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Prestazioni pediatriche ancora non garantite ai figli di immigrati irregolari!

Donato Di Stasio 03/12/2021
Updated 2021/12/03 at 4:55 PM
11 Minuti per la lettura

“Non esistono cittadini di serie A e di serie B”: è una frase che a volte si sente quando una nuova amministrazione politica vince le elezioni e si insedia ai vertici dei palazzi comunali o regionali. Tuttavia, non sempre si riesce a reputare la popolazione in egual modo, o a far godere tutti gli individui presenti su di un determinato territorio degli stessi diritti. È quello che è successo e continua a succedere in Campania, una tra le regioni italiane che ancora non garantisce prestazioni pediatriche ai figli di immigrati senza il permesso di soggiorno o la cittadinanza italiana.

Indice
In Campania, come detto in precedenza, il diritto dei figli di immigrati irregolari di ricevere assistenza pediatrica è correlato al possesso del codice fiscale. Per ovviare a questa problematica, in regione sono stati adottati i codici STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) ed ENI (Europei Non Iscritti), che danno sì la possibilità di accedere alle cure e all’assistenza, ma non di usufruire di tutti i servizi necessari.
Per esempio, malgrado si ritenga che ai cittadini in possesso della tessera STP siano assicurate, nei servizi sanitari pubblici e privati accreditati, le prestazioni sanitarie, in Campania esse sono garantite da strutture provvisoriamente accreditate solamente dove l’offerta sanitaria delle aziende pubbliche risultasse “gravemente” carente, tanto da compromettere l’esito delle cure. Ciò risulta abbastanza grave in un territorio come Castel Volturno, dove non esistono presidi pubblici adatti alla causa dei minori, e quindi i cittadini sono costretti a spostarsi in altri paesi abbastanza lontani e difficili da raggiungere.
Inoltre, questo tipo di servizio sanitario garantito attraverso il codice STP dà la possibilità di utilizzare ambulatori sprovvisti di pediatri, nei quali le prime fasi di vita di un bambino non possono essere affrontate.
In effetti, questo è un dato incoraggiante: la Regione Campania, modificando la piattaforma online adibita alla prenotazione dei vaccini, ha dato l’opportunità a stranieri senza permesso di soggiorno e comunitari senza residenza di prenotare l’inoculazione.
E, attualmente, è la prima regione italiana per numero di Green Pass rilasciati a cittadini non regolari nel nostro paese, dimostrando un’ottima sinergia con l’Asl di Caserta e le organizzazioni/associazioni dei territori, come Emergency. Sulle prestazioni pediatriche, però, l’assessore ha detto che «novità significative non ce ne sono, ma sono stati fatti sicuramente passi in avanti rispetto agli anni scorsi. Innanzitutto, la regione è stata rallentata da una procedura abbastanza burocratizzata che si deve seguire per fare in modo che chi non sia iscritto al Servizio Sanitario Nazionale possa farlo.
E poi c’è il maledetto periodo della pandemia che ha condizionato un po’ tutti gli altri servizi facendo destare l’attenzione altrove. In ogni caso niente di tutto questo deve ricadere sui bambini. La Regione Campania si pone l’obiettivo di percorrere tutte le strade possibili perché l’assistenza sanitaria venga garantita a tutti, in ossequio anche ai principi della Costituzione. Sono molto ottimista per il prossimo futuro, mano a mano che il Covid-19 si attenuerà».

Bambini che senza il codice fiscale o la carta d’identità, ritenuti requisiti fondamentali per l’iscrizione al Servizio Sanitario Regionale e dunque per ricevere le prestazioni, sono costretti ad affrontare l’età pediatrica, che va dagli 0 ai 14 anni, senza le cure e l’assistenza fornite da un esperto.

Informare Magazine ha così deciso di studiare e analizzare gli ultimi sviluppi a livello regionale relativi alla spinosa questione, confrontandosi dapprima con Emergency di Castel Volturno; poi con Mario Morcone, assessore regionale alla legalità, sicurezza ed immigrazione ed infine con la vice referente del gruppo GrIS Campania Mariola Grodzka, che si occupa di consulenza per l’immigrazione e la salute.

