la logica del tempo

RUBRICA UNIVERSITARIA. “La logica del tempo”, un’indagine poetica sull’evoluzione dell’artista

Redazione Informare 15/03/2023
Updated 2023/03/14 at 11:45 PM
5 Minuti per la lettura

Può l’arte rivelarci qualcosa di noi, mostrarci davvero chi siamo stati, svelare le somiglianze con chi siamo oggi? Può la poesia inchiodare su carta gli enigmatici disegni del Tempo, proprio come una fotografia a infrarosso riesce a catturare l’invisibile? Sembra essere questo il principale intento da cui trae respiro la raccolta di Antonio Pietropaoli – già professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea e studioso appassionato, in particolare, di poesia novecentesca – dal titolo “La logica del tempo”, che accogliendo al suo interno testi editi e inediti, disegna una linea evolutiva della produzione artistica dell’autore, rivelandone le trasformazioni ma anche i capisaldi della sua poetica rimasti immutati. Reduce del prestigioso Premio Montano (sezione poesia inedita, 2022), Pietropaoli fa di questo volume una cornice, un prezioso manifesto di una ricerca artistica che lo vede attivo da decenni sulla scena italiana.

La logica del tempo

Ne “La logica del tempo” ritroviamo così una selezione dalle precedenti raccolte – Catantistrofette, La ragnatela di Pirro, Dissezioni e Schegge – per approdare alla sintassi più frammentata delle poesie inedite. Riecheggiano qui suggestioni della più introspettiva produzione novecentesca, non soltanto letteraria: a partire da Apocalisse – “diventerà nero il sole? e la luna si vestirà // di fuoco come il sole” – che dialoga con “Fuoco e ghiaccio”, dell’americano Robert Frost (Conoscenza della notte e altre poesie, 1965), sino ad arrivare ad “Autocoscienza”, presa di consapevolezza da parte del poeta della mancata appartenenza a sé stessi, nei cui versi si rivolge a un certo Vitangelo, l’inequivocabile protagonista pirandelliano di “Uno, nessuno e centomila”. A testi più intimi si alternano momenti di riflessione poetica, di cui è esemplare “Polvere di realtà”, laddove è descritta la tensione nascosta dietro la ricerca di uno stile “che sia padrone
delle cose”, che assecondi l’innata capacità dell’autore di guardarsi intorno e gli consenta di esprimerla in chiave artistica. Nei testi più recenti è proprio il tema del tempo a tradire la sua presenza: la quotidianità incalzante di un’epoca che ci costringe alla rapidità, come evidenzia “Tempi moderni”, dal ritmo compulsivo e frenetico, mentre ironica e dissacrante è “Altri tempi”, celebrazione dell’ormai rara capacità di preservare la vita nelle sue più piccole manifestazioni. Una poesia ricettiva degli eventi storici contemporanei, che descrive una realtà travagliata e difficile (Il complesso del complesso) e ne denuncia le debolezze: così in “De bello e Utopia”, ispirate alle tragedie del nostro tempo, e in “Favoletta di cronaca nera”, drammatica meditazione sul rapporto tra democrazia e poesia. Una menzione particolare merita poi “Esperimento (di soppiatto)”, che è valsa al poeta il Premio Montano, con la sua ingarbugliata – in quanto fedele – rappresentazione della post-modernità.

Una poesia vivace e attenta

Una poesia che sa farsi sagace e pungente all’occorrenza, che si nutre di uno sguardo puntuale sulla quotidianità e sa perfettamente quando sorprendere il lettore. Versi in cui l’universale si nasconde nel dettaglio – con una sensibilità non distante dai poeti europei del Novecento, quali Wisława Szymborska e Jacques Prévert – e con variazioni di stile aperte alla contaminazione linguistica (che spazia dal latino al dialetto napoletano) e una musicalità marcata, dettata spesso dall’abbondanza di aggettivi e da un uso ricorrente dell’asindeto. «Credo nella poesia serio-comica, d’assalto o sottovoce, che tormenti e strazi le viscere del lettore-ascoltatore o con una grassa risata o con un velo di tristezza (e persino di malinconia) o con una scarica di parole insulse», confida alle pagine Pietropaoli, restituendo ai versi la sempiterna capacità di innescare potenti circuiti emotivi. Versi, i suoi, vividi e onesti, che – senza badare alla folle logica di un tempo che, nei confronti della poesia, prova un timore illegittimo – viaggiano spediti all’indirizzo di chi ancora non esita a farne potente strumento catartico e conoscitivo, del mondo e di sé stessi.

di Annateresa Mirabella

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