Gli Stati membri dell’Unione Europea (UE) accusano ogni anno perdite di gettito IVA pari ad almeno 50 miliardi di € a causa delle frodi transnazionali, mentre hanno inoltre segnalato che nel 2015 circa 638 milioni di € provenienti dai fondi strutturali dell’UE sono stati usati impropriamente. La proposta presentata dalla Commissione europea per istituire una Procura europea risale al 2013. Per essere adottata, doveva essere approvata all’unanimità dal Consiglio e ottenere l’approvazione del Parlamento europeo. Dopo oltre tre anni di negoziati, il Consiglio non è riuscito a raggiungere un accordo unanime sulla proposta. Il Consiglio ha preso atto dell’assenza di unanimità nel febbraio 2017, confermata dal Consiglio europeo il mese successivo.
Così, nell’aprile del 2017, 16 Stati membri hanno deciso di cooperare in modo più stretto per combattere più efficacemente le frodi e di istituire una Procura europea (European Public Prosecutor’s Office – EPPO). Successivamente, altri paesi dell’UE hanno deciso di aderire agli sforzi per tutelare il bilancio dell’UE contro le frodi, arrivando a 22 Stati membri partecipanti (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna), avvalendosi di quella che tecnicamente si chiama procedura di cooperazione rafforzata, nella quale un gruppo di almeno nove Stati membri dell’UE decidono di attivare forme di integrazione in settori specifici, come previsto dai trattati dell’UE.
La Procura europea è divenuta operativa il 1° giugno 2021 ed ha competenza nell’indagare e perseguire i reati a danno del bilancio dell’UE, quali frodi, corruzione, riciclaggio e frodi dell’IVA transfrontaliere. Infatti, finora solo le autorità nazionali potevano indagare su questi reati. Tuttavia, poiché la loro competenza giurisdizionale termina al confine nazionale, le procure nazionali hanno a disposizione strumenti limitati per combattere la grande criminalità finanziaria transfrontaliera. Analogamente gli organismi dell’UE esistenti, quali l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) o l’Unità europea di cooperazione giudiziaria (Eurojust), non possono avviare indagini o azioni penali negli Stati membri. Dunque, la Procura europea contribuisce a ovviare a tali carenze e contrasta i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE. L’EPPO svolge indagini transfrontaliere sulle frodi d’importo superiore a 10 000 di € riguardanti fondi dell’UE o sui casi di frodi IVA a livello transfrontaliero che comportano un danno superiore ai 10 milioni di €. La Procura europea opera di concerto con le autorità di contrasto nazionali e in stretto contatto con altri organismi quali Eurojust ed Europol.
La Procura europea, con sede a Lussemburgo, ha una struttura a due livelli. Il livello strategico è costituito da un procuratore capo europeo responsabile della gestione dell’EPPO e dell’organizzazione dei lavori e un collegio dei procuratori responsabile del processo decisionale su questioni strategiche. Il livello operativo si articola nei procuratori europei delegati responsabili dello svolgimento di indagini penali e dell’azione penale e nelle camere permanenti che monitorano e indirizzano le indagini e adottano decisioni operative. I procuratori, nominati dal Consiglio dell’UE il 27 luglio 2020, supervisionano le indagini e le azioni penali e formano il collegio dell’EPPO, insieme alla procuratrice capo, la rumena Laura Codruţa Kövesi, per un mandato di sei anni non rinnovabile. Nell’ambito delle disposizioni transitorie applicabili al primo mandato, i procuratori europei di Grecia, Spagna, Italia, Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Austria e Portogallo, designati mediante estrazione a sorte, deterranno un mandato triennale non rinnovabile. Per l’Italia è stato nominato Danilo Ciccarelli.
Di Fabio Di Nunno
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°221 – SETTEMBRE 2021