegnare l’assetto culturale e sociale in cui viviamo partendo dal basso: il sistema scolastico e la letteratura della prima infanzia hanno formato uomini e donne di oggi. È necessario dunque rivedere il linguaggio e l’approccio che si ha in questa fase delicata della nostra età. È solo così che a poco a poco inizieremo a vedere delle crepe sopra quel famoso tetto di cristallo.

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