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Procida: non solo “l’isola di Arturo” ma anche di “Fondali di luce”

Redazione Informare 16/03/2023
Updated 2023/03/16 at 11:41 AM
5 Minuti per la lettura

Nell’immaginario collettivo italiano, Procida è “l’isola di Arturo”, quella in cui c’è un padre assente, un ragazzo solitario e un imponente penitenziario. Nel 2022, è stata eletta come città italiana della cultura diventando una meta ambita non solo per i turisti. E forse è stata proprio questa nomina a far nascere l’esigenza di ritrovare il profondo legame dell’isola con la terraferma e di renderlo tangibile attraverso l’arte.

Quando Antonio Ciraci, direttore artistico della Casina Vanvitelliana, chiede al gruppo laboratoriale “Se Dici Mani” (formatosi nel 2018) di produrre un evento dedicato al rapporto di Bacoli con Procida, la risposta non può che essere affermativa: il fulcro dell’arte di queste artiste è patrocinare la salvaguardia della Terra. Essendo un site specific, è stato necessario comprendere le affinità tra questi due luoghi separati dal mare e, in un secondo momento, pensare ai mezzi artistici per realizzarlo; un lavoro che ha occupato le artiste per diversi mesi.

Legami: una mostra che connette Procida alla terraferma

La mostra “Legami”, nome scelto per ricalcare la forte connessione tra Procida e la terraferma, è stata allestita nella Casina Vanvitelliana, nel Parco Borbonico del Fusaro, e aperta al pubblico dal 27 ottobre al 27 novembre 2022. Legata alla tradizione dei pescatori, è un’esperienza sensoriale di apertura alle suggestioni che inizia con una corda pronta a guidare lo spettatore in un corridoio largo e semicircolare nella quale le opere si presentano gradualmente alla vista fino all’ultima “Fondali di luce”, essenza del mare.

Le foto visibili nel percorso sono il corollario del vero significato di questo progetto, ossia il tragitto da percorrere per arrivare a Procida. Tra scatti in bianco e nero di stralci ritraenti piedi sulla spiaggia e pesci, la lettura di poesie riprese dalla brossura “Trivio” e la musica del mandolino di Luigi Papa, ISO/LITUDINE ha reso questo viaggio sincretico e stimolante perché, come sostiene una delle fondatrici di “Se Dici Mani” Anna Crescenzi, «l’isola non è isolamento, ma un continuo prendere e dare con la terraferma, scambi che arricchiscono entrambi e avvengono attraversando il mare».

Fondali di luce: l’essenza del mare in un’opera d’arte

La commistione tra le diverse arti agisce sullo spettatore con questo intento, cercando di allontanare l’idea di isolamento e solitudine da uno dei posti più caratteristici d’Italia. Lasciarsi incantare dalla bellezza astratta di “Fondali di luce”, una grande scultura di carta dalla forma ondulata le cui dimensioni sono 2,40 x 5 m con dei rilievi rappresentanti il mare che si staglia sulla spiaggia e parti in oro realizzati grazie a fogli di lamina, è come ritrovarsi dinnanzi alla distesa del mare perdendosi tra i bagliori emanati dai riflessi dell’acqua.

Emblematico è l’uso della corda che si carica di significati intimi in quanto non solo si lega alla tradizione dei pescatori, ma si personifica diventando essa stessa il “legame”, colei che unisce l’isola alla terraferma e conduce nell’esperienza il visitatore. Anna Crescenzi, Mina Di Nardo, Consiglia Giovine e Anna Maglio hanno reso possibile questo progetto che si inserisce in un’esperienza sensoriale e percettiva fuori dal comune alla ricerca di un legame più viscerale con la bella isola.

Difficilmente la mostra potrà essere riesposta per il concept di cui si fa carico; infatti, come ha affermato il critico d’arte Luigi Fusco, “Legami” è un progetto «dedicato alla narrazione degli elementi culturali e paesaggistici di Procida, con l’intento di legarli al mondo». Tuttavia, il gruppo d’arte “Se Dici Mani” è aperto a ogni eventualità e quindi non si esclude la possibilità di poter vivere quest’esperienza dal vivo o, comunque, di assistere a qualcosa con la stessa cifra espositiva.

Procida, con “Legami”, diventa oggetto di arte, anzi, diventa arte stessa, e quel mare che la separa dalla terraferma si tramuta nel miglior soggetto rappresentabile. Non è più solo di Arturo, Procida è entrata nei cuori di chi ha potuto partecipare alla mostra e di chi ha sperimentato la visione di “Fondali di luce”.

di Antonia Erica Palumbo

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