L’allarme è partito alcuni mesi fa proprio dall’Ong presente sul territorio di Castel Volturno, in particolare da Sergio Serraino, coordinatore dell’ambulatorio che, per sopperire alle mancanze regionali, ha istituito nel 2015 un mini reparto per le visite pediatriche presso la sede di Emergency, dedicato a bambini figli di cittadini non regolari non iscritti al Servizio Sanitario Regionale. Proprio sul litorale domitio, fascia in cui si rileva una presenza maggiore di persone senza il permesso di soggiorno e la residenza, il problema non ha fatto altro che diffondersi, arrivando fino a bussare le porte della Regione Campania.

Nonostante la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989 tuteli la crescita e lo sviluppo del minore senza alcuna distinzione; e la Proposta di Risoluzione del Parlamento Europeo del 2011 sulla riduzione delle disuguaglianze nell’Unione Europea, che “invita gli Stati membri a garantire che tutti i bambini, indipendentemente dal loro status, abbiano diritto alla protezione sociale quale definita nella loro legislazione nazionale, e di fatto la ricevano”, le prestazioni pediatriche per i minori non regolari restano ancora un miraggio in Campania.

Fa discutere ancor di più la normativa a livello nazionale, che testimonia la totale asincronia tra le regioni italiane. Sebbene l’accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 sostenga il diritto all’iscrizione obbligatoria al servizio sanitario per “i minori stranieri presenti sul territorio a prescindere dal possesso del permesso di soggiorno”; e dopo l’entrata in vigore del DPCM del 12 gennaio 2017, il quale prevede che “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, sono iscritti al Servizio Sanitario Nazionale ed usufruiscono dell’assistenza sanitaria in condizioni di parità con i cittadini italiani”, ogni regione sembra seguire un modus operandi diverso dagli altri.

In Campania, come detto in precedenza, il diritto dei figli di immigrati irregolari di ricevere assistenza pediatrica è correlato al possesso del codice fiscale. Per ovviare a questa problematica, in regione sono stati adottati i codici STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) ed ENI (Europei Non Iscritti), che danno sì la possibilità di accedere alle cure e all’assistenza, ma non di usufruire di tutti i servizi necessari.
Per esempio, malgrado si ritenga che ai cittadini in possesso della tessera STP siano assicurate, nei servizi sanitari pubblici e privati accreditati, le prestazioni sanitarie, in Campania esse sono garantite da strutture provvisoriamente accreditate solamente dove l’offerta sanitaria delle aziende pubbliche risultasse “gravemente” carente, tanto da compromettere l’esito delle cure. Ciò risulta abbastanza grave in un territorio come Castel Volturno, dove non esistono presidi pubblici adatti alla causa dei minori, e quindi i cittadini sono costretti a spostarsi in altri paesi abbastanza lontani e difficili da raggiungere.
Inoltre, questo tipo di servizio sanitario garantito attraverso il codice STP dà la possibilità di utilizzare ambulatori sprovvisti di pediatri, nei quali le prime fasi di vita di un bambino non possono essere affrontate.

Con l’iscrizione al servizio sanitario attraverso il codice fiscale, invece, tale problema non si porrebbe. Altro grattacapo riguarda i minori irregolari che provengono da altri paesi dell’Unione Europea: qualora anche il requisito del codice fiscale dovesse essere raggiunto, essi rimarrebbero esclusi dalle prestazioni pediatriche, costringendo i loro genitori a recarsi nei presidi di pronto soccorso, luoghi chiaramente non adatti a fornire cure e assistenza ai bambini.

Informareonline-emergencyNelle riunioni degli ultimi mesi organizzate in regione, però, è emersa la volontà dei dirigenti di trovare una soluzione per risolvere le difficoltà legate al ricevimento delle suddette prestazioni, come dichiarato da Serraino: «La questione pediatra per i minori senza permesso di soggiorno sta andando sempre più avanti. Il direttore generale della DG tutela salute ha dato l’ok, ma restano tutti gli aspetti tecnici da risolvere. Purtroppo sembra che rimarranno fuori dalla procedura i figli di cittadini comunitari non residenti, quelli in possesso del codice ENI».

