Risale a pochi giorni fa la notizia di un blitz della polizia di Israele nella moschea di Al Aqsa, che viola la regola della tregua nei luoghi di culto. In un periodo di festa per tutti e tre i monoteismi, questa azione appare particolarmente simbolica. Anche perché, in questo periodo, i fedeli musulmani sono impegnati nel Ramadan, festa che prevede il digiuno diurno e, inevitabilmente, maggiore vulnerabilità.
Tregua nei luoghi di culto: un principio del diritto internazionale
Il diritto internazionale moderno ha poco più di cent’anni. Ancora più giovane è una delle sue branche, il diritto internazionale umanitario, che regola la conduzione delle ostilità e protegge le vittime dei conflitti
armati. Tutto questo è relativamente recente, nasce con le convenzioni di Ginevra del 1949, per poi articolarsi grazie a una serie di Protocolli e normative successive. Oltre alla protezione dei cittadini, il diritto internazionale umanitario protegge anche i luoghi. In particolare quelli legati all’identità dei popoli. Ecco perché è stata sviluppata una prassi che ha provato ad assicurare la protezione dei beni culturali, dei beni necessari alla sopravvivenza e dei luoghi di culto. In questi ultimi vige (o vigerebbe) una tregua che tuttavia spesso viene violata.
Cosa è successo in Israele
Il 5 aprile una moschea palestinese è stata presa di mira da un blitz della polizia israeliana. La scusante dell’azione era la presenza di alcuni agitatori durante la funzione religiosa. Ne sono usciti in manette circa 350 palestinesi, accusati di portare con sé oggetti che potevano essere usati come armi. Un portavoce della polizia ha fatto sapere da dove nascesse la preoccupazione che ha portato ad un’azione tanto drastica. “Durante la notte – ha spiegato – molte decine di giovani che hanno violato la legge e mascherati hanno contrabbandato fuochi d’artificio, mazze e pietre nella Moschea”.
La reazione dei palestinesi
Per il popolo palestinese il periodo del Ramadan costituisce tanto un periodo di festa quanto un vero e proprio rischio. Non è un caso che molti di attacchi simili al suddetto vengano perpetrati in questo periodo: il digiuno odierno diminuisce drasticamente le capacità dei palestinesi di “rispondere” a provocazioni del genere. Hamas ha fatto sapere che ci saranno drastiche conseguenze per questo “crimine di guerra” (definibile così anche secondo il diritto internazionale). Nei giorni successivi sono 9 i razzi intercettati dal sistema anti-missile israeliano, oltre a quattro dispersi in aree aperte.
Poco c’è di certo, sicuramente questa azione senza precedenti avrebbe motivo di diventare il motivo di una nuova escalation di violenze nell’area.