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“Red Rocket” arriva alla Festa del Cinema di Roma

Marianna Donadio 05/11/2021
Updated 2021/11/05 at 5:38 PM
4 Minuti per la lettura

“Lo chiamano il sogno americano perché devi essere addormentato per crederci”. Lo diceva il comico George Carlin e sembra volerlo confermare il regista Sean Baker con la sua ultima sorprendente pellicola: “Red Rocket“. Il film, presentato al Festival di Cannes e vincitore del Premio della Giuria e della Critica al Deauville Film Festival, è arrivato alla 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione “Tutti ne parlano”, per la sua primissima proiezione in Italia.

Divertente, emozionante e crudamente realistico, questo lungometraggio immortala l’America che si nasconde dietro le vetrine, usando come sfondo il Texas conservatore ai tempi della campagna elettorale trumpiana, dove il nazionalismo tossico e l’ormai deteriorata idea di American Dream si fanno sentire più forte che mai.

Mikey “Saber” Davis, magistralmente interpretato da Simon Rex, è un ex pornoattore fallito che fa ritorno alla città di origine, in Texas, cercando ospitalità dalla moglie Lexi (Bree Elrod), che convive con la madre (Brenda Deiss). Una volta ottenuta la loro ospitalità, Mikey si impegna a tornare ad un’apparente normalità, recuperando il rapporto con la moglie e la suocera e aiutandole economicamente, lavorando come spacciatore. L’incontro con Strawberry (Suzanna Son), un’appariscente diciassettenne che lavora in un negozio di dolciumi, lo farà però tornare al suo vecchio stile di vita.

La relazione che nasce tra i due, come tutti i rapporti umani stabiliti dal protagonista, nasconde alla base un mero scopo utilitaristico e approfittatore. Eppure è proprio così, approfittando dei suoi rapporti con famose pornostar, che Mikey era arrivato in alto, prima di rimanere vittima della sua stessa ambizione. Il mondo di Hollywood su cui aveva scommesso tanto lo ha infatti scaricato, dopo anni di lavoro, facendolo passare dagli alti di una vita di lusso ai bassi di una condizione di semi barbonismo, con un passato che non gli consente sbocchi lavorativi, se non lo spaccio.

Il film non mostra alternative: nella scalata verso il successo, vista erroneamente come unica via di fuga da una vita mediocre, è intrinseca una buona dose di crudeltà e di egoismo, che non mancano al nostro protagonista. Ma l’America continua ad arricchire le sue vetrine con i prodotti di questa ingiusta e crudele corsa verso la fama hollywoodiana, capace di seppellire i sogni e le potenzialità di una ragazzina, facendone una cinica, seppur ingenua, adulta.

“Red Rocket” si rivela alla fine una riuscitissima combinazione di amaro umorismo e scene che colpiscono allo stomaco, il tutto sotto la guida di una regia meticolosa, che non lascia nulla al caso e che si avvalora spesso di uno zoom-crash tarantiniano. Imperdibile. Dopo “Tangerine” (2015) e “Un sogno chiamato Florida” (2017), Baker riconquista il grande schermo con quello che si annuncia un grande successo che lascerà spazio a numerosi dibattiti.

Il film, prodotto dalla A24, sarà diffuso negli Stati Uniti solo il 3 dicembre. In Italia, dove verrà distribuito dalla Universal, la data di uscita non è ancora nota. Una cosa però è certa: ne sentiremo parlare.

di Marianna Donadio

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE

N°223 – NOVEMBRE 2021

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