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Supernova: scintille e fiamme al Piccolo Bellini dal 5 al 10 Aprile

Valeria Marchese 06/04/2022
Updated 2022/04/06 at 6:52 PM
5 Minuti per la lettura

SUPERNOVA: scintille e fiamme al Piccolo Bellini dal 5 al 10 Aprile

Che cosa significa appartenersi? 

Questa è la domanda che Massimo pone a sua madre in una lettera, dopo essere andato via di casa tre anni prima.

Appartenersi. In un mondo che è universo, in un universo che non ha confini, solo spazi e buchi neri, cosa significa davvero? 

Apparteniamo ad una città, ad un trilocale, ad un mazzo di chiavi, ad un oggetto d’infanzia dal quale fatichiamo a staccarci; apparteniamo secondo un principio scientifico di condivisione di geni ad una famiglia, a dei fratelli, ad un giorno zero, un punto zero. 

Il punto zero della famiglia ha origine nel ventre di una madre che, come una Supernova, ad un certo punto della sua vita esplode, svanisce il polvere e fumo, e la materia prodotta dall’esplosione si disperde lungo tutto l’universo, formando nuove stelle.

Il nucleo di partenza crea però un buco nero, un vuoto incolmabile nelle esistenze degli individui che si domandano, in relazione al tutto, se siamo davvero niente. 

Famiglia, rapporti interpersonali, dal mega al micro dell’individuo umano; questi i temi affrontato da “Supernova”, lo spettacolo produzione I Pesci in scena al Piccolo Teatro Bellini dal 5 al 10 Aprile. 

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Sono quattro i protagonisti di questa storia: Massimo, Cristoforo, Italo e la loro madre. Alla morte del padre, come un lapsus pascolinano, la famiglia si disgrega: fuga, responsabilità, bilico, queste le posizioni assunte dai fratelli che vanno via via allontanandosi tra loro.

Al centro, un buco nero incolmabile sta per formarsi: una madre che collassa su se’ stessa e una serie di memorie legate alla famiglia accompagnano i tre fratelli in un nuovo processo di identificazione.

Il regista Mario De Masi nella nostra intervista di Magazine Informare afferma «Credo sia importante riuscire a trovare anche un punto di equilibrio tra comicità e serietà.

Supernova è uno spettacolo che fa riflettere attraverso la risata, che si alterna ai momenti più drammatici e li “alleggerisce”, per rendere il tutto più a portata di mano per il pubblico, soprattutto a chi non è solito venire a teatro, magari riesce ad avvicinarsi».

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Abbiamo posto qualche domanda anche a Maria Chiara Vitti, l’interprete della madre-supernova, impegnata in un complesso ruolo di movenze fisiche e scene con strumenti improbabili, come una lettera che prende fuoco e nubi di fumo che la avvolgono. 

Qual è stato il tuo percorso? 

«Ho un background di studi di danza classica, è lì che sono entrata in contatto con un nuovo modo di concepire la danza. Ho scardinato tutti i miei preconcetti e ho fatto fuoriuscire l’autenticità del mio gesto e della mia corporeità. Come dico sempre, a me non interessa la danza, interessa quello che si può dire con il corpo attraverso essa».

Secondo te perché la madre brucia la lettera di Massimo, andando a corrompere il rapporto tra i due fratelli che con la sua morte andrà ulteriormente deteriorandosi? 

«Per me bruciare la lettera significa voler eliminare qualsiasi traccia di un’eventuale incapacità o un senso di colpa materno nel non essere riuscita a stringere il nodo della famiglia. Bucio così non vedo e di conseguenza non è successo».

In relazione ad una Supernova nell’universo, come ti senti in relazione alla picolezza dell’essere umano? 

Questa sensazione è molto quotidiana. Mi sento sempre “troppo piccola” in molti contesti, ma spesso è proprio questo a salvarmi da ulteriori ansie o preoccupazioni, arrivo a pensare “se sono un puntino nell’universo, posso provare a fare il mio, ma non devo portare il peso del mondo sulle mie spalle”: 

C’è anche un parallelismo che viene fatto con delle battute all’inizio, creando una contrapposizione tra macro-scienza (astronomia) e micro-scienza (biologia), dunque due “infinità” caratterizzanti e polarizzate nella vita di un individuo.

«Penso che sia proprio il fil rouge ricorrente all’interno dello spettacolo, questo rapporto di interconnessione tra macro e micro».

 

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