“Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito”, disse Giuseppe Verdi. Se sul fatto che il caffè sia un toccasana per lo spirito pochi hanno ancora dubbi, il fatto che la bevanda più diffusa nel mondo faccia bene alla nostra circolazione sanguigna è novità portata da un recente studio pubblicato su Nutrients.
La rivista realizzata dall’Università di Bologna e dall’IRCSS di Bologna ha riportato l’indagine che ha analizzato l’associazione tra il consumo di caffè e i valori della pressione sanguigna. Si tratta del primo studio ad osservare gli effetti positivi del consumo di caffè rispetto al rischio cardiovascolare. “I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve“, spiega Arrigo Cicero, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio.
Pressione più bassa nei consumatori di caffè
Lo studio ha preso in considerazione un campione di 720 uomini e 783 donne e ha confermato – per la prima volta – che “la pressione arteriosa periferica è risultata decisamente più bassa nei soggetti che consumano da una a tre tazze di caffè al giorno rispetto ai non consumatori di caffè”. Gli stessi effetti sono confermati anche rispetto alla pressione aortica centrale, quella vicino al cuore.
A lungo si è temuto che potesse avere conseguenze negative per la salute, ma pian piano la scienza ha individuato diversi effetti benefici. È stato osservato, per esempio, tra i regolari consumatori di caffè un minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete e alcune malattie neurodegenerative del fegato. Non è chiaro, però, quale sia il componente che porti a tali benefici e non sembra che essi possano essere legati alla caffeina, dato che gli stessi benefici si registrano anche tra i consumatori di caffè decaffeinato. La caffeina, anzi, contribuisce ad aumentare la pressione sanguigna, ma evidentemente altri componenti bioattivi controbilanciano questo effetto, con un risultato finale positivo.
“Na tazzulella ‘e cafè” insomma, non più solo per curare l’anima o le relazioni, ma per restare in salute, per tenere a bada la pressione.