Catello Maresca presentazione "Senso di Marcia" - Photo credit Gabriele Arenare

Senso di Marcia: da Milano a Gela per raccontare la vita dei magistrati antimafia

Redazione Informare 30/10/2017
Updated 2017/10/30 at 12:35 PM
5 Minuti per la lettura

Senso di marcia: due strade parallele, il nero o il bianco, il Bene o il Male. Due direzioni opposte che non possono scendere a compromessi. L’uno è l’antitesi e l’antidoto dell’altro, destinati forse a convivere per sempre in una lotta storica, sociale e culturale. Ciò che li accomuna è il polimorfismo che li caratterizza: non esistono forme definite di Bene e Male ma bisogna essere in grado di riconoscerle, anche perché l’attualità ci racconta storie di quotidiana contaminazione.

Senso di marcia, ma anche punti di vista, perché sono le prospettive che definiscono il modo di concepire il mondo. Una grande distinzione esiste tra Bene, quindi lavoro, cultura, rispetto dei valori e legalità, e Male, nonché illegalità varie e associazioni di persone chiamate “mafia”. Di queste, forse, non si conosce ancora abbastanza perché l’omertà continua a sopravvivere sulle bocche di troppi. C’è chi, ogni giorno, prova a scardinare piccoli pezzi di mafia nel tentativo di distruggerli: sono donne ed uomini, e non eroi, come quelli che la storia ci ha insegnato ad amare, quali ad esempio Falcone e Borsellino, e coloro che nel silenzio delle loro stanze di tribunale, tra carte e scartoffie, provano a ricostruire quel mondo di corruzioni, violenze, riciclaggio, colletti bianchi, estorsioni, nonché quella “montagna di merda” come la definirebbe Peppino Impastato.

 

 

Senso di marcia è anche il libro scritto a quattro mani dal giornalista Leandro Del Gaudio e il magistrato Catello Maresca, in cui si racconta un viaggio da Milano a Gela e che dà voce ai magistrati italiani antimafia, come appunto lo stesso pm che arrestò il boss dei casalesi Zagaria. In occasione della presentazione del libro presso la sala convegni del Magazine Informare, moderato dal caporedattore di SkyTg24 Paolo Chiariello, Maresca ha sottolineato un aspetto fondamentale nella lotta alla mafia: «bisogna capovolgere il nostro punto di vista per il quale le mafie non esistono se non sparano o non commettono omicidi. È vero l’inverso: quando c’è la pax mafiosa è lì che bisogna alzare la guardia, è lì che le mafie stanno programmando e progettando i loro piani. Personalmente – continua Maresca – giro molto nelle scuole e mi piange il cuore quando vedo giovani che lo Stato non aiuta perché forse non li capisce. Lo Stato non può non esserci tra coloro che rappresentano il futuro del nostro Paese». Il magistrato Maresca ha colto l’occasione per anticipare il suo saluto pubblico in quanto dopo 10 anni, ci annuncia di lasciare la Direzione Distrettuale Antimafia per approdare nel pool “Mani Pulite”.

Tra gli interventi al tavolo dei relatori, Francesco Emilio Borrelli, consigliere della Regione Campania, ha affermato: «Dal mio punto di vista non esiste un popolo di persone per bene che elegge gentaglia. Esiste la rappresentanza plastica di ciò che è la società: l’esponente politico è esattamente l’espressione di un modus operandi. Non vorrei trovarmi in un futuro non molto lontano in cui figli e nipoti di boss della camorra ereditano grandi quantità di soldi, si ripuliscono, si educano, ritornano nei nostri territori e poi ci amministreranno». L’evento è iniziato con la proiezione di un docufilm girato da Duccio Giordano, nel quale vengono raccontate la vita e i sacrifici di alcuni magistrati antimafia al fine di ottenere risultati straordinari per la società, come gli arresti eccellenti dei boss Zagaria, Iovine, ecc. “Che senso ha imparare a memoria una filastrocca di coccole sonore se poi torni a casa e i tuoi figli già dormono da un pezzo?”: l’intervento nel docufilm del pm Maresca riassume una quotidianità di imprevisti, ricerca e profondo lavoro. La sala, per l’occasione, è rimasta particolarmente colpita e Tommaso Morlando, presidente del Centro Studi Officina Volturno, ha esordito con una considerevole denuncia pubblica verso coloro che, pur occupando ruoli istituzionali, si definiscono inutili questi incontri e “professionisti della legalità” donne ed uomini, e non eroi, impegnati ogni giorno contro le mafie.

Qui potete trovare la fotostoria dell’evento

di Fabio Corsaro
Foto di Gabriele Arenare

Tratto da Informare n° 175 Novembre 2017

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