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Dalla legge Cirinnà ad oggi: i numeri delle unioni civili

Filomena Cesaro 20/09/2022
Updated 2022/09/19 at 9:44 PM
4 Minuti per la lettura

L’approvazione della legge Cirinnà il 5 Giugno del 2016 ha reso legale le unioni tra persone dello stesso sesso. Questo ha avuto un impatto importante da un punto di vista sociale e dopo una iniziale sovraesposizione mediatica, ora le unioni civili sono protagoniste di una narrazione più “normale”.

Il boom delle unioni civili dopo l’approvazione della legge Cirinnà

Dati ISTAT indicano che nel secondo semestre del 2016, immediatamente dopo l’approvazione della legge Cirinnà, c’è stato un vero e proprio boom delle unioni civili. Da giugno a dicembre 2016 ne sono state costituite 2.336.

Numeri importanti anche nel 2017, con circa 4.376 unioni ad indicare quanto fosse attesa dalle coppie omosessuali l’introduzione di questa legge. Negli anni che vanno dal 2018 al 2020 si è visto un assestamento dei numeri che sono leggermente diminuiti, anche in concomitanza con una diminuzione dei matrimoni in Italia (sia civili che religiosi).

I numeri delle unioni civili nelle Regioni italiane

Sempre dai dati ISTAT notiamo che il maggior numero di unioni civili si sono svolte nelle regioni del nord-ovest, con in testa la Lombardia, seguite dalle regioni del centro. Fanalini di coda le regioni del sud.

unioni civili regioni italiane

Questo dato apre una riflessione sia da un punto di vista culturale che sociologico. Non è luogo comune dire che le regioni del sud sono ancora “chiuse” dietro ad un’idea di matrimonio convenzionale e eterosessuale.

È sicuramente più difficile vivere apertamente la propria omosessualità al sud. Inoltre, al sud non esistono sempre le condizioni economiche per “mettere su famiglia”.

Chi si “unisce” di più?

Altro dato interessante è che ad unirsi civilmente sono in prevalenza coppie di uomini. Questo aspetto sottolinea come per gli uomini sia più “semplice” avere una stabilità economica.

La legge Cirinnà inoltre ha dato la possibilità anche a coppie longeve di potersi finalmente “unire”, questo, insieme alle difficoltà oggettive che affrontano oggi i giovani, mantiene alta l’età media delle coppie. Solo negli ultimi anni c’è stato un ringiovanimento, malgrado una diminuzione delle unioni.

La Legge Cirinnà era necessaria ma mancano le condizioni economiche e sociali per “unirsi civilmente”

I dati ISTAT portano a delle conclusioni. La Legge Cirinnà, malgrado ritenuta incompleta, era sicuramente necessaria in Italia, che privava le coppie non eterosessuali di un diritto sacrosanto da un punto di vista civile e legale.

Ciò nonostante da tali dati si evince che mancano delle condizioni economiche e sociali per “unirsi civilmente”. L’età media così alta ci porta a riflettere sul fatto che l’Italia non è un paese per giovani che vogliono “mettere su famiglia”.

Ad unirsi civilmente sono di più gli uomini perché le donne ancora oggi hanno difficoltà nel trovare un lavoro stabile e giustamente retribuito.

A tutto questo va unita la difficoltà della società italiana, in particolare in alcune zone e in alcuni strati sociali, ad accettare tale diritto e l’omosessualità in generale.

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