Informareonline-non-luoghi

S.P.A.C.E.: spazi e giovani oggi, alla scoperta dei non luoghi

Angela Di Micco 19/05/2021
Updated 2021/05/19 at 4:48 PM
7 Minuti per la lettura

Lo scorso 10 Maggio si è tenuto, in diretta streaming, un seminario formativo per ragionare sul potenziale educativo dei “non luoghi”. Cosa sono i “non luoghi” e perché sono così importanti?

Indice
Selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, si pone l’obiettivo di far migliorare le condizioni sociali e scolastiche agli studenti pendolari ad alto rischio di dispersione scolastica, che vivono in aree isolate.Il dibattito, al quale hanno partecipato Ciro Pizzo, sociologo docente UNISOB, Pasqualino Costanzo, responsabile progetto Ass. Comunica Sociale, Mariella Alfano, docente ISIS  Filangieri di Frattamaggiore , Carmela Sannino, Dirigente Cultura Comune di Cardito e Maria Saviano, Ass. Politiche Giovanili Comune di Cardito ha dato una visione generale della questione.Il rapporto evidenzia però che, nell’attuale contesto e quando è stato possibile, i ragazzi hanno preferito incontrarsi in “luoghi più nascosti” invece che dedicarsi ad attività motorie. Le amministrazioni locali infatti, hanno scelto di sacrificare quella fascia di età maggiormente “accusata” di trasmissione del virus. Nel nostro contesto sociale, le uscite sono proprio nelle strade, piazze con assembramenti poco controllabili. Alcuni luoghi, come il parco Taglia a Cardito registrano, dopo il Real Bosco di Capodimonte, presentano una iper frequentazione di giovani e pertanto segnalati come “luogo di incontro”. Per questo motivo il coinvolgimento degli Istituti scolastici e delle Istituzioni diventa di primaria importanza. La Prof.ssa Mariella Alfano, docente di riferimento dell’ISIS G. Filangieri di Frattamaggiore, ha posto l’accento sulla bontà del progetto concentrandosi su come cercare di diminuire la dispersione scolastica: “I ragazzi, soprattutto quelli che vivono realtà familiari difficili, se non giustamente motivati tendono ad abbandonare gli studi. Abbiamo scelto tra le classi terminali una decina di ragazzi a rischio dispersione, ai quali è stato affidato un tutor motivazionale all’inizio, e successivamente come sostegno allo studio. Alcuni sono rientrati nella didattica, ma di sicuro altri, causa criticità di base, di sicuro abbandoneranno. I ragazzi hanno bisogno di credere nel futuro, di sapere che dopo  la scuola ci sarà uno sbocco lavorativo. Ed è qui che entra in gioco l’orientamento esterno che incide di molto sulle motivazioni, così come la collaborazione con aziende (PCTO alternanza scuola-lavoro).”

Se prendiamo in esame il fatto che il relazionarsi è insito nella natura umana, che l’uomo ha bisogno del confronto con i suoi simili per ritrovare se stesso, i modi di essere e di vivere, saremo in grado di comprendere i “non luoghi”. Per questo motivo “We World” ha dato il via al progetto S.P.A.C.E., Studenti Pendolari Acquisiscono Competenze Educative.

Selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, si pone l’obiettivo di far migliorare le condizioni sociali e scolastiche agli studenti pendolari ad alto rischio di dispersione scolastica, che vivono in aree isolate.
Il dibattito, al quale hanno partecipato Ciro Pizzo, sociologo docente UNISOB, Pasqualino Costanzo, responsabile progetto Ass. Comunica Sociale, Mariella Alfano, docente ISIS  Filangieri di Frattamaggiore , Carmela Sannino, Dirigente Cultura Comune di Cardito e Maria Saviano, Ass. Politiche Giovanili Comune di Cardito ha dato una visione generale della questione.

Il quotidiano pendolarismo degli studenti dalla propria casa verso la scuola e la percezione della propria condizione, non solo possono procurare situazioni di stress, ma in alcuni contesti essere anche una delle cause della dispersione scolastica.

Il prof. Pizzo, nel report preso in esame (Report di Mappatura del territorio), ha evidenziato, nel territorio di Napoli e Caserta, i tempi di percorrenza dei soggetti campionati, i mezzi utilizzati per gli spostamenti, gli intervalli di sosta prima dell’ingresso a scuola, le relazioni che i ragazzi hanno con gli altri e l’utilizzo del proprio tempo libero. Per tener fede alla mission del Progetto, il dibattito ha messo in risalto i disagi che la popolazione scolastica vive in un’area complessa anche se non vasta, con una tale conurbazione urbana dove il crocevia dei movimenti è tale da non potersi considerare lineare. (Pasqualino Costanzo).

