Il Parco Archeologico di Pompei da sempre rappresenta una delle mete turistiche più ambite dell’intero palmares campano. Un panorama in continuo divenire in cui gli studi e le scoperte ricorrono con una certa frequenza.
A tal proposito è stato introdotto, proprio per fornire analisi e indagini più accurate di quello che è il patrimonio potenziale, e non, dell’intera zona, un nuovo ausilio tecnologico; il suo nome è Spot e si tratta di un quadrupede robotizzato in grado di ispezionare luoghi anche di piccole dimensioni in tutta sicurezza.
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Il Parco Archeologico di Pompei da sempre rappresenta una delle mete turistiche più ambite dell’intero palmares campano. Un panorama in continuo divenire in cui gli studi e le scoperte ricorrono con una certa frequenza.Tale introduzione rientra nel progetto Smart@POMPEI, finalizzato a una gestione intelligente, sostenibile e inclusiva del Parco, attraverso una soluzione tecnologica integrata.«I progressi tecnologici nel mondo della robotica, dell’intelligenza artificiale e dei sistemi cosiddetti autonomi, hanno prodotto soluzioni e innovazioni più facilmente associate al mondo industriale e manifatturiero, che finora non avevano trovato applicazione all’interno dei siti archeologici a causa dell’eterogeneità delle condizioni ambientali, dell’estensione del sito.Oggi, grazie alla collaborazione con aziende di alta tecnologia e a seguito di queste riuscite sperimentazioni, vogliamo testare l’impiego di questi robot nei cunicoli sotterranei degli scavatori clandestini che stiamo rilevando nel territorio intorno a Pompei, nell’ambito di un protocollo d’intesa con la Procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso». Questo quanto dichiarato dal Direttore Generale, Gabriel Zuchtriegel.
Tale introduzione rientra nel progetto Smart@POMPEI, finalizzato a una gestione intelligente, sostenibile e inclusiva del Parco, attraverso una soluzione tecnologica integrata.
«I progressi tecnologici nel mondo della robotica, dell’intelligenza artificiale e dei sistemi cosiddetti autonomi, hanno prodotto soluzioni e innovazioni più facilmente associate al mondo industriale e manifatturiero, che finora non avevano trovato applicazione all’interno dei siti archeologici a causa dell’eterogeneità delle condizioni ambientali, dell’estensione del sito.
Oggi, grazie alla collaborazione con aziende di alta tecnologia e a seguito di queste riuscite sperimentazioni, vogliamo testare l’impiego di questi robot nei cunicoli sotterranei degli scavatori clandestini che stiamo rilevando nel territorio intorno a Pompei, nell’ambito di un protocollo d’intesa con la Procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso». Questo quanto dichiarato dal Direttore Generale, Gabriel Zuchtriegel.