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Riforma della Giustizia: no dei magistrati e tensioni nella maggioranza

Cristina Siciliano 04/02/2023
Updated 2023/02/04 at 1:45 AM
5 Minuti per la lettura

Ci risiamo. La destra italiana ha riaperto, ex novo, l’armadio dei suoi fantasmi, rilanciando la campagna contro le intercettazioni e contro l’informazione. A una settimana di distanza dall’attacco ai pm sulle intercettazioni, che ha provocato tensioni all’interno della maggioranza, il ministro della giustizia Carlo Nordio sembrerebbe alleviare la presa.

«Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile». Così la premier, Giorgia Meloni, in una nota diffusa al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il ministro della giustizia, Carlo Nordio, per discutere dei prossimi provvedimenti in tema di giustizia.

Le innumerevoli tensioni

L’incontro arriva dopo che la premier ha ribadito la sua fiducia nel Guardasigilli, finito nelle polemiche per la sua intenzione di limitare le intercettazioni. A pagare il prezzo politico di questa deriva è sicuramente la Meloni.

La premier sa che il suo elettorato reclama coerenza nella lotta all’illegalità, e l’immagine di Fratelli d’Italia come partito d’ordine rischia di venire compromessa dalla guerra di Nordio alle intercettazioni. Sommiamo poi, la quota di cittadini che resta sensibile alla libertà di stampa, riconosce il dovere di informare, cui corrisponde il diritto ad essere informati, senza che sia il governo a decidere cosa comprendere e cosa escludere dal flusso quotidiano delle notizie.

Questi inabili tentativi di controllo sul mondo delle procure e sui giornalisti, per condizionare il loro lavoro limitandone gli ambiti, in un controsenso logico vengono annunciati in nome della libertà.

Tra i temi al centro dell’incontro, oltre a quello di una riforma della giustizia che punti a “ridurre i tempi dei processi, nel civile e nel penale” e alle intercettazioni e all’abuso d’ufficio, la riforma inerente alla separazione delle carriere.  A tale proposito, la presidente della Commissione Giustizia del Senato, l’avvocato Giulia Bongiorno, ha presentato due disegni di legge alla Camera e al Senato per la separazione delle carriere dei magistrati.

L’intreccio tra questioni politiche e giuridiche

Con le parole del ministro si è aperto uno scontro tra magistratura e politica che non si ricordava dai tempi dei governi guidati da Silvio Berlusconi.  Non è un caso che Forza Italia – alla quale si è aggiunto il Terzo Polo dall’opposizione – è apparsa sulla stessa linea di Nordio.

Molto più tenue, invece, è stato il sostegno della Lega e, anzi, proprio il leader leghista Matteo Salvini il 21 gennaio ha affermato: «La politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa». Di conseguenza, uno stop a Nordio.

Il 24 gennaio, è intervenuto anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella, nella sua veste di presidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm).

«Attraverso l’esercizio trasparente del governo autonomo, il consiglio superiore deve garantire, l’autonomia della giurisdizione. La magistratura – ha aggiunto Mattarella – ha nei valori costituzionali, le risorse per affrontare le difficoltà e per assicurare, il rispetto della legalità indispensabile per la vita e la crescita civile della società».

Conte a Nordio: “Hai fatto come Ponzio Pilato”

«Caro ministro Nordio, in parlamento ti sei lavato le mani come Ponzio Pilato. Da anni conduci una crociata contro le intercettazioni e la divulgazione di notizie e informazioni riservate. Ma ora che l’abuso lo avete fatto voi, cosa farai? Cosa rispondi?». Così il presidente del M5s Giuseppe Conte, in diretta sulla sua pagina Facebook, si è rivolto a Nordio, in merito alla vicenda di Andrea Donzelli e Andrea Delmastro Delle Vedove sul caso Cospito. Il M5s ha chiesto al governo di revocare l’incarico del sottosegretario Delmastro.

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