Recensione di “Prima di domani”, nuovo young drama in proiezione nelle sale cinematografiche
Sinossi
Samantha (Sam) apparentemente ha tutto: il gruppo di amiche più cool del liceo, il classico fidanzato belloccio e spasimanti ad ogni angolo di corridoio. Come tutti i teen movie che si rispettano, l’ambientazione scolastica riporta in auge le faide che coinvolgono gli studenti fighetti contrapposti ai reietti, di cui Sam, insieme alle sue amiche, si fa giudice e carnefice. Dopo la solita festa fatta in casa del ragazzo i cui genitori sono partiti, a causa di un incidente, Sam muore. E no, non è questa la fine del film. Da questo momento in poi la giovane Sam sarà costretta a rivivere la sua ultima giornata infinite volte, in un loop temporale che la porterà a scavare nei piccoli gesti della quotidianità per trovare una via d’uscita da questa trappola temporale.
Commento
La differenza sostanziale tra questo film e le tante, troppe, pellicole che vedono un giovane combattere contro un evento soprannaturale per uscirne migliorato è il tono. Si accavallano tematiche importanti, dal bullismo all’omosessualità, dovute all’eterogeneità dell’istituto scolastico, e ciascuna occupa il proprio spazio narrativo. Il tono è tutt’altro che scanzonato, permettendo al film di allontanarsi dai teen movie di matrice disneyana e di avvicinarsi ad un thriller drammatico che, solo in alcuni punti, ti trascina in profonde e angoscianti riflessioni.
L’idea è ottima, la trama interessante e il cast scelto in modo intelligente. Zoey Deutch (Sam) mantiene l’intero film sulle spalle, regalando allo spettatore attimi di compenetrazione con il proprio personaggio intervallati da momenti di monotonia, dovuti, in parte, alla trama volutamente ripetitiva del film. La tecnica giovanile di Ry Russo – Young è da annoverare tra le note positive di “Prima di domani”, essendo realmente rare le sbavature della regia.
L’approccio alla tematica principe del bullismo è realistica, caratteristica che, paradossalmente, rende questa trasposizione un unicum del genere, senza cadere in luoghi comuni o fantasie. È nel bullismo il vero insegnamento del film e nelle conseguenze a cui questo può portare.
Diventa ciò che (non) sei
La chiave di volta dell’intera pellicola è nello smascheramento del vero animo della protagonista, la quale rivive sempre lo stesso momento fino a far fuoriuscire la propria essenza. Il tutto parte da una frase che intravede durante la festa: “diventa ciò che sei”.
Il fatto che l’idea alle spalle del film sia interessante non rende la pellicola un successo. Ok la scelta del cast e la regia stilistica, ma il film non è esente di gravi difetti che lo allontanano da quello che può essere un buon blockbuster. Innanzitutto si deve parlare del finale. Senza fare spoiler possiamo affermare che il finale (attenzione: non il colpo di scena) è ciò che lo spettatore si aspetta dal primo momento della pellicola, ormai un clichè di questa categoria cinematografica. L’arco narrativo ha un suo inizio e una sua fine, ma lascia irrisolta più di una domanda. Una su tutte: cosa c’è dietro? Non lo sapremo mai. Menzione la meritano, infine, i continui, visti e rivisti, luoghi comuni dei teen movie liceali come l’eterna friendzone del ragazzo innamorato di lei, il rapporto conflittuale con i genitori e la sorellina, fino ad arrivare alle frasi strappalacrime finali.
Menzione interessante, ma totalmente fine a se stessa, è quella al mito classico di Sisifo.
Al contrario della protagonista, il film diventa ciò che non è. Si presenta come un film interessante, dall’ottimo cast e dalla buona regia, ma cade nei soliti contenuti del genere drammatico oltreoceano, deludendo le attese e le premesse iniziali.
Voto: 5
A cura di Savio De Marco