Tommaso discriminato

Tommaso discriminato in hotel in Trentino, la madre: “Chiederemo un euro di risarcimento”

Grazia Sposito 13/03/2023
Updated 2023/03/13 at 10:50 AM
5 Minuti per la lettura

“Non puoi combattere una guerra da solo. Il cuore è un’armatura, ci salva ma si consuma”. L’ultima canzone di Mr. Rain, che si è classificata al terzo posto lo scorso Sanremo, inizia proprio con queste parole. Ma a volte mi rendo conto che a combattere una guerra siamo proprio da soli: soli quando ci capita di incontrare persone che, invece di donarci amore, ci discrimina; quando, invece di vedere oltre i nostri limiti, ci punta il dito contro.

Fortunatamente riguarda soltanto una percentuale minima della nostra società: quella fetta di società insensibile, impertinente. Una società che non accoglie la diversità, anzi a gran voce la mette in un angolo. Perché definirsi attenti e sensibili alla disabilità a parole è molto facile, finché però non ce la si trova davanti, o a pochi metri. Allora diventa sgradita. È quello che è successo qualche giorno fa a Tommaso e la sua famiglia, durante una vacanza in Trentino: Tommaso, che è affetto da una disabilità complessa, ci ricorda che la perfezione non esiste, e che a cercala è inutile, ma basta apprezzare ogni raggio di sole che ci tocca la pelle.

L’incredibilità della discriminazione nei confronti di Tommaso

Tommaso ama la montagna, gli piace passeggiare nei boschi insieme a mamma e papà, che ormai faticano a tenere il suo ritmo. Non vede i paesaggi intorno a sé, non vede né fiori né distese d’erba, ma è felice. Tommaso ha 24 anni ed è un disabile cognitivo: è affetto dalla sindrome di Norrie, una patologia genetica rara caratterizzata da anomalie dello sviluppo della retina associate a cecità congenita. Nonostante la malattia, Cecilia Bonaccorsi e il marito Remo Pimpinelli portano il figlio in vacanza in tutto il mondo, senza aver mai incontrato particolari problemi. Ogni anno vanno in montagna a San Martino di Castrozza, in Trentino. Questa volta, però, il loro albergo di fiducia aveva registrato tutto esaurito, così Cecilia prenota in un’altra struttura, specificando le difficoltà del figlio. Ma, il giorno dopo il loro arrivo, un addetto dell’hotel spiega alla famiglia Pimpinelli che per i pasti successivi si dovevano spostare in una saletta separata dai vetri ambrati oscurati, a causa delle lamentele da parte di altri clienti la sera prima.

La madre di Tommaso: “Ci siamo sentiti umiliati e siamo andati via”  

“Alcuni ospiti si sono lamentati di suo figlio a cena, vi va se vi sistemo in una saletta un po’ in disparte?” si sono sentiti dire i coniugi Pimpinelli da un addetto dell’hotel, che, facendosi carico di qualche lamentala di altri ospiti scortesi, ha invitato la famiglia a pranzare in una saletta con vetri oscurati. Lontani, isolati da chi non gradiva la vista o i rumori di Tommaso, col bavaglino al collo e con la mamma che ogni tanto lo aiuta a mangiare imboccandolo.  “Ci siamo sentiti umiliati, offesi, e siamo andati via”. Non era posto per loro, quell’hotel a 4 stelle, dove la mancanza di tatto dei clienti – ma anche degli operatori della struttura stessa – ha prevalso sulla voglia della famiglia romana di trascorrere del tempo insieme come una famiglia normale. L’hotel ha poi inviato delle scuse per il disagio arrecato via mail, ma Cecilia è stata inflessibile: “Non le accetto, mi dispiace”.

I coniugi Pimpinelli presenteranno un esposto in Procura

Dopo i fatti accaduti, la famiglia Pimpinelli ha subito chiuso le valigie e si è diretta verso casa, concludendo la vacanza prima del previsto. Ma Cecilia non ha pensato nemmeno un momento di rimanere con le mani in mano davanti al torto subito. Ed è pronta a una battaglia che è culturale e per tutti i disabili. “Io sono pronta. Con mio marito Remo presenteremo un esposto in Procura, denunceremo l’albergo di San Martino di Castrozza per discriminazione, anzi per segregazione. Chiederemo un euro di risarcimento: un euro soltanto, ma che varrà un milione se alla fine riusciremo a vincere la battaglia, in nome di mio figlio Tommaso e di tutti i disabili trattati in questo modo”.

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