La “pace” è una parola onnipresente nel dibattito pubblico degli ultimi giorni. Ma di essa ci riempiamo solo la bocca. Mentre “speriamo la pace” o “ci auguriamo che il conflitto russo-ucraino possa finire in pace”, la Germania annuncia lo stanziamento di 100 miliardi di euro per rafforzare l’esercito, e tanti altri paesi decidono di far confluire armi in Ucraina, mentre folle di civili fuggono in maniera disperata (l’Onu fa sapere che il numero di fuggitivi sia di circa 836 mila persone – per saperne di più clicca qui).
«Chi crede nella pace è spesso definito idealista, sognatore, persino imbecille. Ma l’unica vera follia è pensare che dalla guerra si possa uscire vincitori.
Nelle guerre non ci sono vincitori. Nelle guerre non c’è futuro.
Nelle guerre non ci sono vincitori. Nelle guerre non c’è futuro».
Sono parole sofferte che si leggono dal post pubblicato dal Professore Pasquale Palmieri, docente di Storia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli.
Il Professore Palmieri, insieme a tanti suoi colleghi, è membro di una rete civica di “Cultura, Storia e Letteratura” formata da docenti, scrittori e operatori culturali che ha lanciato una petizione volta a riportare la pace nel dibattito pubblico, sviluppando però parallelamente ad essa politiche coerenti di pace. Il testo della petizione è stato stilato, approvato e firmato da un gruppo nutrito di operatori culturali. A sorreggerlo sono più di 40 firmatari.
Di seguito riportiamo il testo firmato da tanti e tanti nomi:
«Negli ultimi giorni milioni di persone sono scese in piazza per dire no alla guerra in tutta Europa. Nel frattempo la Germania annuncia lo stanziamento di 100 miliardi di euro per rafforzare l’esercito, e diversi paesi (Italia compresa) decidono di far confluire armi verso l’Ucraina, quasi dimenticando che le nostre società sono già sfiancate dall’epidemia.
L’aspetto più inquietante della situazione è tuttavia nelle forme assunte dal dibattito pubblico, con un coro quasi unanime di consensi a favore degli elmetti e delle bombe, pronto a etichettare come nemico della patria chiunque tenti di comprendere faticosamente la complessità dei fenomeni.
Si leggono e si ascoltano tantissime semplificazioni, troppo spesso eccessive, ma se ne dimentica una forse basilare. La guerra è un affare enorme per potenze finanziarie che sono da una parte e dall’altra della barricata. Condanniamo Putin con tutta la fermezza possibile e, allo stesso tempo, sentiamo la necessità di ricordare che il ricorso alla violenza non può e non deve essere l’unica soluzione.
Di fatto l’Europa ha ritrovato la sua unità solo di fronte alle iniziative dell’aggressore. Dovrebbe invece comprendere la necessità di elaborare una politica estera autonoma, ora più che mai, al fine di proporre prospettive concrete per una tregua e di sviluppare un vero programma di pace, utile per questa ed altre future crisi. Di certo non può sperare di risolvere i problemi investendo cifre astronomiche in strumenti di distruzione e di morte, rischiando di abbandonare anche qualsiasi prospettiva di transizione ecologica.
Non possiamo dunque aspettarci che i nostri governi riescano ad evitare il disastro. Gli unici che possono contribuire davvero a invertire la rotta siamo noi, con una mobilitazione collettiva. L’intento è raggiungibile solo lanciando pochi messaggi chiari: deporre le bandiere di singoli paesi ed esporre solo quelle con i colori dell’arcobaleno; chiedere con tutte le forze che abbiamo e in ogni sede (piazze reali, virtuali, istituzionali) che si cessi il fuoco, si fermi immediatamente il riarmo, si usino strumenti diplomatici e si raggiunga la pace, per il popolo ucraino e per tutti noi.
Chi crede nella pace è spesso definito idealista, anima bella, sognatore, persino imbecille. Ma l’unica vera follia è pensare che dalla guerra si possa uscire vincitori.
Nelle guerre non ci sono vincitori. Nelle guerre non c’è futuro.
Elisabetta Abignente
Fernanda Alfieri
Luca Arcari
Alessandro Arienzo
David Armando
Carlo Baja Guarienti
Tommaso Caliò
Marcella Campanelli
Olga Campofreda
Michele Campopiano
Mimmo Cangiano
Riccardo Capoferro
Spartaco Capozzi
Vincenzo Caputo
Diego Carnevale
Massimo Cattaneo
Domenico Cecere
Andrea Chiariello
Mario Cosenza
Chiara De Caprio
Francesco De Cristofaro
Bianca De Divitiis
Antonio Del Castello
Daniela De Liso
Barbara De Rosa
Laura Di Fiore
Paolo Di Luca
Virginia Di Martino
Luca Ferraro
Alessandro Focareta
Carmen Gallo
Flavia Gherardi
Lorenza Gianfrancesco
Gianluca Giannini
Fausto Maria Greco
Paolo Greco
Giovanni Gugg
Stefano Jossa
Vincenzo Lagioia
Nicola Lombardi
Emma Maglio
Luca Marangolo
Roberta Moscarelli
Elisa Novi Chavarria
Pasquale Palmieri
Gian Paolo Romaganani
Lisa Roscioni
Elisa Ruotolo
Monica Santangelo
Tommaso Scaramella
Oriana Scarpati
Dennj Solera
Alessandro Tuccillo
Paola Urbinati
Marco Viscardi».