Certo, è difficile immaginare che il Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e paesaggio per le Province di Caserta e Benevento o il Direttore del Polo Museale della Campania vadano sul calar della sera o ai primi chiarori dell’alba in un baretto di periferia o di una qualunque sgangherata città a vedere se per caso non sia stato usato un capitello del II secolo come base di un tavolino o un pezzo di epigrafe come “supponta” di un ombrellone. È difficile, oggettivamente.
Eppure è proprio questo che ci aspettiamo da loro, convinti come siamo che la loro sia una missione in sostituzione. Già, la classica “mission impossible” in sostituzione degli Enti locali che dovrebbero avere vigili urbani attenti (e preparati), in sostituzione di un Ministero dei Beni Culturali fanfarone che per gonfiare un qualche inventato Direttore, che so? di Reggia, per esempio, toglie fondi e personale a tutto il resto, in sostituzione delle Pro loco che la nuova legge individua come “sentinelle” sul territorio, in sostituzione dei cittadini che non dovrebbero perpetrare scempi (piccoli o grandi), dei cittadini che dovrebbero imparare a chiamare i carabinieri di fronte a un pezzo di colonna usato come fermaporta.
Qualche giorno fa un giornale ha pubblicato la foto di una di queste schifezze suddette (usare un reperto come “supponta”). Ho scritto immediatamente al Soprintendente Buonomo, mio ottimo Amico da molti anni, e alla responsabile dell’area sammaritana, dott. Tomeo, e il giorno dopo la sconcezza è stata eliminata anche con l’aiuto delle forze dell’ordine. Dobbiamo ringraziare l’anonimo cittadino che ha scattato la foto e il giornale che l’ha pubblicata. Gli altri, me in primis, hanno fatto il loro lavoro, lavoro impossibile da fare senza l’aiuto dei cittadini solerti, coscienti del fatto che i reperti archeologici rientrano nella preziosa categoria dei “beni comuni”.

Ma ho l’obbligo di una riflessione: siamo sicuri che intanto a Sessa Aurunca (che rientra nell’area di responsabilità di Tomeo) qualcuno non abbia deciso di usare qualche lastra finemente incisa come decoro del giardino? siamo sicuri che intanto a Baia Felice (che rientra nell’area di responsabilità di Tomeo) qualcuno non abbia deciso di usare un criptoportico come enoteca? siamo sicuri che intanto a Sparanise (che rientra nell’area di responsabilità di Tomeo) qualcuno non abbia deciso che un vaso a figure rosse o nere sta bene proprio nel suo salotto? siamo sicuri che intanto a Calvi Risorta (che rientra nell’area di responsabilità di Tomeo) qualcuno non abbia deciso di usare qualche testa di senatore come base di panchina? A proposito, qualche anno fa vidi proprio questo quadretto tragicomico nella microvilletta pubblica di Roccaromana: baccano, sindaco intelligente, un giovane colto e attento come Dario e le due “cape” (in giro per il mondo ci sono musei dedicati a una “capa” sola …) finirono nella corte interna del Comune. Ora dove sono?
Siamo sicuri che intanto… ok: stiamo pensando a Nembo Kid. Ecco, nel sentire comune i funzionari delle Soprintendenze dovrebbero uscir di casa con il mantello blu.
Comprato con i propri soldi perché il Ministero pensa ad altro.
Insomma, ciò che voglio dire è che un territorio come il nostro assolutamente straordinario per ricchezza di straordinarie presenze storico-artistiche richiede personale ben più numeroso, mezzi ben più cospicui. Ovviamente, da sognatrice, mi aspetto che il Soprintendente venga con me a incatenarsi sotto le finestre del Palazzo Ducale di Piedimonte (lo stiamo perdendo!, come direbbero in TV) da anni in attesa di restauro. Lo so, lo so, mezzo pubblico, mezzo privato: una pacchia per la nostra burocrazia!

Ho citato a caso perché intanto qualcuno potrebbe ricordarmi che in un’altra sgangherata città sta andando in rovina in località Aldifreda un imponente palazzo vanvitelliano che fu del potentissimo Marchese di Squillace. Cito ancora a caso.
Non è facile, davvero, ma intanto impariamo anche noi a fare la nostra parte: impariamo a rispettare i “nostri” Beni, impariamo a scrivere, segnalare, il che faremo più facilmente se, appunto, ci ricordiamo sempre che una statua, un vaso, una lucerna sono “nostri”.
E, comunque, è normale che i mariuoli debbano andare in galera, è normale che chi usa una colonna come panchina riceva una sanzione.
Ripeto: stiamo parlando dei nostri BENI.
di Jolanda Capriglione
Presidente del Centro per l’Unesco