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Vita e morte di Mino Raiola: uno dei più controversi agenti della storia

Gennaro Alvino 01/05/2022
Updated 2022/05/01 at 4:19 PM
10 Minuti per la lettura
Come frecce che, scagliate, imperversano nel cielo e nel cuore e squarciano la luce dei riflettori fino al lasciarsi al buio: ha finalmente trovato un epilogo la controversa vicenda legata alla vita di Mino Raiola. D’altronde, non poteva che andarsene così: controversa, un po’ come tutta la sua vita e la sua persona.

Ribattono ancora come pallonate all’aria, i tanti rumors che nella giornata di giovedì hanno terribilmente scosso il mondo del calcio: è morto Mino Raiola. Non molto si sapeva dei problemi di salute che l’hanno tenuto lontano dai tanti riflettori ai quali ci aveva abituati e che, soprattutto, già da gennaio preoccupavano in seguito ad un misterioso ricovero al San Raffaele di Milano.

Indice
Come frecce che, scagliate, imperversano nel cielo e nel cuore e squarciano la luce dei riflettori fino al lasciarsi al buio: ha finalmente trovato un epilogo la controversa vicenda legata alla vita di Mino Raiola. D’altronde, non poteva che andarsene così: controversa, un po’ come tutta la sua vita e la sua persona.Null’altro era trapelato: visite di controllo, programmate e nessuno ci ha poi più pensato. giovedì mattina arriva però la doccia fredda poiché tutti i principali media riportano la notizia che Mino Raiola è morto proprio in quel San Raffaele che mesi prima aveva visto l’inizio del suo calvario.Nel pomeriggio arriva però l’incredibile smentita, come sole che affetta squarci di nuvole e si abbatte sulla terra: Mino Raiola è ancora vivo! Si susseguono messaggi che si scavalcano, repentini, come onde nel mare. Il 54enne, originario di Nocera, è ancora vivo ma è ricoverato e riversa in gravissime condizioni al San Raffaele di Milano.Subito sono arrivate le scuse dai principali tabloid che ne avevano prematuramente annunciato la morte senza accertarsi delle vere condizioni del procuratore. «Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo» ha commentato Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele.A tranquillizzare l’ambiente ci ha pensato lo stesso agente che, infuriato per le fake news girate sul suo conto, ha scritto scritto su Twitter un post in perfetto “stile Raiola”.
«Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato perché è la seconda volta in 4 mesi che mi uccidono. Sembro anche in grado di resuscitare».
La notizia del decesso dell’agenteTroppo gravi erano tuttavia le condizioni di Mino Raiola che nella giornata di ieri, 30 aprile 2022, si è spento all’Ospedale San Raffaele di Milano. La notizia che nessuno avrebbe voluto sentire arriva nel primo pomeriggio, molti l’hanno ascoltata in diretta durante la telecronaca di Napoli-Sassuolo. C’è silenzio e dolore nel mondo del calcio.A darne la notizia sono stati i parenti attraverso un comunicato all’interno del quale sottolineano la grande voglia di vivere dell’agente che ha provato fino all’ultimo istante a combattere contro la malattia. «Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino-si legge via social sugli account di Raiola-il più straordinario procuratore di sempre. Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto».Ancora silenzio avvolge oggi la vita e la morte di Mino Raiola; un silenzio strano intorno ad una persona che negli anni ci ha abituato a fragorosi fuochi d’artificio che hanno, nel corso della sua carriera, animato e rivoluzionato il mondo del calcio. Oggi l’ultimo silenzio intorno a Mino, sarà solo la sua famiglia a parlare per lui per spiegare, magari un giorno, i dettagli privati sulla vita e sulla morte di uno dei più controversi agenti della storia del calcio.La vita di uno dei più controversi agenti della storia del calcio Presto però il giovane campano inizia a ricoprire il ruolo di contabile all’interno del ristorante diventando, parallelamente, responsabile del settore giovanile dell’Haarlem dopo una brevissima carriera da calciatore primavera all’interno della squadra. All’età di soli 20 anni diventa direttore sportivo dell’Haarlem e fonda una propria società di intermediazione, la Intermezzo, con la quale inizia a costruire la propria carriera lavorando a colpi come Bryan Roy dall’Ajax al Foggia.Negli anni successivi erige un vero e proprio impero facendo da tramite per il trasferimento in Italia di calciatori come Pavel Nedved, successivamente premiato con il massimo riconoscimento individuale del Pallone d’Oro. Acquista molta risonanza mediatica grazie al suo ruolo all’interno del trasferimento di Zlatan Ibrahimovic dall’Inter al Barcellona.Successivamente il suo parco giocatori si allarga a dismisura iniziando a fare gli interessi di importanti calciatori come Mario Balotelli, Henrik Mkhitaryan, Paul Pogba, Giangluigi Donnarumma, Matthijs de Ligt ed Erling Haaland.Una carriera che oggi lo riconosce nell’Olimpo dei procuratori mondiali, capace di trattare e mediare, riuscendo a trovare sempre per i suoi assistiti soluzioni molto vantaggiose economicamente. Un personaggio dal valore assoluto tant’è che la rivista Forbes nel 2020 lo ha indicato al quarto posto tra i principali procuratori mondiali con un fatturato di 84.7 milioni di dollari.La