Ieri centinaia di barbari hanno sfilato per le strade di Napoli, scortati dalle forze dell’ordine. Non erano solo tedeschi, non diciamoci sciocchezze: era pieno di ultras di tifoserie gemellate e non. Mossi dall’odio e dal razzismo contro il Sud. Assieme ai “tifosi” bergamaschi, anche gli amici tedeschi hanno fatto propria l’educazione italiana. “Terroni di merda”, “Napolizia”, “napoletani bastardi” l’hanno sentito in tanti mentre venivano aggrediti in strada, inondati da questo scarico refluo da fogne non meglio identificate. E non facciamo paragoni con le quattro giornate, vi prego. Sarebbe una mancanza di rispetto per la Storia.
Non erano venuti a vedere la partita, visto il divieto di vendere biglietti ai residenti di Francoforte. Lo Stato li ha lasciati entrare comunque. Abbiamo dovuto vedere gli studenti delle scuole napoletane uscire spaventati dai palazzi di Piazza del Gesù, i commercianti chiudere le saracinesche come possibile, per poi arrivare al punto di rottura e assistere all’orrendo spettacolo di una violenza gratuita e inaudita. Non contro le forze dell’ordine, ma contro Napoli e i Napoletani. Con lacrimogeni lanciati in un centro storico patrimonio dell’UNESCO che poco hanno fatto contro gli ultras e molto hanno fatto contro i residenti della zona.
Quando in piazza non ci sono ultras ma lavoratori, studenti, migranti o chiunque altro lotti per i propri diritti, la repressione è istantanea. Solo qualche giorno fa il movimento dei disoccupati è stato caricato dalla polizia sotto Palazzo San Giacomo, la sede del Comune. In tutta Italia gli studenti vengono pestati di botte se scioperano in strada contro le morti di alternanza e chiedono diritti. Vengono denunciati se costruiscono spazi di aggregazione, come sta succedendo ai ragazzi di Mezzocannone qui a Napoli, ai centri sociali di Torino, e tanti altri.
Un’Italia forte contro i deboli, debole contro i forti. Non c’è nessuna conclusione a questa storia, non è iniziata ieri e non è finita oggi che le strade sono state completamente ripulite. Mentre la rabbia degli oppressi viene repressa con violenza, l’odio razziale e la brutalità gratuita sono all’ordine del giorno. Niente di nuovo: sono organici al corretto proseguimento di un mondo che su odio e violenza ci fonda la propria esistenza.
Io sono fiero di essere napoletano.
Mi vergogno di essere italiano.