Tu da che parte stai? Il racconto di Giorgio Calcaterra, runner vegetariano
Nell’immaginario collettivo il termine “dieta” viene spesso associato a quello di “privazione”.
Non si tiene conto dell’etimologia del termine, che ci riconduce invece ad uno «stile di vita» facendo riferimento ad un uso equilibrato di tutti i cibi che contengono quei nutrienti necessari per il nostro organismo.
Già da qualche tempo però, tenuto conto anche del problema della sostenibilità ambientale, va avanti un dibattito sull’uso di cibi con proteine di origine vegetale a discapito di quello animale. In generale 4 potrebbero essere i fattori ad indurci ad un progressivo abbandono delle proteine animali.
Ambientale: l’allevamento intensivo di carne fa pagare un durissimo prezzo all’ambiente.
Salutistico: mangiare carne rossa e grassa fa male al nostro organismo.
Etico: per la sofferenza di altri essere viventi.
Paleoantropologico: i nostri predecessori sulla terra, non noi Homo Sapiens, non erano carnivori (canini piccolissimi, lunghezza dell’intestino).
Nel 2018 venne prodotto negli USA il docufilm “The Game Changers” per cercare risposte sul tipo di alimentazione (animale o vegetale) in grado di migliorare il recupero e le prestazioni degli atleti e no. Molti personaggi dello sport, dello spettacolo nonché alcuni formatori e medici sportivi sono intervenuti in favore di un’alimentazione prettamente vegetariana con prove che protendono ad un uso di cibo vegetale. Giorgio Calcaterra, ultramaratoneta di fama mondiale, ci spiega come una dieta vegetariana sia in grado di fornire al nostro organismo i nutrienti necessari.
Il documentario The Game Changers è stato di grande impatto. Crede che le argomentazioni proposte abbiano un valido fondamento scientifico?
«Ritengo che un’alimentazione a base di proteine vegetali ci faccia migliorare il recupero e le prestazioni. L’ho provata in prima persona e ho diversi esempi anche di cari amici che me lo confermano. Il documentario The Game Changers non fa altro che ribadire attraverso esempi di altri atleti, le mie sensazioni. Nel documentario si fanno anche test clinici e quindi si può parlare anche di base scientifica».
Molti atleti tra cui Scott Jurek hanno fornito la loro testimonianza sui benefit di una dieta priva di proteine animali. Tale dieta può garantire una resistenza adeguata senza che il fisico vada in sofferenza?
«Sì, per molti atleti, me compreso, è così. Non posso dire con certezza che sia valido per tutti, so che non siamo tutti uguali, ma sono certo che tutti dovrebbero almeno seguirla, perché la salute passa attraverso ciò che mangiamo, e provare a stare meglio è un dovere verso noi stessi».
La maggiore resistenza ed energia potrebbe essere dipesa da un maggiore consumo di carboidrati?
«Sì, ovviamente però non bisogna esagerare con nulla e anche i carboidrati vanno assunti nella giusta quantità».
Le proteine animali sono considerate “nobili”, la transizione ad una dieta a base vegetale fa bene al nostro organismo?
«A mio parere le proteine animali sono considerate nobili solo per un retaggio culturale perché invece, a mio avviso, lo sono quelle vegetali. Non voglio paragonare il nostro organismo a quello di un toro, ma il fatto che il toro, simbolo di forza, mangi solo vegetali dovrebbe farci riflettere».
Gli atleti di “forza” hanno necessità di ingerire un numero considerevoli di proteine, ritiene che il pacchetto di proteine vegetali produca gli stessi vantaggi di quello animale?
«Credo che le proteine vegetali producano più vantaggi di quelle animali».
Ritiene che il passaggio ad una dieta vegetale possa essere considerata una questione etica o uno stile di vita?
«Si può decidere di passare all’alimentazione vegetale, sia per etica o stile di vita, che per salute, o come nel mio caso per entrambe le motivazioni».
Può spiegarci brevemente in che modo una dieta vegetariana possa migliorare l’efficienza muscolare?
«Non sono in grado di spiegarlo scientificamente, ma ritengo che la prova sul campo sia più che sufficiente per poter affermare che senza proteine animali io stia meglio».
Il film ha ricevuto riconoscimenti dall’American College of Lifestyle Medicine, dall’Academy of Nutrition and Dietetics e dalla Defense Health Agency e un’approvazione dell’Associazione Medica per le Operazioni Speciali. Qual è la sua opinione in merito?
«Anche io ho apprezzato molto il documentario e penso che i riconoscimenti avuti siano meritati».
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°224 – DICEMBRE 2021