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“When the Rain Stops Falling”: il testo di Andrew Bovell al Teatro Bellini

Mina Grasso 06/04/2022
Updated 2022/04/06 at 11:31 AM
5 Minuti per la lettura

“When the Rain Stops Falling”: il testo di Andrew Bovell al Teatro Bellini

Una telefonata tra padre e figlio che non si incontrano da 20 anni. I dubbi di un padre, Gabriel York che si domanda: Cosa penserà di me, del mio vestito e delle mie scarpe? Se non ho fatto l’orlo ai pantaloni, o della mia casa? So cosa vuole quello che tutti i giovani uomini vogliono dai loro padri. Vuole sapere chi è. Da dove viene. Dove sia il suo posto. E per quanto ci provi, non so cosa gli dirò.

When the Rain Stops Falling dell’australiano Andrew Bovell in scena al Teatro Bellini dal 5 aprile, è la storia di due famiglie, Law e York, e di quattro generazioni di padri e figli, madri e mogli. Una storia che si svolge come un ciclo continuo nella stessa stanza, tra coppie di persone, uomo e donna che parlano tra loro, in quattro epoche diverse.

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E’ il 1959, ora 1968, poi il 1988 e infine, il 2039. Ecco che arriva la telefonata ma poi, il nastro delle storie si riavvolge nel tempo. Le famiglie si incontrano intorno a un tavolo: Gabriel, Elizabeth, Henry, madre, figlio, padre, moglie, marito. Tutti intorno allo stesso tavolo, in una cucina dove si prepara una zuppa di pesce cui tutti attingono.

Sopra ogni cosa la pioggia torrenziale, e simbologie bibliche, come un pesce improvvisamente caduto dal cielo, poi il riferimento all’illuminista Denis Didetot e al tema delle passioni; in cielo le stelle con Saturno, pianeta vagabondo e Dio che divora il suo figlio; e ancora, lettere e cartoline scambiate a sottolineare l’importanza delle parole. La lettera di un figlio che scrive dal Coorong a sua madre: voglio dirti che sono felice.

E frasi ricorrenti, nella scrittura di Andrew Bovell che incorniciano la storia e fanno da collante tra le epoche: Lascia che i morti si prendano cura dei morti. Oppure riguardo alla tavola e alla zuppa di pesce: Dicono che faccia bene. Bene al cervello. Che bisognerebbe mangiarne tre volte alla settimana.

Ci sono matrimoni finiti, c’è la solitudine, ci sono figli lontani dai padri, e ci si interroga sulla difficoltà dei rapporti tra genitori e figli, di comportamenti, di errori, di verità non dette. La storia scorre in avanti e indietro nel tempo, con un ritmo incalzante che non disorienta, ma accompagna. E allo stesso tempo ci si interroga sul tempo che passa. E ancora Bovell che come in una tela tiene uniti i pezzi attraverso la scrittura: comunque, c’è gente che annega in Bangladesh, per cui non dovremmo lamentarci.

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When the Rain Stops Falling è un testo vincitore del Premio Ubu 2019 come Miglior nuovo testo straniero, Premio ANCT per la Miglior regia, Premio Ubu per i Migliori costumi e Premio Le Maschere a Camilla Semino Favro come Migliore attrice emergente, lo spettacolo è diretto da Lisa Ferlazzo Natoli. Nove attori ispirati e sinergici sulla scena, perfettamente infilati nel ciclo delle storie, tutti strepitosamente bravi.

I Know it’s over canzone e poesia dal testo introspettivo degli Smiths chiude lo spettacolo, rimanda alla figura della madre, alle storie interrotte, fa riferimento al desiderio della morte – see the sea wants to take me the knife wants to slit me. Do you think you can help me – mentre un padre e un figlio che si sono lasciati quando il bambino aveva 7 anni si rincontrano. Un figlio che: vuole sapere dove sia il suo posto. E un padre che: per quanto ci provi, non sa cosa gli dirà.

La pioggia si ferma.

I padri non lasciano i figli e le madri non annegano in mare.

 

ph. Mina Grasso

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