Arriva l’autopsia ufficiale circa la morte del giovane Andrea Papi avvenuta pochi giorni fa in Trentino Alto Adige. La causa della morte del giovane 26enne è dovuta all’aggressione di un orso.
Cosa accadrà dunque all’animale?
La “caccia all’orso”
Confermata la causa del decesso, lapidaria arriva l’ordinanza firmata dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti di identificazione ed abbattimento dell’animale in questione.
Quanto accaduto ha infatti (ri)acceso il dibattito sulla questione e sulla potenziale pericolosità degli orsi, abitanti a tutti gli effetti di queste zone.
Anche il WWF si è espresso a riguardo affermando che «Negli ultimi 20 anni gli episodi di interazione aggressiva di orsi a persone sono stati 7, nessuno dei quali ha portato a conseguenze letali per le persone. Questo tragico episodio rappresenterebbe, il primo caso di attacco mortale di un orso in Italia».
E ancora continua «tenuto conto della gravità della situazione, ritiene che vada applicato il protocollo previsto dal PACOBACE che contempla anche la rimozione dell’individuo».
Il citato Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE), prevede infatti che, in casi estremi, si possa procedere anche in tal senso.
La risposta degli animalisti
Molte le risposte delle associazioni animaliste che cercano di evitare un intervento tanto drastico.
Tra tutte, la LAV si è schierata in difesa dell’animale facendo ricorso al TAR e con un post sui propri profili instagram dal sapore piuttosto amaro:
«Uccidere gli orsi non garantisce la sicurezza dei cittadini, ma versa solamente altro sangue innocente che va a sommarsi a quello già versato. Sono anni che proponiamo alle istituzioni locali delle soluzioni, ma non siamo mai stati ascoltati. Il nostro ufficio legale è già a lavoro per impugnare questa ordinanza che ha più il sapore di una vendetta che di una ricerca di sicurezza per i cittadini».
La stessa madre della vittima parla di un incidente che poteva essere evitato con una gestione più oculata degli orsi nell’area: «Eravamo a conoscenza dei fatti accaduti nel tempo ma non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione».
Forse bisognerebbe solo imparare a convivere, attuando apposite misure di sicurezza e prevenzione, con animali che, di fatto, abitano questi territori da molti anni.
Quale sarà ora il destino dell’orso?