World Press Photo 2022: i vincitori di quest’anno

Marotta 09/04/2022
Updated 2022/04/09 at 10:00 AM
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Sono stati annunciati ieri i vincitori di quest’anno del World Press Photo: il più grande e prestigioso concorso di fotogiornalismo mondiale.

Per l’edizione 2022 numerose regole del contest sono cambiate. Le categorie premiate sono passate da due a quattro, mentre i premi globali sono stati assegnati dopo una preselezione di giurie regionali. Le regioni comprese in questo nuovo modello di gara sono l’Africa, l’Asia, l’Europa, l’America Centrale e del Nord, il Sud America, il Sudest asiatico e l’Oceania. Questa nuova modalità ha permesso maggiore spazio a popoli che poco spesso avevano avuto la possibilità di raccontare e raccontarsi all’interno del World Press Photo, fornendo una varietà di prospettive da tutti gli angoli del mondo.

I vincitori

Per la categoria World Press Photo of The Year, ovvero come migliore foto singola, a vincere è la foto intitolata Kamloops Residential Schooldella fotografa canadese Amber Bracken.

La foto riprende una fila di abiti appesi a croci di legno, in ricordo dei bambini indigeni morti alla Kamloops Indian Residential School. Questa era solo una delle tante scuole create dai coloni, dall’800 fino alla chiusura dell’ultima nel 1996, nel tentativo di un’integrazione forzata delle comunità indigene nella cultura occidentale. In queste scuole gli studenti, dopo la separazione dalle famiglie, subivano abusi di ogni tipo che spesso li portavano alla morte. Una Commissione per la Verità e la Riconciliazione ha stabilito che furono più di 4100 i bambini morti all’interno di questo tipo di istituzioni.

«Questa immagine riassume una storia globale di oppressione coloniale che deve essere affrontata per affrontare le sfide del futuro» commenta la giuria.

A vincere la categoria del World Press Photo Story of The Year, per la migliore storia, è il fotografo australiano Matthew Abbott.

Il suo progetto Saving Forests with Firedocumenta la pratica indigena del cool burning, attraveso la quale le popolazioni australiane riescono a prevenire disastri naturali attraverso piccoli incendi controllati. La pratica della combustione a freddo permette di bruciare solo il sottobosco, rimuovendo gli accumuli di residui vegetali che alimentano le fiamme più grandi ed impedendo il verificarsi di incendi più grandi e distruttivi nei mesi più caldi e secchi.

«Questa giuria ha assegnato a questo progetto il World Press Photo Story of the Year perché è orientato alla soluzione e presenta conoscenze che dovrebbero essere condivise in tutto il mondo per affrontare le conseguenze della crisi climatica globale».

Ad aggiudicarsi il premio per World Press Photo Long-Term Project, per il miglior progetto di lunga durata, è Lalo de Almeida con il suo lavoro Amazonian Dystopia.

Il progetto vuole ritrarre la realtà politica, sociale e ambientale del Brasile sotto la presidenza di Bolsonaro, sottolineando i rischi a cui è esposta la foresta pluviale amazzonica. Questo ambiente è infatti sotto costante minaccia a causa della deforestazione e dell’estrazione mineraria, dello sviluppo infrastrutturale e dello sfruttamento delle risorse naturali.

«Questo progetto- afferma la giuria- dimostra in modo potente gli effetti dell’abuso della terra da parte dell’umanità e collega queste realtà a una narrativa comprensibile a livello globale sulla crisi climatica».

A vincere nell’ultima categoria, il World Press Photo Open Format, è la sudamericana Isadora Romero con il progetto video Blood is a seed.

Attraverso la storia personale della migrazione del padre e delle sue conoscenze ormai perdute sulla coltivazione della patate, Isadora Romero ci racconta una storia di portata globale. L’indagine sulle sue radici ed i suoi antenati ci presenta in maniera inedita il tema della violenta e strategica cancellazione della conoscenza culturale che continua ad avere conseguenze profondamente radicate sulle nuove generazioni, sulla società in generale e sulla Terra. 

«La colonizzazione è un mostro che devasta tutto- scandisce la voce che accompagna lo scorrere delle immagini- ti convince che la tua cultura è pericolosa, che le tue conoscenze non sono valide, che i tuoi costumi sono disdicevoli.»

«Questo progetto- commenta la giuria- collega la perdita personale delle conoscenze ancestrali e del patrimonio culturale alla cancellazione strategica di antichi saperi e modi di vivere, in un suggestivo commento sulle conseguenze della perdita globale di agrobiodiversità».

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