Continua la protesta negli istituti scolastici campani, e in particolar modo tra Napoli e provincia. Negli ultimi giorni il sit-in del Liceo Santissimi Apostoli ha riacceso gli animi combattivi di ragazzi e ragazze, arrivando a tre giorni di sciopero. Oggi, alla scia di contestazioni, si aggiunge il liceo Tassinari di Pozzuoli. Qui gli studenti lamentano regole assurde, strutture chiuse e dialogo tra dirigenza e studenti del tutto assente.
Il comunicato studentesco del Tassinari
Gli studenti del liceo, con un comunicato lanciato dalla pagina social del collettivo scolastico, spiegano le ragioni della loro protesta: «Noi del Tassinari, come tutti gli studenti in questo periodo, continuiamo a combattere per ricevere la sicurezza necessaria all’interno delle scuole , per proteggere noi stessi e le nostre famiglie, per non fermare la nostra istruzione ma condurla ad un miglioramento graduale».
«Noi che ci battiamo per ottenere risultati e non demordiamo dinanzi ad alcun ostacolo,
oggi siamo usciti dalle classi per rispondere ad un sistema che non accettiamo e delle decisioni che non condividiamo».
Quindi la protesta del sit-in, uno sciopero bianco dove gli studenti entrano nell’istituto senza fare lezione. «Il Tassinari oggi, nella sua totalità, ha protestato silenziosamente con un sit-in per dimostrare la nostra volontà di essere ascoltati».
“Telefoni in aula vietati, regola assurda”
La componente studentesca fa poi sapere quello che non va, dall’aula all’intero istituto. E illustrano: «Sono sempre più frequenti le dimostrazioni che la nostra scuola ci da e che ci portano a volerci opporre:
- L’ultima comunicazione che vieta l’utilizzo dei telefoni a scuola e impone di posizionarlo sulla cattedra, su un banco o in una scatola.
- La palazzina, i quali lavori continuano ad essere posticipati da mesi, ormai è chiusa raggirando tutte le promesse che ci sono state fatte da ormai da un anno.
- I continui tentativi caduti nel vuoto finalizzati alla ricerca di un dialogo con la dirigente scolastica che hanno minato la volontà di essere attivi e battersi per ciò in cui si crede, nonostante questa pandemia abbia fatto tanti danni in ognuno di noi, il desiderio di poter cambiare ciò che a noi appare ingiusto è più forte, noi non molliamo.
Alla domanda «perché fate questo sit-in?» gli studenti tengono a far sapere che è «perché siamo stanchi di essere ignorati».