Per fare ordine ed avere un quadro più chiaro della situazione, Informare Magazine ha incontrato Mario Morcone, rappresentante regionale con delega all’immigrazione. Alla domanda sulle ultime novità sulla questione assistenza pediatrica minorile, l’Assessore ha risposto che «spesso ci sono dei pregiudizi rispetto ad alcune realtà politiche ed amministrative che sono molto migliori di come vengono rappresentate», perché «la Campania, quando si è posto il problema di vaccinare immigrati non regolari, subito ha risposto presente, indipendentemente dal possesso del permesso di soggiorno».

In effetti, questo è un dato incoraggiante: la Regione Campania, modificando la piattaforma online adibita alla prenotazione dei vaccini, ha dato l’opportunità a stranieri senza permesso di soggiorno e comunitari senza residenza di prenotare l’inoculazione.
E, attualmente, è la prima regione italiana per numero di Green Pass rilasciati a cittadini non regolari nel nostro paese, dimostrando un’ottima sinergia con l’Asl di Caserta e le organizzazioni/associazioni dei territori, come Emergency. Sulle prestazioni pediatriche, però, l’assessore ha detto che «novità significative non ce ne sono, ma sono stati fatti sicuramente passi in avanti rispetto agli anni scorsi. Innanzitutto, la regione è stata rallentata da una procedura abbastanza burocratizzata che si deve seguire per fare in modo che chi non sia iscritto al Servizio Sanitario Nazionale possa farlo.
E poi c’è il maledetto periodo della pandemia che ha condizionato un po’ tutti gli altri servizi facendo destare l’attenzione altrove. In ogni caso niente di tutto questo deve ricadere sui bambini. La Regione Campania si pone l’obiettivo di percorrere tutte le strade possibili perché l’assistenza sanitaria venga garantita a tutti, in ossequio anche ai principi della Costituzione. Sono molto ottimista per il prossimo futuro, mano a mano che il Covid-19 si attenuerà».

Dello stesso avviso dell’esponente regionale è Mariola Grodzka di GrIS Campania, gruppo che riunisce al suo interno professionisti e volontari del mondo socio-sanitario. Almeno per quanto riguarda l’ottimismo.
«Ci sono buoni propositi dalla Regione Campania, che è stata disponibile per organizzare degli incontri e programmare possibili soluzioni da adottare in merito alla questione pediatra per minori senza codice fiscale.
Alle riunioni i dirigenti ci hanno detto che avrebbero voluto studiare circolari ed esperienze di altre regioni» afferma la vice referente del gruppo campano, che consiglia proprio di «prendere spunto dalle buone pratiche che si sono instaurate altrove, in modo da far iscrivere tutti i bambini al Servizio Sanitario Regionale con la libera scelta del pediatra di riferimento, a prescindere dal possesso del codice fiscale».

Tra Regione Campania, Emergency e gruppi che si occupano di immigrazione c’è dunque un cauto ottimismo. Dispiace non aver avuto il riscontro da parte dell’Asl di Caserta, da tempo in prima linea per l’uguaglianza sanitaria e in ottimo rapporto di collaborazione con regione e Ong.

Proprio dall’azienda sanitaria casertana è arrivata alcune settimane fa una buona notizia, almeno per i cittadini di Castel Volturno e paesi limitrofi, che tuttavia rappresenta una soluzione tampone e locale. Dal 9 dicembre 2021, presso il poliambulatorio distrettuale in via Marino di Marzano, sarà attivo un ambulatorio di pediatria dedicato a tutti i minori privi di codice fiscale. La speranza è che sia solo il primo passo per una uguaglianza dei diritti sanitari, così come stabilito dalla nostra Costituzione e da leggi sovranazionali.

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE

N°224 – DICEMBRE 2021

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