Il fantasma dell’opposizione

Redazione Informare 30/10/2018
Updated 2018/10/30 at 6:13 PM
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Analisi critica della situazione italiana

Io la chiamerei, se fossi certo di non sparare nel mucchio e fossi sicuro di non essere offensivo verso chi ancora crede nelle ideologie, sinistra tafazzista filoleghista autolesionista. Eh sì, io credo che inconsciamente, certamente non volendo, c’è una certa sinistra che dal 5 marzo ad ora, è riuscita con poche mosse, tutte tragicomicamente azzeccate, a far lievitare il consenso della Lega di Matteo Salvini come non era mai successo ad una forza politica nella storia recente repubblicana. L’unico precedente che si può accostare in qualche modo a quel che sta accadendo oggi alla sinistra fu la débâcle totale nelle urne della gioiosa macchina da guerra del buon Achille Occhetto. Ve lo ricordate?
Il punto debole di Occhetto non fu certo il tallone come per l’omerico eroe, ma l’intelligenza politica. Sottovalutò la strategia, non capì l’arguzia, il potere delle televisioni e i soldi che poteva spendere per una campagna elettorale garibaldina l’allora Sua Emittenza il Cavaliere Silvio Berlusconi. Poi c’è la incredibile propensione degli italiani a parteggiare per chi è (o meglio, sembra) più debole e a fidarsi persino del ciuccio che vola in politica. Non s’era mai visto in nessun Paese al mondo che in meno di un lustro una forza politica territoriale, ancora impregnata da un pizzico di localismo, secessionismo padano e indipendentismo all’acqua di rosa, si trasformi in un movimento sovranista/edonista nazionale che cattura la simpatia (i sondaggi non sono le elezioni, lo so) di più di un terzo degli italiani. Com’è stato possibile? È bravura di Matteo Salvini che da bossiano di rito ortodosso s’è affrancato ed ha usato la sua intelligenza al servizio di un piano per posizionare la Lega in un’area che potrà diventare un pascolo enorme da brucare quando Silvio Berlusconi non ci sarà più (politicamente, s’intende)? È la competenza del suo dream team di social manager marketing propagandistico che al paragone il ministero della Cultura popolare era una squadra di sciamannati? O c’è stato forse il combinato disposto di tutto questo e dell’aiutino involontario di una sinistra livorosa che, invece di capire perchè sempre di meno la votano, cerca di rimestare nell’odio di classe che non c’è più in Italia (ci sono più sfigati che mediolocati borghesucci piccoli piccoli nel Belpaese) per recuperare consensi che ad ogni elezione scemano?

