La resilienza è la capacità di autoripararsi dopo un danno e di riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante situazioni difficili. In altre parole la resilienza consente di affrontare gli eventi stressanti/ traumatici e di addattarsi alle avversità. Pandemia di Covid-19 e gli effetti che ha portato con sé sicuramente rappresentano un’occasione per mettere a dura prova la nostra forza d’animo.
Origini del termine “resilienza” e significato
Il termine resilienza richiama la matrice latina del termine (“resilire”, da “re-salire”, saltare indietro, rimbalzare), per esprimere la capacità dell’individuo di fronteggiare una situazione stressante, acuta o cronica, ripristinando l’equilibrio psico-fisico precedente allo stress e, in certi casi, migliorandolo.
Nell’ambito della scienza dei materiali, “resilienza” indica la proprietà che hanno alcuni elementi di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a deformazione.
In biologia e in ecologia la resilienza esprime la capacità di un sistema di ritornare a uno stato di equilibrio in seguito ad un evento perturbante.
Essere resilienti non significa infatti solo saper opporsi alle pressioni dell’ambiente, ma implica una dinamica positiva, una capacità di andare avanti, nonostante le crisi, e permette la costruzione, anzi la ricostruzione, di un percorso di vita.
La resilienza nell’individuo
La resilienza non è un tratto immodificabile e stabile della personalità, ma una facoltà che può essere migliorata attraverso l’impegno e l’esercizio. Implica una serie di comportamenti pensieri e atteggiamenti che possono essere appresi e sviluppati in ciascun individuo.
Coloro che possiedono un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. Si tratta, sostanzialmente, di persone ottimiste, flessibili e creative, che sono in grado di lavorare in gruppo e attingono spesso alle proprie e altrui esperienze.
La resilienza è, dunque, una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all’esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al cambiamento dei meccanismi mentali che la sottendono.
Le caratteristiche delle persone resilienti:
- Impegno, ovvero la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività:
- Locus of control interno, la convinzione di poter dominare gli eventi che si verificano al punto da non sentirsi in balia degli stessi;
- Gusto per le sfide, ossia predisposizione ad accettare i cambiamenti non vivendoli come problematici.
Avere un alto livello di resilienza non significa non sperimentare affatto le difficoltà o gli stress della vita, significa avere le risorse per riuscire ad affrontarli senza farsi sopraffare dagli eventi stessi.
Inoltre, un elevato grado di resilienza non presuppone essere infallibili ma disposti al cambiamento quando è necessario. Disposti a pensare di poter sbagliare, ma anche di poter correggere il corso degli eventi.
Resilienza in famiglia
La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova le famiglie che hanno dovuto trovare il modo di reagire di fronte a una minaccia nuova sia per loro che per l’intera comunità.
Durante la pandemia molte famiglie sono state colpite da lutti, altre si sono trovati a fronteggiare la malattia propria e/o del loro congiunto. Durante i mesi di reclusione, molti hanno dovuto modificare le loro abitudini quotidiane e trovare nuovi modi di relazionarsi con il mondo esterno e con i propri familiari.
In situazioni di difficoltà non tutti i membri della famiglia sono toccati dal dramma allo stesso modo e con la stessa intensità. Alcuni possono tirare la famiglia in avanti, altri, al contrario, ne frenano l’adattamento.
Rasilienza familiare: i fattori determinanti
Secondo lo psichiatra Michael Delage, autore di studi sulla resilienza, i fattori che interagiscono nel processo di resilienza familiare possono essere suddivisi in sette gruppi principali:
- La convinzione sviluppata da uno o più membri in famiglia secondo cui si può, malgrado tutto, uscire da una situazione drammatica.
- La possibilità di avere una certa presa sulla situazione. Inizialmente ci si sente impotenti, gradualmente si trova il modo di reagire e di esercitare qualche forma di controllo sugli eventi. Di conseguenza, ci si sente più tranquilli, la speranza si alimenta, la sensazione di controllo aumenta.
- Mantenere e ristabilire un funzionamento organizzato. La famiglia deve poter continuare a svolgere le sue funzioni, sia pure modificando la suddivisione delle responsabilità (se è necessario).
- La possibilità di ritrovare una qualche sicurezza o protezione sulla base delle relazioni preesistenti, sia interne alla famiglia sia esterne.
- Un’etica relazionale, che consente di prestarsi reciproca attenzione e di affidarsi gli uni agli altri senza timore di essere prevaricati o ignorati, sottovalutati o traditi. La famiglia sviluppa qualità morali di equità, giustizia e lealtà.
- La capacità di mentalizzazione, che consente di rappresentarsi il futuro. Si racconta la verità vissuta per meglio padroneggiarla. Si cerca un nuovo cammino senza perdere la rotta.
- L’apporto positivo dell’ambiente esterno. I parenti, il quartiere, la comunità, la società, le associazioni, possono essere dei validi supporti alla resilienza.
di Marta Krevsun