Si producono così tanti vestiti che basterebbero per i secoli a venire senza la necessità di produrne di nuovi. A cuor leggero non appare un’operazione disfattista, eppure mettere al mondo abbigliamento finito secondo gli standard attuali contribuisce a distruggere l’ecosistema. Il consumo di prodotti tessili nel nostro continente è il terzo settore per il maggior utilizzo di acqua e suolo ed il quinto per l’uso di materie prime ed emissioni di gas a effetto serra. Le generazioni future potranno ringraziare per un lascito non richiesto che non include solo indumenti.
La conta di tali oggetti è inquantificabile. Tra la mole globale vi è anche la categoria vintage, che a prezzi ragionevoli offre prodotti firmati che il tempo non ha deturpato. La sua incredibile varietà cattura l’interesse di tanti sia online che offline. Svariate piattaforme supportano questa realtà, immancabili poi gli stand dei mercati di tutto il mondo. La curiosità e la voglia di promuovere un’azione di ricerca e sostenibilità è sfociata in progetti come Vinokilo, per donare nuova vita agli abiti usati con tanto d’esperienza.
Cos’è Vinokilo
L’idea nata in Germania vent’anni fa, ad oggi raggiunge ben 17 paesi mantenendo viva la fiamma del seconda mano e degli articoli in deadstock. Cambia la geolocalizzazione ma lo scopo rimane lo stesso: un festival che promuove l’economia circolare e la sostenibilità. La scelta è davvero vasta tra pezzi unici vintage divisi per tipologie, tanti brand e taglie. Si può acquistare ma anche partecipare in modo attivo donando i propri capi inutilizzati ricevendo così uno sconto in cambio. Il pagamento viene effettuato in base al peso degli articoli scelti quindi il prezzo è al chilo.
Il bello di questa tipologia d’eventi è la possibilità d’acquisto sostenibile, un’esperienza di shopping alternativo e la scelta di luoghi centrali. Ogni settimana, ogni mese, si raggiungono città e capitali europee ricaricate di pezzi vintage. L’esperienza in sé vanta attività come laboratori, tour fotografici o live music e special playlist.
Perché partecipare?
Scegliere vintage richiede più di una motivazione. In primis è sostenibile, consente di rimettere in circolo qualcosa con un passato che merita un futuro. La qualità tessile e manifatturiera di questi pezzi batte quella dell’abbigliamento odierno, i capi di oggi sono finalizzati a esser rimpiazzati dopo pochi utilizzi. Quindi, vien da sé che la filosofia del fast fashion sta rovinando il pianeta. È una valida alternativa per il portafoglio grazie ai tanti brand a costo più contenuto rispetto ai pezzi recenti.
Infine c’è la consapevolezza all’acquisto, uno studio effettuato da BVA Doxa per Subito ha evidenziato che nel 2021 il second hand è entrato a far parte delle abitudini di consumo degli italiani. Nello stesso anno ha generato un Pil nazionale dell’1,4% ovvero un valore economico di 24 miliardi di euro. Un valore destinato ad aumentare grazie alla forza del digitale. Lo studio ha infatti confermato quanto la presenza online impatti sulla decisione d’acquisto sostenibile.
Chi ha acquistato vintage l’ha fatto principalmente con questi strumenti. È comodo, veloce, con una possibilità d’acquisto effettuata direttamente da casa. Nel 2021 l’online supera l’offline anche come canale più utilizzato per l’acquisto, mentre per la vendita era già assestato, e in maniera cross target. Vendere usato è smart, permette di dare una seconda vita alle cose e persino di guadagnare.
Dove e quando?
Tra le tante tappe europee l’Italia non è esclusa ed anzi riguarda location imperdibili. Il temporary event si trova attualmente a Venezia fino al 25 settembre. La sosta successiva vede in sottofondo la città del Vesuvio. Dal 28 settembre al 2 ottobre avrà luogo tutti i giorni presso la stazione di Napoli Centrale. Qui oltre allo shopping molte sono le attività in programma riservate ai visitatori della metropoli. A seguire Lucca, Milano, Modena e tante altre città. Consulta il calendario per scoprire la tappa più vicina a te!