Autostrada A29, alle 17.58. A pochi passi dallo svincolo per Capaci, circa cinquecento chili di tritolo fanno esplodere la Fiat Croma con a bordo il magistrato Giovanni Falcone, un attentato in cui perdono la vita anche la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.
Dopo la strage di Capaci
Lo scenario è devastante: ci sono macerie e detriti ovunque. «Ho visto l’asfalto che si alzava nel cielo. Poi siamo usciti dall’auto con le armi in pugno e abbiamo visto la voragine davanti all’auto del dottor Falcone», racconterà Paolo Capuzza, uno dei 23 feriti, sopravvissuto all’attentato, che prenderà poi il nome di “Strage di Capaci“. All’arrivo dei soccorsi, Giovanni Falcone e la moglie sono ancora vivi, ma la corsa in ospedale non basta a strapparli alla morte.
Alle 19.00, quando la notizia della morte del giudice Falcone e del magistrato Francesca Morvillo viene trasmessa in televisione, dal carcere dell’Ucciardone si alza un boato. Il nemico di Cosa Nostra era morto e nelle celle si brinda all’inizio di una nuova era per la Cupola. Quasi due mesi dopo, anche Paolo Borsellino perderà la vita in un agguato in via D’amelio.
Le parole di Sergio Mattarella
«I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società», ha dichiarato quest’oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste».
L’eredità di Giovanni Falcone
Un dovere morale, dunque, quello di ricordare, di continuare ad essere testimoni dei valori e dell’esempio di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Don Peppe Diana, facendo in modo di tramandarlo alle nuove generazioni.
«Oggi la crisi di liquidità e le difficoltà in cui versano le aziende e tante famiglie rappresentano il terreno di coltura ideale, ancora più fertile, sul quale le mafie si stanno muovendo per offrire, con rinnovata forza, aiuti, welfare, beni e servizi: per conquistare spazi di mercato ma anche acquisire consenso sociale», ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Oggi la Camorra, la Mafia, la ‘Ndrangheta hanno cambiato pelle, ma continuano a nutrirsi della miseria, della paura e del futuro delle persone. Ma la paura di chiamare questi fenomeni con il loro nome è ancora alta e lo è altrettanto, il rischio che si possa abbassare la guardia, soprattutto in questo momento. È compito nostro preservare queste memorie, farle continuare a vivere attraverso gli occhi e le gambe dei giovani, perché solo avendo consapevolezza della storia del nostro Paese e dei fenomeni che ancora lo popolano, possiamo vincere. Dobbiamo decidere da che parte stare e per saperlo dobbiamo essere informati.
Il Flash-mob per ricordare la Strage di Capaci
Quest’anno, in occasione della Giornata Nazionale della Legalità, un flash-mob unirà idealmente tutta l’Italia. La Fondazione Falcone, infatti, ha invitato i cittadini ad esporre all’iniziativa “Palermo Chiama Italia al Balcone“. Lenzuoli appesi come accadde, dopo le stragi del 1992, quando i cittadini riempirono di bianco Palermo per gridare ‘no alla Mafia’.
Alle 17:58, ore della strage, lItalia si affaccerà al balcone per ricordare Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Agostino Catalano.