spiritual malady

“Spiritual malady”: il grande buco al centro dell’anima

Cristina Siciliano 17/11/2022
Updated 2022/11/16 at 9:58 PM
5 Minuti per la lettura

La battaglia contro il vuoto e il timore di vivere la grande incertezza dell’esistenza è ormai un problema comune ed all’ordine del giorno. Kafka scrisse addirittura che nella lotta tra noi e il mondo dovremmo prendere le parti del mondo contro di noi.

Ma, il vuoto non è un vuoto, come siamo abituati a intendere, piuttosto è un serbatoio traboccante di emozioni in un mondo sepolto. Questo mondo però, se riscoperto e curato, ha un immenso ed autentico fascino. Ecco perché la salvezza, se c’è, può venire solo da noi stessi. E l’ha dimostrato l’attore musicista Jamie Campbell, 33 anni e una carriera di 15.

Bower ha dichiarato di soffrire di una cosa chiamata “spiritual malady”: ossia, un grande buco al centro dell’anima ed una sete che, lo stesso attore, ha cercato di soddisfare nella disperazione mentre tutto andava fuori controllo. L’alcol è stato per lui una componente costante che – in maniera errata – lo aiutava a scacciare la parte del suo mondo che gli faceva paura. Oggi non beve più da circa 7 anni.

Chi è Jamie Campbell Bower

Figlio di due manager dell’industria musicale, Jamie ha iniziato come modello (lo è ancora, è testimonial della nuova campagna per gli occhiali Fendi) e si è lanciato nel cinema, dove è stato il Gellert Grindelwald di Harry Potter e Caius, uno dei Volturi di Twilight, ma ha fatto anche teatro e televisione ed infine, è il frontman e chitarrista della band Counterfeit, con cui sta per partire per un lungo tour negli Stati Uniti.

Un anno fa ha indossato i panni del giovane Christopher Marlowe in una serie dedicata a Shakespeare e intitolata Will ma nel frattempo è stato scelto per interpretare Mick Jagger in un film tv che si intitolerà Mick and Margaret, dedicato all’amicizia tra il leader dei Rolling Stones e la sorella della regina Elisabetta. Insomma, Jamie oggi è un meraviglioso compendio di “inglesitudine” ma con un passato alle spalle che lo ha reso autentico.  

Che cos’è la “Spiritual malady”?

La dipendenza è una malattia della mente, del corpo e soprattutto, dello spirito. La “Spiritual malady” è la malattia dell’anima che se non curata inizierà a trasudare sintomi di insicurezza emotiva, preoccupazione, rabbia, autocommiserazione e depressione, anche se si è stati sobri per anni. In questo caso, l’alcol (o qualche altra sostanza) viene utilizzato come farmaco (erroneamente) per curare la malattia spirituale.  

Carl Jung, il grande psicanalista, scrisse in una lettera del 1961:  “Nelle nostre dipendenze, abbiamo cercato di placare la nostra sete d’anima con piaceri fugaci. La loro ricerca ha dominato le nostre vite, distrutto le relazioni e causato una disperazione più grande di quanto avessimo mai pensato possibile. Siamo diventati egoisti ed egoisti, sempre assetati di più, e questa lussuria ci ha deformato a tutti i livelli. Ma non siamo mai stati soddisfatti, perché solo la presenza viva di Dio può saziare le nostre anime riarse”.  

Qual è il rimedio?

A tale proposito, il libro The Missing Piece: The Spiritual Malady risponde a questa domanda in modo magistralmente dettagliato nei capitoli 4-11.

Nel suo libro l’autore cita: Soprattutto, noi alcolisti dobbiamo liberarci di questo egoismo (“l’ego”). Dobbiamo, o ci uccide! Dio lo rende possibile. E spesso non sembra esserci modo di liberarsi completamente del sé (ego) senza l’aiuto [di Dio]”.

Ed ancora: “C’è una soluzione. A quasi nessuno di noi è piaciuta la ricerca di sé, il livellamento del nostro orgoglio, la confessione delle mancanze, che il processo richiede per il suo successo. Ma abbiamo visto che funzionava davvero negli altri, ed eravamo arrivati ​​a credere nella disperazione e nella futilità della vita così come l’avevamo vissuta. Quando, quindi, siamo stati avvicinati da coloro nei quali il problema era stato risolto, non ci è rimasto altro che raccogliere il semplice corredo di strumenti spirituali disposto ai nostri piedi. Abbiamo trovato gran parte del paradiso e siamo stati lanciati in una quarta dimensione dell’esistenza che non avevamo nemmeno sognato”.

Questa “quarta dimensione”  è il “mondo dello Spirito” , che porta oltre le dimensioni fisiche, mentali ed emotive della vita – ed elimina l’egoismo (ego) della “malattia spirituale”. ” Il termine “malattia spirituale” non significa che lo “spirito” sia malato. Significa semplicemente che si è spiritualmente bloccati dal Potere di Dio, che ci consente di rimanere sobri, felici, gioiosi e liberi.

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