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Star Wars: The Mandalorian, Stagione 1 – La grandezza nel piccolo

Lorenzo La Bella 17/03/2020
Updated 2020/03/17 at 5:32 PM
4 Minuti per la lettura
Sono passati più di tre mesi da l’Ascesa di Skywalker e non sono bastati a toglierci del tutto l’amaro dalla bocca.

Per fortuna, con Star Wars: The Mandalorian i nostri imperatori galattici popculturali della Disney sono riusciti nello streaming dove hanno fallito sul grande schermo: hanno fatto un prodotto decente. Anzi, hanno fatto una serie proprio grande.
Ma elaboriamo: sicuramente avrete già capito che Star Wars: The Mandalorian mi è piaciuta, e che la ritengo di essere guardata e riguardata. La ragione dietro questo mio endorsement è ciò che la serie fa di nuovo con Star Wars, dopo tre anni di Trilogia Sequel che ha più o meno tentato di ricalcare l’originale battuta per battuta. 

The Mandalorian prende in esame un omonimo Mandaloriano di nome Din Djarin (Pedro Pascal), un cacciatore di taglie membro di questo popolo di guerrieri perseguitati dall’Impero Galattico fin quasi all’estinzione. Questi lavora per la Gilda dei Cacciatori di Taglie, con sede su un pianeta del tutto tagliato fuori dai grandi eventi galattici, al punto che resiste ancora un regime imperiale (capitanato da dei magnifici Werner Herzog e Giancarlo Esposito) anni dopo la caduta dell’Impero e la nascita della Nuova Repubblica. Questo piccolo resto dell’impero sta cercando un misterioso bebè alieno, ed è proprio Din a trovarlo, scoprendo che è della stessa specie di Yoda, e nonostante sia solo una taglia, essendo un orfano lui stesso pian piano si trova a proteggere il bambino e a diventarne quasi il padre adottivo. Lungo la strada si ritrova aiutato dall’ex-Ribelle Cara Dune (Gina Carano) e dal droide fuori di testa IG-11 (Taika Waititi). 

Molto dello humor deriva dal fatto che nessuno di loro ha idea di cosa sia il bambino, o la Forza che è capace di utilizzare, e dobbiamo aspettare la fine della prima stagione per sentire menzionata la parola Jedi, in un contesto spassosamente sbagliato.

E questo è perché il grande contesto galattico, con le sue lotte tra Lato Chiaro e Lato Oscuro della Forza e Sith e Jedi e Bene e Male, non è il focus centrale della serie. No, The Mandalorian ci porta dritti nei posti più sperduti nella Galassia, alle frange della società, e ci mette proprio in mezzo alle vite delle persone cosiddette non importanti. Ci mostra la Galassia al di fuori della Saga degli Skywalker, ce la mostra per quanto grande, diversa, terribile e meravigliosa essa sia. Dà respiro a quello che è diventato il nostro racconto dei racconti, ci mostra i lati del mondo in cui non ci saremo mai aspettati sarebbe andata. Ci mostra problemi di soldi, eroi improvvisati e involontari, cattivi che cercano di sopravvivere o che si credono più importanti di quello che sono. 

Ed è quello di cui avevamo bisogno. È questa la nuova direzione di Star Wars, tra The Mandalorian e l’annunciato ciclo di libri e fumetti The High Republic. Storie nuove, storie diverse. L’epica è conclusa, ora si passa al piccolo, alla gente comune, all’inesplorato. Gli Skywalker hanno fatto il loro corso, e la Galassia è grande. Andiamo a scoprirla. 

di Lorenzo La Bella

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