Riportata la nota dell’Assessorato ambiente, cultura e sviluppo economico del Comune di Casal di Principe in merito alla ripartizione in percentuale della 411, la misura del Piano Sviluppo Rurale 2014-2020 fondi europei per le riprese del comparto agricolo e zootecnico.
“Figli di un Dio minore? Notate qualcosa che non va?
Inoltre da ulteriori approfondimenti fatti mi ritrovo di fronte ad una serie di questioni che ritengo opportuno sollevare in maniera pubblica perché ritengo che la politica sia soprattutto questo. Dalle riflessioni emerge quanto segue:
1) TASK FARCE fallimentari. Fino ad ora l’intervento delle Tak force non hanno ottenuto i risultati previsti se non quelli di decimare capi di bestiame non riuscendo a controllare l’elevata incidenza dei casi di brucellosi e l’abbassamento prevalenza del rischio di infezione.
Allo stato attuale la necessità è quella di dare un supporto concreto agli allevatori instaurando con loro un rapporto di collaborazione vero non solo nella profilassi diretta ma anche analisi indirette al fine di far emergere il rischio epidemiologico di ogni singola stalla. Obiettivo: arrivare allo stato sanitario di “indenne” nel modo più rapido possibile.
2) È vero, nel 2015 si è rilevato un evidente abbassamento dell’incidenza della brucellosi, ma si sono analizzati i dati? Si sono verificate le condizioni contingenti? Nessuno ha mai pensato che ci potesse essere una correlazione causa effetto tra le vaccinazioni degli anni precedenti e l’abbassamento dell’incidenza della brucellosi? E I controlli? Sono serviti, certo, ma quanto hanno inciso sul dato complessivo finale?
3) In riferimento ai reflui, sono sempre più convinta, nel leggere i report, che le cause legate al diffondersi della malattia non sono da riscontrarsi tanto nel singolo caso di sversamento illegale che seppur marginale a gran voce va condannato sempre, quanto ad una difficoltà e fragilità idrogeologica del nostro territorio, ai cambiamenti climatici, al malfunzionamento dei consorzi di bonifica. Su tutto questo chi deve intervenire? Chi deve programmare? È l’inerzia delle Istituzioni a chi imputata?
4) Gli allevatori casertani sono stati recentemente “accusati” dai saccenti di turno in tribunali mediatici senza contraddittorio di favorire la speculazione economica con gli abbattimenti di capi, inverosimilmente infetti, col chiaro fine di raggirare le normative a sostegno del comparto.
Ebbene, forse sono i primi che evidenziano che è proprio nelle regolamentazioni lacunose che si annida la possibilità del raggiro di certo non per mano o volontà dell’allevatore bufalino che ha tutto l’interesse ad allevare capi di razza mediterranea, ma probabilmente per mano di chi commercializza animali esteri con l’alibi delle “stalle di sosta”.
5) Una delle poche certezze che ho: nessun allevatore ha mai voluto la brucellosi nella propria azienda né è convinto di volerci convivere. Quello che da sempre si contesta è l’univoca modalità di eradicazione della brucellosi dagli allevamenti: l’abbattimento.
E su questo si precisa che gli allevatori casertani non sono contro gli abbattimenti di capi infetti ma sono a favore di un programma di prevenzione alla stregua del piano di Teramo unito ad un controllo delle faune selvatiche, al miglioramento della biosicurezza, e all’ efficienza dei controlli finalizzati ad indagini epidemiologiche che facciano evincere le criticità di biosicurezza dell’azienda.
6) Ebbene, forse non tutti sanno che sono stati proprio gli allevatori casertani a volere la normativa sulla ricerca dell’RB51 in fraudolenza, una raccolta firme che ha visto oltre 500 allevatori, attraverso le rispettive associazioni di rappresentanza, a chiedere che la normativa venisse applicata…sperando non solo ma anche a Caserta ma in tutta la Campania.
7) Ecco che proprio in considerazione di ciò gli allevatori bufalini casertani, a differenza di quanto sostenuto dai saccenti nei canali mediatici, chiedono l’applicazione delle direttive previste dal piano di vaccinazione di Teramo che prevede:
o Abbattimento dei capi positivi
o Vaccinazioni delle vitelle da 6 a 9 mesi
o Divieto di vaccinazione capi adulti
o Utilizzo della vaccinazione per contrastare l’incidenza dell’infezione in particolare nei 4 comuni di Castel Volturno, Cancello ed Arnone, Grazzanise e Santa Maria La Fossa.
o Ulteriore allargamento delle vaccinazioni ai comuni limitrofi: Villa Literno, Pignataro Maggiore, Carinola, Capua, Francolise, Mondragone e San Tammaro.
o Identificazione della dicitura di “indenne con vaccinazione” del solo allevamento e non della Provincia, Comune o Regione di ubicazione”.