Un nuovo farmaco che riduce del 25% il rischio di recidiva della forma di cancro al seno più comune al mondo, tanto che viene viene diagnosticato annualmente a circa due milioni di persone nel mondo.
Ora, il Guardian racconta che all’ incontro annuale dell‘American Society of Clinical Oncology (Asco) è stata presentata una nuova ricerca capace di prevenire il rischio di recidiva, ovvero della forma degenerativa del tumore che si manifesta soltanto nella fase più avanzata.
Si tratta di un farmaco, chiamato ribociclib.
Sperimentato su pazienti con con carcinoma mammario a uno stadio avanzato, il ribociclib ha mostrato i suoi benefici; e in uno studio ancora più recente, i ricercatori hanno mostrato che esso ha effetti anche su pazienti affetti dalla malattia a uno stadio precoce. Compresi quelli che non hanno ancora visto il cancro diffondersi fino ai linfonodi.
Come funziona
Il farmaco, noto anche come Kisqali, potrebbe scongiurare anche la recidiva in una popolazione molto ampia. Si tratta di una terapia che funziona agendo sulla crescita delle cellule del cancro chiamate CDK4 e CDK6. Lo studio ha mostrato una capacità di riduzione del rischio pari al 25% in accoppiata con la terapia ormonale standard. Il Regno Unito e gli Usa lo hanno già approvato. Ma il funzionamento nella fase iniziale, quando in teoria si privilegia l’operazione chirurgica, è vista come una svolta per l’alto numero di pazienti che potrebbe aiutare. L’implementazione di ribociclib alla terapia ormonale ha mostrato un significativo miglioramento nei tempi di sopravvivenza senza malattia per le pazienti con carcinoma mammario in stadio iniziale di tipo HER-2 negativo.
Lo studio
Dennis Slamon, direttore della ricerca clinica e traslazionale presso l’UCLA Jonsson Comprehensive Cancer Center di Los Angeles è l’ autore della ricerca. Lo studio ha coinvolto 5.101 pazienti a cui è stato somministrato ribociclib per tre anni insieme a cinque anni di terapia ormonale. Il gruppo di controllo riceveva soltanto la sola terapia ormonale. Dopo tre anni, il 90,4% di coloro che assumevano ribociclib non ha avuto recidive, rispetto all’87,1% nel gruppo della sola terapia ormonale.