Lo scorso sabato si è tenuta la cerimonia ufficiale di riapertura della Chiesa di Santa Caterina di Alife, edificio religioso che affaccia sull’omonima piazza del centro storico.
La chiusura della chiesa avvenne in seguito ai danni subiti dal terremoto che colpì il Matese nel dicembre del 2013. A sei anni dal sisma e dopo un lungo restauro, l’edificio è stato restituito al culto dei fedeli con solenne cerimonia eucaristica officiata dal Vescovo Orazio Francesco Piazza. A coadiuvare la cerimonia, i sacerdoti Don Pasqualino Rubino, parroco della Cattedrale di Santa Maria Assunta, e Don Alfonso De Balsi, parroco di Santa Caterina. Inoltre, ha partecipato l’intera amministrazione comunale, retta dal sindaco Maria Luisa Di Tommaso, e la delegazione dei comandi locali dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale. Nel corso della santa messa, il Vescovo Piazza ha benedetto i evidenziato la meritoria opera di restauro della Chiesa che potrà accogliere nuovamente i fedeli alifani.
«La sinergia tra Comune e Chiesa, così come tra tecnici e maestranze, ha permesso di realizzare un’opera tanto attesa dalla comunità locale. I nostri fedeli sono tanto legati a questo luogo religioso quanto devoti al culto di Sant’Anna» ha affermato il sindaco Di Tommaso. Il sindaco ha ringraziato don Alfonso De Balsi, gli operai e l’azienda esecutrice dei lavori. Anche la popolazione ha ricevuto parole di lode « ritrovatasi unita e compatta, oltre che fiera e orgogliosa della sua storia e della sua tradizione religiosa». Infatti anche i cittadini hanno partecipato al restauro offrendo i nuovi banchi di preghiera e altre suppellettili.
La ristrutturazione
I lavori di restauro, con un progetto del Comune seguito dall’assessore delegato Angelo Delli Veneri, sono tesi al miglioramento sismico dell’intera struttura. Inoltre, non sono mancate misure di ripristino e conservazione delle opere originarie. Esempio ne sono i trattamenti idrorepellenti per la preservazione delle pareti tufacee a vista e il ripristino delle tegole canadesi. È stata, inoltre, realizzata una controsoffittatura interna in lamelle di legno per ricreare la spazialità originaria e mitigare l’inserimento degli incatenamenti metallici programmati nei giunti.
di Maria Rosaria Race