Se prima il Festival di Sanremo era visto come un evento antiquato e solo per un pubblico maturo, ora è atteso quasi quanto la Fashion Week. Da martedì 7 a sabato 11 febbraio in prima serata, gran parte degli italiani sarà saldata sul divano di casa per apprezzare la kermesse dedicata alla canzone italiana. Ciò che intriga di più pare non essere solo la scoperta dei brani in gara, ma le scelte stilistiche dei concorrenti.
Insomma, se esiste il Fantasanremo per i cantanti, c’è anche il Fantasanremo a tema moda. Starà anche agli stilyst riuscire a far trasparire con la forza degli abiti il messaggio della musica e l’espressione del suo interprete. E allora via alle ipotesi, all’individuazione dei brand che vestono gli artisti. Con il toto-stilista della settantatreesima edizione si ufficializza a tutti gli effetti il dialogo tra la moda ed il festival.
Un rapporto antecedente
La realtà è che la moda ha sempre avuto un ruolo fondamentale durante il Festival della canzone italiana. Semplicemente l’hype dei tempi odierni è maggiore grazie alla presenza dei social. È da ben prima che facessero la loro comparsa che al Festival si faceva parlare di sé per l’abbigliamento. Lo si deve ad artiste come Patty Pravo, Loredana Bertè ed Anna Oxa che negli anni ’80 hanno lasciato il segno esibendosi con abiti firmati Gucci, Versace o Romeo Gigli.
Sconvolgere l’Italia benpensante è stato semplice per loro, come in riferimento all’esibizione del 1986 della Bertè. Anticonvenzionale ed irriverente, cantò esibendosi in un minidress di pelle nera firmato Gianni Versace. L’abito dava volutamente l’idea che la cantante fosse incinta, per manifestare in favore dell’aborto. Per quegli anni il finto pancione è stato ovvio motivo di discussione.
Nel 1991 invece Sabrina Salerno e Jo Squillo si presentarono con bikini lamè e minidress rosa. Il target dell’epoca non era ancora pronto all’under bobs della Salerno né tantomeno alle calze a rete di Jo Squillo. A fine anni novanta poi, nel 1999, Anna Oxa sale sul palco con un paio di pantaloni a vita bassa da cui si vede sbucare un tanga nero. Un momento iconico ottenuto solo con la sensualità assoluta dell’era Gucci by Tom Ford.
I tempi di mezzo di Sanremo
Tra i tempi appena citati e quelli attuali c’è stata una pausa dal Festival. Cronologicamente il periodo d’interesse coinvolge gli anni ’90 e gli anni ’10 del duemila. Si tratta di un momento storico in cui i brand si stavano trasformando, passando da piccole realtà a conduzione familiare a parti di conglomerati finanziari. È l’arrivo di uomini d’affari come Arnault e Pinault, intenti ad acquistare maison ed arricchire le proprie finanze.
La visione internazionale dei brand non poteva essere messa in discussione da eventi circoscritti come quello ricorrente nella città dei fiori. Per cui in questi anni non si presentano look memorabili né tantomeno l’attenzione dei brand ricade sul vestire i concorrenti del Festival.
Con la pandemia la situazione è cambiata. Dopotutto il Festival di Sanremo è stato uno dei pochissimi eventi a non rinunciare alla messa in onda, nonostante le accortezze sulle misure di sicurezza anti Covid. In mancanza di eventi ultra patinati, le case di moda hanno riconsiderato l’Ariston e il pubblico ha ammirato artisti straordinari in look altrettanto memorabili.
Moda e Festival dei tempi recenti
Tra i più audaci delle ultime edizioni del festival c’è sicuramente lui: Achille Lauro.
È a Sanremo 2020 che lo stile espressivo di Achille Lauro sboccia. In questa edizione si conferma il sodalizio con Alessandro Michele, al tempo direttore creativo di Gucci. Ne seguono una serie di look ispirati a personaggi storici reinterpretati impeccabilmente da Lauro.
S’ispira a San Francesco, libero dalla possessione materialistica che attanaglia l’uomo, scende le scale dell’Ariston a piedi nudi. Poi indossa le vesti teatrali della Marchesa Luisa Casati Stampa, in seguito porta il copricapo in piume per David Bowie col suo iconico make-up. Chiude il Festival con un omaggio alla regina Elisabetta I Tudor per cui ha il volto incorniciato da perle.
I più rivoluzionari degli ultimi anni sono stati i Maneskin con i loro outfit genderless. Hanno abbattuto gli stereotipi di genere e sono diventati precursori della moda senza sesso. A seguirli anche Blanco e Mahmood, rappresentanti del gender fluid in Valentino e Fendi. Proprio Mahmood per l’ultima serata della scorsa edizione ha scelto camicia bianca, gonna nera e una cravatta di pelle. Già nel 2021 si era esibito con la gonna ma da ospite e non da concorrente.
L’attesa per l’edizione 2023 è ai massimi livelli e siamo certi non mancheranno colpi di stile tra concorrenti, presentatori e ospiti. Lo spettacolo musicale ad oggi non avrebbe modo d’esistere senza la componente fashion a supportarla. Si può puntare sul papabile vincitore, il papabile stylist ed i papabili brand per provare a far centro su tutte le possibili variabili. È partita la curiosità degli spettatori italiani, si vuole scoprire chi sarà a vestire chi. Noi qualche idea ce l’abbiamo già e voi?