rivoluzione di Mino Raiola​La figura manageriale di Mino Raiola ha sicuramente rivoluzionato il ruolo dell’agente e, di conseguenza, il ruolo del calciatore. Se oggi i calciatori non ricoprono più solo il ruolo di tesserati di un club ma fungono da vere e proprie aziende, un po’ lo dobbiamo anche alla carriera di Mino.Abbandonate camicie e cravatte, appartenenti al vecchio regime, Mino Raiola entra nel mondo dello sport in bermuda e maglie comode. È a suo agio non ha paura di sembrare «un ciccione con i modi da mafioso» come lo definirà Sir Alex Ferguson. È lui a muovere le principali pedine del calcio mondiale, la principale causa dei famosi “mal di pancia” di grandi calciatori e c’è sempre lui dietro la firma di tutti i più importanti contratti calcistici.Gli screzi con Insigne e l’abbandono del 24 del NapoliRicordiamo il difficile temperamento del procuratore dopo gli screzi avuti con il capitano del Napoli, Lorenzo Insigne, che nel 2020 gli valse la rottura del rapporto con il calciatore. Tra le principali cause di questa scelta c’è sicuramente la causa intentata al giocatore da parte dei suoi precedenti agenti, della Doa Menagement, che accusarono il giocatore di aver anticipatamente interrotto il loro rapporto lavorativo. Ancor più importante fu il malumore del giocatore che, dopo una stagione non esaltante con Ancelotti, chiese all’agente di trovargli una nuova sistemazione in qualche top club europeo. Mino Raiola non riuscì a piazzare in alcun modo il talento di Frattamaggiore, data soprattutto la volontà del patron De Laurentiis di non cederlo, e così i rapporti fra i due si sono inevitabilmente incrinati tanto da procedere con il divorzio.C’è chi dine “No”: la storia di Mino Raiola con Marek HamsikDa anni il procuratore italo-olandese giganteggia nel mercato calcistico spostando i suoi assistiti a proprio piacimento, spingendoli a rifiutare ricchi rinnovi alla ricerca di contratti milionari. È questa la triste storia che divide un calciatore dal proprio club di appartenenza.È questa la triste storia di Gianluigi Donnarumma: esule della sua storia, alla ricerca di fortuna lontano da casa. C’è però chi dice “no” al grande procuratore. È questa la storia di Marek Hamsik che anni fa ha interrotto il suo rapporto con Mino Raiola per restare in maglia azzurra e vestire la fascia da capitano.Entrato nella scuderia di Raiola nel 2012, col sogno di ricalcare le orme dell’idolo Pavel Nedved, Marek Hamsik vede negli anni arrivare offerte faraoniche da parte di top club come Manchester United e Juventus che puntualmente però rispedisce al mittente. Una scelta che ruppe, in maniera insanabile, il rapporto con il procuratore ma che elesse il calciatore a vera e propria bandiera e leggenda del Napoli.
Null’altro era trapelato: visite di controllo, programmate e nessuno ci ha poi più pensato. giovedì mattina arriva però la doccia fredda poiché tutti i principali media riportano la notizia che Mino Raiola è morto proprio in quel San Raffaele che mesi prima aveva visto l’inizio del suo calvario.
Nel pomeriggio arriva però l’incredibile smentita, come sole che affetta squarci di nuvole e si abbatte sulla terra: Mino Raiola è ancora vivo! Si susseguono messaggi che si scavalcano, repentini, come onde nel mare. Il 54enne, originario di Nocera, è ancora vivo ma è ricoverato e riversa in gravissime condizioni al San Raffaele di Milano.
Subito sono arrivate le scuse dai principali tabloid che ne avevano prematuramente annunciato la morte senza accertarsi delle vere condizioni del procuratore. «Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo» ha commentato Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele.
A tranquillizzare l’ambiente ci ha pensato lo stesso agente che, infuriato per le fake news girate sul suo conto, ha scritto scritto su Twitter un post in perfetto “stile Raiola”.
«Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato perché è la seconda volta in 4 mesi che mi uccidono. Sembro anche in grado di resuscitare».

La notizia del decesso dell’agente

Troppo gravi erano tuttavia le condizioni di Mino Raiola che nella giornata di ieri, 30 aprile 2022, si è spento all’Ospedale San Raffaele di Milano. La notizia che nessuno avrebbe voluto sentire arriva nel primo pomeriggio, molti l’hanno ascoltata in diretta durante la telecronaca di Napoli-Sassuolo. C’è silenzio e dolore nel mondo del calcio.
A darne la notizia sono stati i parenti attraverso un comunicato all’interno del quale sottolineano la grande voglia di vivere dell’agente che ha provato fino all’ultimo istante a combattere contro la malattia. «Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino-si legge via social sugli account di Raiola-il più straordinario procuratore di sempre. Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto».
Ancora silenzio avvolge oggi la vita e la morte di Mino Raiola; un silenzio strano intorno ad una persona che negli anni ci ha abituato a fragorosi fuochi d’artificio che hanno, nel corso della sua carriera, animato e rivoluzionato il mondo del calcio. Oggi l’ultimo silenzio intorno a Mino, sarà solo la sua famiglia a parlare per lui per spiegare, magari un giorno, i dettagli privati sulla vita e sulla morte di uno dei più controversi agenti della storia del calcio.

