Avvelenamento cani, è allarme in tre regioni italiane: Calabria, Sicilia e Abruzzo.
Bocconi con veleno imbottiti di pesticidi, topicidi e stricnina o farciti di chiodi ed altri oggetti appuntiti, queste le cause di quella che viene definita una vera e propria strage di vittime innocenti, i nostri amici a quattro zampe.
Dall’inizio del 2023 ad oggi, pare siano quasi 6.000 i cani avvelenati, più della metà formato da randagi.
Visti i dati terrificanti, in particolare modo in Calabria dove si registra il numero più alto di avvelenamento di casi, l’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) lancia l’allarme.
Il monito dell’Aidaa
Attraverso la raccolta di dati sia di segnalazioni dirette che di vari articoli fonti online, l’Aidaa ha stimato un numero di casi pari ad oltre 200 in soli 31 giorni!
«Come sempre in quasi tutti i casi i responsabili sono rimasti impuniti e molto probabilmente non saranno mai individuati. In particolare, a uccidere i cani sarebbero stati i bocconi imbottiti di veleno e di topicida che sono stati sparsi per le campagne in particolare nelle province di Reggio, Cosenza […]
Il problema dell’avvelenamento dei cani e dei gatti è un fenomeno nazionale e diffuso ovunque, abbiamo diffuso i dati di Sicilia e Calabria in quanto sono i primi disponibili in maniera completa nei prossimi giorni diffonderemo i dati nazionali, la questione è grave, l’avvelenamento spesso è usato come mezzo di uccisione di massa dei randagi».
E la nostra regione purtroppo come spesso accade, detiene un vero e proprio primato (negativo) a riguardo e rispetto allo scorso alto, il peggioramento è stato esponenziale.
Le soluzioni? Quelle proposte dall’Associazione sono due: una necessaria campagna di sterilizzazione e la la necessità di un inasprimento delle pene.