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Shaker Club di Aversa: il ritrovo dove si riscontra una tradizione innovativa

Antonio Di Lauro 06/01/2020
Updated 2020/01/06 at 1:39 PM
4 Minuti per la lettura

Con un ingresso molto accogliente ed il sorriso del proprietario Francesco Conte, ci siamo incamminati in quella che si può ritenere una vera e propria visita dello Shaker club, perché è stato come ripercorrere un angolo del passato tra simboli che lasciano intravedere una passione per l’arte, per la musica ed il cinema ma anche un viaggio negli States tra le targhe automobilistiche dei diversi stati che decorano le pareti.

Il tutto si accompagna con una piacevole musica in sottofondo che ispira alla scelta di un buon calice di vino, uno tra i drink di un’ampia e pregiata scelta di bottiglie frutto di una ricerca condotta con passione e determinazione per fornire al cliente il miglior servizio possibile. Insomma un locale dove si respira l’intreccio di vecchia cantina, bar ed enoteca dove è possibile accompagnare le degustazione con degli ottimi taglieri di salumi e formaggi.

Ma lo Shaker Club è anche un centro dove si crea la consapevolezza di come bere responsabilmente con particolare attenzione alle prescrizioni previste dalla legge per i minori e di avere la cultura della conoscenza di ciò che si sta assaggiando con l’organizzazione di corsi per sommelier e barman.

Abbiamo incontrato il titolare Francesco Conte il cui motto è “nulla capita per caso” che ha accettato di rispondere a qualche breve domanda per spiegare perché è bello gestire un locale dove si somministrano bevande alcoliche in modo etico e responsabile.

Francesco in che modo ripaga la scelta di accogliere i vostri clienti al locale consapevoli che non serve pensare alla serata solo per un ritorno commerciale ma al contrario diventare un punto di riferimento per coloro che desiderano vivere la movida aversana divertendosi senza rischiare per la propria incolumità?

«La soddisfazione di fidelizzare gli ospiti, facendoli sentire tali, e non dei semplici clienti, un sorriso, una stretta di mano, non è soltanto business, altrimenti lascia il tempo che trova. Il tempo ripaga i nostri sforzi, perché tutti ritornano con la gioia di farlo».

Hai girato il mondo, imparato tanto dalle tradizioni e dalle culture dei paesi che hai visitato ma ci hai raccontato anche di un impegno per far conoscere la nostra cultura enologica e attraverso i tuoi drink eccellenze alimentai del nostro territorio. Cosa significa riuscire a fare ciò che si vuole nella propria terra?

«Le contaminazioni sono fondamentali per una crescita, professionale e caratteriale. Sono fortunato ad avere avuto la possibilità di girare il mondo grazie al mio lavoro. Avrei potuto metter tenda in altri mille posti, ma ha prevalso l’amore ed il legame con la mia terra, che, nonostante le influenze, si ripercuote nel quotidiano impegno e nella costante ricerca degli ingredienti per la realizzazione delle mie ricette. Eh si, nulla accade per caso!»

Quindi il consiglio è quello di visitare il locale di Francesco per provare a trascorrere una serata con amici e magari continuare ad arricchire il suo già folto bagaglio culturale del settore con nuove bevande o semplicemente sperimentare insieme qualcosa di inedito.

di Antonio Di Lauro

 

 

 

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