La vita di uno dei più controversi agenti della storia del calcio 

Mino Raiola, all’anagrafe Carmine Raiola, nasce a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno nel 1967. Tuttavia in giovane età si trasferisce con la famiglia ad Haarlem, nei Paesi Bassi, dove il papà avvia un’attività di ristorazione all’interno del quale il giovane Mino è impiegato come cameriere.

Presto però il giovane campano inizia a ricoprire il ruolo di contabile all’interno del ristorante diventando, parallelamente, responsabile del settore giovanile dell’Haarlem dopo una brevissima carriera da calciatore primavera all’interno della squadra. All’età di soli 20 anni diventa direttore sportivo dell’Haarlem e fonda una propria società di intermediazione, la Intermezzo, con la quale inizia a costruire la propria carriera lavorando a colpi come Bryan Roy dall’Ajax al Foggia.
Negli anni successivi erige un vero e proprio impero facendo da tramite per il trasferimento in Italia di calciatori come Pavel Nedved, successivamente premiato con il massimo riconoscimento individuale del Pallone d’Oro. Acquista molta risonanza mediatica grazie al suo ruolo all’interno del trasferimento di Zlatan Ibrahimovic dall’Inter al Barcellona.
Successivamente il suo parco giocatori si allarga a dismisura iniziando a fare gli interessi di importanti calciatori come Mario Balotelli, Henrik Mkhitaryan, Paul Pogba, Giangluigi Donnarumma, Matthijs de Ligt ed Erling Haaland.
Una carriera che oggi lo riconosce nell’Olimpo dei procuratori mondiali, capace di trattare e mediare, riuscendo a trovare sempre per i suoi assistiti soluzioni molto vantaggiose economicamente. Un personaggio dal valore assoluto tant’è che la rivista Forbes nel 2020 lo ha indicato al quarto posto tra i principali procuratori mondiali con un fatturato di 84.7 milioni di dollari.

La rivoluzione di Mino Raiola​

La figura manageriale di Mino Raiola ha sicuramente rivoluzionato il ruolo dell’agente e, di conseguenza, il ruolo del calciatore. Se oggi i calciatori non ricoprono più solo il ruolo di tesserati di un club ma fungono da vere e proprie aziende, un po’ lo dobbiamo anche alla carriera di Mino.
Abbandonate camicie e cravatte, appartenenti al vecchio regime, Mino Raiola entra nel mondo dello sport in bermuda e maglie comode. È a suo agio non ha paura di sembrare «un ciccione con i modi da mafioso» come lo definirà Sir Alex Ferguson. È lui a muovere le principali pedine del calcio mondiale, la principale causa dei famosi “mal di pancia” di grandi calciatori e c’è sempre lui dietro la firma di tutti i più importanti contratti calcistici.

Gli screzi con Insigne e l’abbandono del 24 del Napoli

Ricordiamo il difficile temperamento del procuratore dopo gli screzi avuti con il capitano del Napoli, Lorenzo Insigne, che nel 2020 gli valse la rottura del rapporto con il calciatore. Tra le principali cause di questa scelta c’è sicuramente la causa intentata al giocatore da parte dei suoi precedenti agenti, della Doa Menagement, che accusarono il giocatore di aver anticipatamente interrotto il loro rapporto lavorativo. Ancor più importante fu il malumore del giocatore che, dopo una stagione non esaltante con Ancelotti, chiese all’agente di trovargli una nuova sistemazione in qualche top club europeo. Mino Raiola non riuscì a piazzare in alcun modo il talento di Frattamaggiore, data soprattutto la volontà del patron De Laurentiis di non cederlo, e così i rapporti fra i due si sono inevitabilmente incrinati tanto da procedere con il divorzio.

C’è chi dine “No”: la storia di Mino Raiola con Marek Hamsik

Da anni il procuratore italo-olandese giganteggia nel mercato calcistico spostando i suoi assistiti a proprio piacimento, spingendoli a rifiutare ricchi rinnovi alla ricerca di contratti milionari. È questa la triste storia che divide un calciatore dal proprio club di appartenenza.
È questa la triste storia di Gianluigi Donnarumma: esule della sua storia, alla ricerca di fortuna lontano da casa. C’è però chi dice “no” al grande procuratore. È questa la storia di Marek Hamsik che anni fa ha interrotto il suo rapporto con Mino Raiola per restare in maglia azzurra e vestire la fascia da capitano.
Entrato nella scuderia di Raiola nel 2012, col sogno di ricalcare le orme dell’idolo Pavel Nedved, Marek Hamsik vede negli anni arrivare offerte faraoniche da parte di top club come Manchester United e Juventus che puntualmente però rispedisce al mittente. Una scelta che ruppe, in maniera insanabile, il rapporto con il procuratore ma che elesse il calciatore a vera e propria bandiera e leggenda del Napoli.

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