Turchia

Terremoto in Turchia: vergognoso lucrare sulle tragedie

Simone Cerciello 08/02/2023
Updated 2023/02/08 at 3:32 PM
4 Minuti per la lettura

I danni causati dal terremoto che ha interessato in questi giorni l’area tra la Siria e la Turchia non sembrano arginarsi. Bilancio dei decessi in continuo peggioramento, così come e il numero dei dispersi e i crolli degli edifici. La situazione è in continuo divenire ma gli scenari previsti non inducono troppo ottimismo.

Gli ultimi dati in Turchia

Secondo gli ultimi aggiornamenti pervenuti dal territorio turco, sarebbero già oltre 11.000 le vittime registrate e circa 45.000 le persone rimaste ferite. C’è tuttavia da specificare che parliamo di dati estremamente provvisori, in quanto, come dichiarato dalle stesse autorità impegnate nell’intervento, c’è purtroppo carenza di macchinari adeguati per liberare le persone imprigionate sotto le macerie.

Presidente Turchia Erdogan: «Amici della stampa non diano opportunità a provocatori»

Sulla tragedia in corso si è così espresso anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: «Vi chiedo espressamente di non dare un’opportunità ai provocatori. Voglio che i miei amici della stampa non consentano opportunità. Oggi è un momento di unità e solidarietà. Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse. Daremo il nostro sostegno alle famiglie».

Cina chiede clemenza agli USA

Una tragedia che inevitabilmente sta valicando i confini geografici con estensioni quasi globali. A confermarlo è la richiesta pervenuta dalla Cina, la quale chiede agli Stati Uniti di revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria.

«Gli USA dovrebbero mettere da parte l’ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe. Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione». Questo è quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano.

Pioggia di polemiche contro Charlie Hebdo

Charlie Hebdo, rivista satirica notoriamente conosciuta per il suo taglio editoriale estremamente pungente, stavolta forse si è spinta un po’ troppo oltre. Ad agitare gli animi (in una situazione già esasperata) è stata l’ultima vignetta pubblicata dalla testata francese.

Il titolo recita testualmente “Terremoto in Turchia” accompagnato dal sottotitolo incriminato “Non serve nemmeno inviare carri armati”. Si dice che la satira non debba rispondere alle logiche dell’editoria, ma personalmente ritengo che se talvolta si facesse prevalere il buonsenso, forse avremmo un mondo (un po’ più povero) economicamente ma sicuramente ricco di persone migliori. Tra il lavorare per vivere e il vivere per lavorare, noi preferiamo e auguriamo, mai come ora, semplicemente di vivere…

Di seguito la vignetta completa:

Un precedente Made in Italy: i terremoti accendono la fantasia?

Non è la prima volta che Charlie Hebdo fa discutere di sé, e a quanto pare sono proprio i terremoti ad accendere “le matite” dei vignettisti. Un episodio simile vide infatti come protagonista la nostra penisola nel 2016, quando l’Italia centrale fu colpita da un terribile terremoto con la conseguente distruzione di Amatrice, Arquata del Tronto (l’epicentro) e Accumoli.

Anche in quella occasione l’approccio editoriale non fu dei più moderati: sul settimanale satirico francese comparve infatti una vignetta dal titolo “Sisma all’italiana” accompagnato da un uomo coperto di sangue e la scritta “penne al pomodoro“; poi una donna con i capelli bruciacchiati e la dicitura “penne gratinate” e infine un cumulo di macerie da cui spuntano resti umani e la didascalia “lasagne“. 

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