Una gestione rifiuti

Una gestione dei rifiuti vincente: l’esempio di Tivoli

Antonio Casaccio 02/02/2023
Updated 2023/02/01 at 5:44 PM
4 Minuti per la lettura

La gestione dei rifiuti può essere uno scoglio importante per le amministrazioni comuna­li. Sì, ma solo per quelle poco concrete e con scarsa prospettiva. Un esempio ci arriva da Tivoli, il comune laziale si è classificato primo in Italia per la ri­duzione dei rifiuti passando da 570 kg pro-capite annui a 415 kg pro-capite annui.

Il primato è frutto di un piano di ge­stione della raccolta dei rifiuti lungimirante che, nel tempo, ha pro­mosso buone pratiche quotidiane capaci di fare la differenza, diventando vere e proprie abitudini per i cittadini. Una gestione virtuosa della raccol­ta è possibile, ma solo se si hanno le competenze e la forza di credere nel­la promozione di attività green. Per capire il successo di Tivoli, abbiamo parlato con chi si è occupato direttamente del Piano, ovvero l’ingegnere Francesco Girardi, Amministratore Unico e Responsabile di ASA Spa.

Qual è stato il piano messo in campo a Tivoli nella gestione della rac­colta differenziata?

«È il frutto di una grande pianificazione che è partita dall’analisi del territorio e delle peculiarità (urbanistiche e socioeconomiche) dei singoli quartieri. Abbiamo prodotto un piano di gestione dei rifiuti che non esclude nessuno tipo di raccolta: il piano prevede la raccolta porta a por­ta, quella di prossimità, attraverso l’ecomobile o di postazioni.

Grazie alla promozione della raccolta incentivata di prossimità, il comune di Tivoli ha stretto accordi con Euronics ed Expert per fare in modo che i cittadini portino nelle stazioni i loro ingombranti. Ottenendo in cambio incentivi come l’acquisto di nuovi elettrodomestici in cambio di quelli usati, oppure sconti per l’acquisto di lavastoviglie e yogurtiere domestiche. Un piano lungimirante e attento alle conformità del territorio, in cui ogni scelta è dettata dall’obiettivo principale di ridurre la produzione di rifiuti».

Attraverso quali strumenti un’amministrazione, supportata dall’azien­da incaricata, può sensibilizzare i propri cittadini a comportamenti responsabili dell’ambiente? Addirittura, diminuendo la produzione di scarti procapite…

«Fare pubblicità alle azioni positive, con una massima attenzione al greenwashing. Noi abbiamo promosso la “Tivoli miniera urbana” per incentivare l’utilizzo di elet­trodomestici deplastificanti. Oppure le iniziative di eco­bambini per l’utilizzo di pannolini lavabili dati gratuitamente da una farmacia del territorio. Un’amministrazione deve promuove­re questo tipo di attività ed essere concreta».

Ritiene che le amministrazioni, particolarmente al sud, usufruiscono dei mezzi più avanzi utili ad una raccolta differenziata efficiente e un monitoraggio efficace?

«Le amministrazioni sono obbligate a monitorare l’andamento della rac­colta differenziata e devono inviare annualmente alla Camera di Commer­cio e all’Ispra i MUD con le tonnellate di rifiuti che sono state gestite».

Molti comuni del Mezzogiorno soffrono ancora una malagestione del servizio di raccolta rifiuti e nettezza urbana, quali sono i principali li­miti?

«La scarsa attenzione nel leggere ed analizzare tali dati. In molti casi que­sta diventa una pratica d’ufficio che perde la sua utilità, ecco perché molti comuni restano in emergenza rifiuti, aumentano i costi e le aziende pri­vate ne approfittano».

Come la riduzione degli scarti pro-capite impatta favorevolmente sull’economia?

«Molti credono che solo la crescita delle cose sia un concetto economi­camente positivo e che questa crescita generi benessere. Niente di più sbagliato! E l’esempio della gestione dei rifiuti lo rappresenta benissimo: ridurre la produzione di rifiuti. Significa ridurre il costo delle tasse co­munali nonché l’inquinamento del territorio: questo è benessere. Poter avere una TARI dimezzata genera ricchezza diffusa per milioni di euro redistribuiti ogni anno in città tanto ai cittadini quanto ai commercianti. Una società progredita ed efficiente riduce gli sprechi, non li aumenta».

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