Una buona percentuale dei 180 ragazzi intervistati ha ammesso che il tragitto casa-scuola è percorso con mezzi propri e con familiari, in un tempo approssimativo tra i 15 ed i 30 minuti, mentre il tempo impiegato nelle relazioni con gli amici prima dell’ingresso, è di circa 15 minuti. Altro punto cruciale è stato capire come viene vissuto il tempo libero dalle incombenze scolastiche, anche nell’attuale contesto pandemico che di sicuro non ha favorito i confronti esterni. Per tale motivo i centri commerciali anche di piccole dimensioni, o i centri sportivi diventano di primaria importanza per soddisfare quell’esigenza di “uscita”.

Il rapporto evidenzia però che, nell’attuale contesto e quando è stato possibile, i ragazzi hanno preferito incontrarsi in “luoghi più nascosti” invece che dedicarsi ad attività motorie. Le amministrazioni locali infatti, hanno scelto di sacrificare quella fascia di età maggiormente “accusata” di trasmissione del virus. Nel nostro contesto sociale, le uscite sono proprio nelle strade, piazze con assembramenti poco controllabili. Alcuni luoghi, come il parco Taglia a Cardito registrano, dopo il Real Bosco di Capodimonte, presentano una iper frequentazione di giovani e pertanto segnalati come “luogo di incontro”.

S.P.A.C.E. ha creato una mappa per agevolare i ragazzi sulla mobilità sui luoghi di frequentazione. Lo scopo è di spronare all’utilizzo di alternativi mezzi di locomozione (bici) visto le piccole distanze tra i paesi, anche se in un contesto non proprio sicuro per il loro utilizzo. (Pasqualino Costanzo)

L’ambiente scolastico, seppur rappresenti un momento importante di integrazione, dovrebbe però essere affiancato a tutte quelle attività extrascolastiche al fin di garantire quella necessaria aggregazione. A tal proposito, l’utilizzo dei social media, quali Instagram, Tik Tok, oltre a mantenere in vita le relazioni con i compagni, mostrano un’attenzione alla cultura dell’immagine proprio per lo scambio di foto o video.

“La periferia a Nord di Napoli, quella di Milano, Torino o Cagliari – spiega Stefano Pizioli Responsabile Advocacy e Programma Italia di We World – hanno in comune i movimenti   intensi ed interni al territorio dove è evidente una necessità di spostarsi, anche per pochi minuti per raggiungere i luoghi di istruzione. Ciò che occorre è l’individuazione di quei luoghi fino ad ora poco identificabili, dove si svolge un’attività educativa fondamentale per la crescita dei ragazzi. Il percorso di istruzione si fa a scuola, ma anche in tutti gli altri luoghi sociali come la strada, i centri commerciali, le palestre, le piazze, i social media.

Per questo motivo il coinvolgimento degli Istituti scolastici e delle Istituzioni diventa di primaria importanza. La Prof.ssa Mariella Alfano, docente di riferimento dell’ISIS G. Filangieri di Frattamaggiore, ha posto l’accento sulla bontà del progetto concentrandosi su come cercare di diminuire la dispersione scolastica: “I ragazzi, soprattutto quelli che vivono realtà familiari difficili, se non giustamente motivati tendono ad abbandonare gli studi. Abbiamo scelto tra le classi terminali una decina di ragazzi a rischio dispersione, ai quali è stato affidato un tutor motivazionale all’inizio, e successivamente come sostegno allo studio. Alcuni sono rientrati nella didattica, ma di sicuro altri, causa criticità di base, di sicuro abbandoneranno. I ragazzi hanno bisogno di credere nel futuro, di sapere che dopo  la scuola ci sarà uno sbocco lavorativo. Ed è qui che entra in gioco l’orientamento esterno che incide di molto sulle motivazioni, così come la collaborazione con aziende (PCTO alternanza scuola-lavoro).”

Con S.P.A.C.E. si cerca di dare  una progettualità di vita. Il punto di partenza è lo spazio  familiare ai ragazzi pendolari ed abituarli a guardare meglio l’ambiente in cui abitano ed immaginarne la trasformazione e un aumento di significatività.

Centri sportivi, educativi, pensiline degli autobus, le piazze devono diventare i presidi educativi per l’ apprendimento,  la  socializzazione,  la speranza. Sono questi i “non luoghi” per recuperare quel gap con le altre realtà del paese in concerto con le istituzioni scolastiche, l’amministrazione, le associazioni e gli enti.

di Angela Di Micco

Condividi questo Articolo
Lascia un Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *