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“Codice del terzo settore” e la ricerca di sinergie utili tra pubblico e privato

Domenico Mallardo 05/02/2022
Updated 2022/02/05 at 4:52 PM
4 Minuti per la lettura

Il processo dell’amministrazione condivisa tra pubbliche amministrazioni e soggetti diversi da alcuni anni ha intrapreso una nuova direzione. Questa nuova stagione rafforzata non da ultimo dal legislatore con l’introduzione dell’art. 55 del “Codice del Terzo Settore”, oltre che dalla pronuncia della Corte Costituzionale con sentenza n. 131 del 26 Giugno 2020, la quale ha chiarito come questo processo non si può definire più una generica collaborazione dei rapporti tra pubblico e privato, ma li riconfigura in una logica di collaborazione alla pari nella promozione di politiche pubbliche.

Indice
Grazie all’impegno perseguito negli ultimi anni da una molteplicità di attori proveniente dalla società civile e dal mondo del  Terzo Settore, quest’ultimi hanno saputo accreditarsi un ruolo di tutto rispetto per collaborazione  e competenze nel rapporto con le amministrazioni pubbliche, un ruolo importante in quel perimetro decisorio  nello sviluppo di politiche locali che fino a qualche tempo fa li vedeva ai margini delle trattative, relegandoli ad una mera consultazione, dove le decisioni erano esclusivamente in capo alle amministrazioni pubbliche.Una inversione di tendenza che ha generato nuovi modelli di collaborazione nel campo del welfare locale, riqualificazione dei beni comuni ma soprattutto nei servizi alla persona.Con l’avvento della pandemia da Covid-19 che ha fatto emergere tre grandi emergenze, da quella sanitaria, economica ma soprattutto sociale, molti Sindaci si sono ritrovati a dover gestire questa emergenza senza risorse umane ed economiche, richiedendo l’intervento di questi attori che per conoscenza e competenza sul territorio hanno contribuito nella gestione delle tante criticità che i Comuni e i loro Sindaci si sono trovati ad affrontare.I risultati di questa esperienza pandemica ancora in atto, ha dimostrato come una proficua sinergia tra attori in campo può finalmente attestare stabilmente quella collaborazione alla pari e non concorrenziale tra le parti in causa con l’unico intento di raggiungere quegli obiettivi nelle politiche del territorio e alla persona troppo spesso annunciate e mai perseguite.Troppo spesso però assistiamo che interi territori del sud Italia per una molteplicità di concause sia culturali che strutturali, fanno accumulare ritardi nell’attivazione di processi partecipativi, questo comporta inesorabilmente da un lato quella sfiducia nel rapporto tra cittadini ed istituzioni, dall’altra l’accumulo di ritardi rispetto ad altri territori del nostro paese dove l’attivazione di queste politiche producono beni e servizi, generano ricchezza nel tessuto produttivo ed economico.Quali possibili soluzioni?Sicuramente il ruolo della politica e degli amministratori pubblici, gioca un ruolo fondamentale nell’avviare processi di co-programmazione e co-progettazione nel raggiungimento di obiettivi di interesse generale, come anche il ruolo dei cittadini e del Terzo Settore sono chiamati a quel protagonismo di sollecitazione nei confronti delle istituzioni proprio nello spirito di condivisione e collaborazione ispirato dai valori della Carta Costituzionale.Altro elemento non da trascurare che può fare la differenza può arrivare sicuramente dall’insieme di energie e competenze che animano questi processi, dove esperienze e buone pratiche hanno reso modelli replicabili del nostro sistema paese.
Grazie all’impegno perseguito negli ultimi anni da una molteplicità di attori proveniente dalla società civile e dal mondo del  Terzo Settore, quest’ultimi hanno saputo accreditarsi un ruolo di tutto rispetto per collaborazione  e competenze nel rapporto con le amministrazioni pubbliche, un ruolo importante in quel perimetro decisorio  nello sviluppo di politiche locali che fino a qualche tempo fa li vedeva ai margini delle trattative, relegandoli ad una mera consultazione, dove le decisioni erano esclusivamente in capo alle amministrazioni pubbliche.
Una inversione di tendenza che ha generato nuovi modelli di collaborazione nel campo del welfare locale, riqualificazione dei beni comuni ma soprattutto nei servizi alla persona.
Con l’avvento della pandemia da Covid-19 che ha fatto emergere tre grandi emergenze, da quella sanitaria, economica ma soprattutto sociale, molti Sindaci si sono ritrovati a dover gestire questa emergenza senza risorse umane ed economiche, richiedendo l’intervento di questi attori che per conoscenza e competenza sul territorio hanno contribuito nella gestione delle tante criticità che i Comuni e i loro Sindaci si sono trovati ad affrontare.
I risultati di questa esperienza pandemica ancora in atto, ha dimostrato come una proficua sinergia tra attori in campo può finalmente attestare stabilmente quella collaborazione alla pari e non concorrenziale tra le parti in causa con l’unico intento di raggiungere quegli obiettivi nelle politiche del territorio e alla persona troppo spesso annunciate e mai perseguite.
Troppo spesso però assistiamo che interi territori del sud Italia per una molteplicità di concause sia culturali che strutturali, fanno accumulare ritardi nell’attivazione di processi partecipativi, questo comporta inesorabilmente da un lato quella sfiducia nel rapporto tra cittadini ed istituzioni, dall’altra l’accumulo di ritardi rispetto ad altri territori del nostro paese dove l’attivazione di queste politiche producono beni e servizi, generano ricchezza nel tessuto produttivo ed economico.
Quali possibili soluzioni?
Sicuramente il ruolo della politica e degli amministratori pubblici, gioca un ruolo fondamentale nell’avviare processi di co-programmazione e co-progettazione nel raggiungimento di obiettivi di interesse generale, come anche il ruolo dei cittadini e del Terzo Settore sono chiamati a quel protagonismo di sollecitazione nei confronti delle istituzioni proprio nello spirito di condivisione e collaborazione ispirato dai valori della Carta Costituzionale.
Altro elemento non da trascurare che può fare la differenza può arrivare sicuramente dall’insieme di energie e competenze che animano questi processi, dove esperienze e buone pratiche hanno reso modelli replicabili del nostro sistema paese.

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