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Le ragioni della diaspora della sinistra non sono ovviamente legate solo alle miserie contingenti che quotidianamente raccontiamo. Ci sono ovviamente serie ragioni legate ai nuovi processi di produzione, le nuove ricchezze, la diffusione del benessere e delle povertà, un nuovo ceto medio, altri lavoratori, altro sistema di welfare, l’abbandono delle ideologie e mille altre motivazioni tutte valide ma anche tutte da validare da una seria riflessione che certamente sarà cura degli storici fare. Noi proviamo a spiegare che cos’è questa sinistra tafazzista filoleghista autolesionista che rischia di fare male anche a milioni di italiani che non è che non sanno più a chi votare (le urne le disertano), non sanno proprio a quale santo votarsi per vedere cambiare un Paese ingessato, fermo, corrotto (parlo di valori, non di codice penale) anche economicamente. Gli ultimi capolavori politici recenti della sinistra. Dopo la sconfitta del referendum istituzionale del 6 dicembre del 2016 che decretò l’inizio della parabola discendente del giovane di belle sperenze Matteo Renzi, la strada è stata tutta in salita. Fino ai nostri giorni. Alzi la mano chi di voi ha capito che cos’è Leu. Mi spieghi qualcuno perchè è nato Possibile. Dica chi lo sa che cos’è MDP, Federazione della Sinistra, Sinistra e Libertà, Articolo 1, Articolo 21. E come è possibile che una sinistra già maldridotta possa essersi ridotta in una ridotta dove ci sono più partiti che litigano di elettori che votano? È tafazzismo. Indistinto masochismo di una sinistra che ha smarrito la strada. Perdono le elezioni. Ci sta. Il bello della democrazia è che si può partecipare e si può perdere. Il Pd ha perso ogni elezione possibile negli ultimi due anni. Hanno mai discusso del perchè queste elezioni le hanno perse? Il mantra è “Renzi se ne deve andare”. Oppure: “basta dire che Renzi se ne deve andare”. E va bene, se ne vada Renzi e se ne vadano tutti i leopoldini. Ma poi? Chi sarà il leader? Quello che vince le primarie? Bene, Renzi le ha vinte tutte le ultime primarie. Dunque perchè se ne deve andare se democraticamente vince le primarie e il gruppo dirigente del partito è nelle sue mani? C’è da fare opposizione al Governo GialloVerde? Bene. Sulla questione migranti che cosa si dice nel Pd? Che Salvini è uno sporco razzista. Anzi, un fascista. Bene, mettiamo che sia così. Anzi, diamolo per scontato! Ma poi perchè quelli che l’accusano di essere fascista per vantare una loro migliore gestione del fenomeno migranti al ministero dell’Interno sostengono che quando c’era Marco Minniti al Viminale entravano ancor meno migranti clandestini in Italia e soprattutto ne venivano rispediti a casa di più? Perchè se il M5S fa il reddito di cittadinanza per aiutare i poveri, c’è chi dice nel Pd che è una mancia elettorale per pagare il voto al sud a chi non ha voglia di lavorare e soprattutto farà imbrogli per percepirlo? Per suscitare maggiori simpatie al Sud? E si potrebbe andare avanti all’infinito nell’indagare le astruse prese di posizione del Pd per criticare chi oggi è al Governo, senza mai proporre nulla di diverso rispetto al passato e soprattutto nulla di nuovo rispetto a quello che stanno facendo oggi i nuovi padroni del vapore. Persino sul caso di Mimmo Lucano la gestione della vicenda è stata imbarazzante. Salvini ha taciuto tutto il tempo. Ha fatto scannare tra di loro il gruppo dirigente Pd e mezza sinistra, per poi dire “spero che Lucano venga assolto, ma non ne facciamo un martire”. Nel frattempo a sinistra si diceva e si scriveva di ogni. Persino che a fare arrestare Mimmo Lucano sarebbe stato il ministro fascista Matteo Salvini.
E mentre mezza classe dirigente del Pd accusava Salvini di aver fatto arrestare Mimmo Lucano, un prefetto della repubblica italiana, già candidato sindaco a Napoli per il Pd, Mario Morcone, a capo del dipartimento immigrazione del Viminale ai tempi del ministro Minniti, spiegava in una intervista che le ispezioni a Riace (modello di integrazione e tolleranza) furono richieste alla prefettura di Reggio
Calabria dal ministro Pd. Che le violazioni amministrative sono state contestate a Mimmo Lucano da Minniti. E che
Minniti, davanti a relazioni ispettive che parlavano di violazioni di leggi, disse ai suoi funzionari di mettere a parte di tutto anche la Procura. Che poi è partita da quelle relazioni per arrestare (in maniera esagerata) Mimmo Lucano. Si potrebbe andare avanti, ma serve a poco. La verità è che fin quando a sinistra non si fa chiarezza sul perchè e per come hanno perso le elezioni recenti e passate, faranno ingrassare sempre più il leader leghista. Che certamente cannibalizza l’elettorato dei suoi alleati di destra, ma molto consenso lo toglie anche a sinistra. Quella sinistra che vuole, anzi vorrebbe sentire parole nette, precise su sicurezza, legalità, corruzione, precarietà nel mondo del lavoro, aspettative previdenziali e mille altre cose sulle quali chi è al Governo assume decisioni, chi è all’opposizione tace o peggio litiga o peggio ancora se la prende con Di Maio. Perchè per la sinistra italiana la fonte di tutti i guai presenti e futuri di questo Paese è Di Maio. Non s’era mai visto né sentito.

di Paolo Chiariello

Tratto da Informare n° 187 Novembre 2018

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