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«Quel sangue non muore»: l’evento in memoria dei 6 ghanesi uccisi a Castel Volturno

Redazione Informare 16/09/2022
Updated 2022/09/16 at 10:15 PM
4 Minuti per la lettura

Come ogni anno, il 18 settembre 2022 si ricorda la “strage di Castel Volturno” in cui persero la vita 6 ghanesi innocenti. Fu un segnale tremendo della camorra che voleva incutere terrore a tutta la popolazione italo-africana del litorale domitio.

La commemorazione delle vittime della strage di Castel Volturno

Due giornate commemorative, domenica 18 e lunedì 19 settembre saranno celebrate a Castel Volturno.

Domenica 18 presso la Parrocchia S. Maria dell’Aiuto sarà celebrata l’eucarestia alle ore 11:00.

Lunedì 19 è invece previsto un incontro con i bambini, presso la scuola media Garibaldi, e verrà realizzato un omaggio floreale per le vittime dell’omicidio.

«A quattordici anni di distanza siamo ancora impegnati a mantenere vivo il ricordo di quelle vittime innocenti e del gesto eroico del testimone, perché il loro sacrificio non resti vano, ma produca un forte risveglio delle coscienze in modo da far rinascere questo territorio come “casa di tutti”, amata e rispettata».

Spiegano in una nota gli organizzatori delle due giornate commemorative.

Joseph Aymbora: l’unico uomo sopravvissuto alla strage

L’unico sopravvissuto all’enorme volume di fuoco di quel giorno fu Joseph Aymbora, un giovane ghanese, che ferito alle gambe, si finse morto, e fu il testimone coraggioso grazie al quale i giudici poterono condannare gli assassini all’ergastolo. Morto nel 2012, in seguito alle ferite riportate nell’agguato, a Joseph è stata riconosciuta la medaglia al valor civile nel 2013.

L’esempio di Joseph

Sull’esempio di Joseph e di tanti italiani e immigrati, che ogni giorno vivono onestamente, con grandi sacrifici e passione, occorre sentirsi tutti protagonisti del cambiamento, nessuno escluso.

E’ l’invito che ci viene anche da Papa Francesco per la 108° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il 25 settembre prossimo: “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione”. Qualche anno prima, nel 2019, lo stesso Papa Francesco aveva firmato il prezioso “Documento Sulla fratellanza umana per la pace e la convivenza comune” insieme al Grande Imam di Al-azhar, Ahmad Al Tayyeb, in cui si ribadisce l’importanza di promuovere la piena cittadinanza di tutti: “Il concetto di cittadinanza si basa sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo è necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre società il concetto della piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoli”.

Accogliendo questo invito e nel nome dei nostri fratelli barbaramente uccisi, in questa giornata della Memoria, ci sentiamo tutti uniti: cristiani, musulmani, credenti di ogni fede religiosa e persone che credono nella giustizia per affermare ancora una volta la dignità di ogni persona senza distinzioni e l’impegno a costruire insieme la città del futuro. Mai più la violenza! Mai più la discriminazione basata sulla nazionalità, sul colore della pelle o sulle condizioni economiche o giuridiche! Ognuno deve fare la sua parte per migliorare la situazione, in particolare le istituzioni pubbliche, che hanno il dovere e la responsabilità di accogliere il contributo di tutti senza lasciare indietro nessuno. Il 18 settembre ci ricorda che ogni omissione e ingiustizia può essere pagata anche con la vita degli innocenti.

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