La partecipazione attiva dei giovani alla vita democratica del nostro Paese e dell’Europa è sostenuta, in tutti gli Stati membri dell’Unione europea, attraverso enti come in Italia l’Agenzia Nazionale per i Giovani. La Direttrice generale, Lucia Abbinante, ci ha rilasciato un’intervista.
Qual è la funzione dell’Agenzia Nazionale per i Giovani?
«L’Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG) è un ente governativo, vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Commissione Europea. L’Ente gestisce in Italia i Programmi europei Erasmus+|Gioventù e Corpo Europeo di Solidarietà e, attraverso la loro implementazione, dà attuazione alla strategia dell’Unione europea per la gioventù 2019-2027. L’ANG opera per essere un punto di riferimento e un presidio per l’attivazione giovanile. Si occupa di promuovere la partecipazione e la cittadinanza europea dei giovani e, attraverso il coinvolgimento dei beneficiari (enti pubblici, associazioni o gruppi informali), offre a giovani dai 13 ai 30 anni opportunità e occasioni in tema di mobilità, formazione, educazione, volontariato e scambio».
Quali sono le esigenze dei giovani italiani, paragonate anche a quelle dei giovani di altri Stati membri dell’Unione europea?
«I giovani, in generale, chiedono di poter partecipare alla costruzione delle politiche e di essere coinvolti nei processi decisionali. Le nuove generazioni sono impegnate, attente, sensibili alle grandi questioni che animano il nostro tempo e alle tante crisi che lo minacciano. Hanno voglia di mettere le proprie competenze al servizio delle comunità, per provare a rispondere alle sfide del presente. Questa mia opinione sui giovani trova riscontro nelle tante storie di attivismo che, con l’ANG, raccontiamo e testimoniamo nelle diverse attività che realizziamo e seguiamo. Storie di giovani che si impegnano per realizzare cambiamenti positivi, che si mettono in gioco e sperimentano sé stessi, partecipando ai programmi europei e attivandosi in esperienze di mobilità, volontariato e solidarietà».
Il 2022 è stato l’anno europeo dei giovani. Quali sono state le principali attività e per cosa si è contraddistinto? Quali sono le prospettive future?
«L’anno europeo dei giovani ha avuto il suo avvio proprio in Italia, con una cerimonia di lancio che si è tenuta lo scorso 24 marzo 2022, a Roma, nella Sala Auditorium dell’Ara Pacis. Dopo la difficile esperienza della pandemia che ha colpito duramente le nuove generazioni, l’anno 2022 ha voluto segnare un punto di ripartenza significativo e importante, soprattutto attraverso una speciale attenzione dedicata ai giovani e all’importanza che essi rivestono nella costruzione di una società aperta al futuro, inclusiva e verde. Una società più attenta a garantire i diritti di tutte e tutti. Le prospettive future, dunque, partono proprio dalle parole con cui la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha voluto lanciare questa iniziativa nel Discorso sullo stato dell’Unione del 2021: “Se vogliamo plasmare la nostra Unione a loro immagine, i giovani devono poter plasmare il futuro dell’Europa. La nostra Unione deve avere un’anima e una visione in cui i giovani possano credere”».
Quali sono le sue priorità come direttrice dell’Agenzia Nazionale per i Giovani?
«Il mio incarico di Direttrice generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani è iniziato nel mezzo della pandemia e ora c’è una guerra nel cuore dell’Europa.
Conflitti, crisi sociali, crisi climatiche e ambientali: un periodo difficile per tutti e in modo particolare per i giovani. Il 2022, come dicevamo, ha voluto valorizzare proprio i giovani, il loro spirito di sacrificio, la loro capacità di attivarsi, per superare barriere e confini.
Nel 2022 abbiamo anche celebrato i 15 anni dell’Agenzia Nazionale per i Giovani: un momento per tracciare una traiettoria precisa verso il futuro. Lì c’è l’impegno rafforzato e rinnovato nel favorire la partecipazione dei giovani alla vita democratica attraverso i programmi europei Erasmus+|Gioventù e Corpo europeo di solidarietà, il loro accesso alle informazioni e alle opportunità, il loro coinvolgimento attivo».
di Fabio Di Nunno