Premio Strega record

Premio Strega, record di proposte: riscoperta di scrittura e lettura?

Angelo Velardi 04/03/2023
Updated 2023/03/03 at 10:05 PM
8 Minuti per la lettura

Lo Strega non è un premio letterario nato da incontri occasionali o da volontà variamente affermative; la sua storia è quella di un gruppo di gente di cultura che si è formato in tempo di pericolo ed è cresciuto fra le crisi e le contro crisi della nostra società letteraria, e, si potrebbe dire, della nostra società.

(Come un racconto. Gli anni del premio Strega, Maria Bellonci)

Il Premio Strega è istituito a Roma nel 1947, ma affonda le sue radici nel 1944, quando i coniugi Goffredo e Maria Bellonci cominciano ad ospitare una cerchia di amici intellettuali. Sembravano “semplici” incontri di persone desiderose di passare qualche ora insieme negli anni del tramonto della Seconda Guerra Mondiale, ma si rivelarono molto più “carichi” di introspezione e di racconti, di riflessione e di ricerca.

Da quella “innocua” cerchia di amici si arrivò – nel 1946 – ad una lista degli “Amici della domenica” (nome dato per il giorno in cui si sono riuniti per la prima volta) che comprendeva numerosi scrittori, giornalisti, critici. 155 persone mosse dalla curiosità e dal bisogno di ritrovarsi tra uomini di cultura. Tra questi c’era anche Guido Alberti, industriale appassionato al mondo della cultura, nonché attore di successo qualche anno più tardi. Dall’incontro tra l’imprenditore beneventano e i coniugi Bellonci nacque finalmente l’opportunità per concretizzare l’idea di un nuovo premio che già viaggiava nella testa di Maria da tempo.

Era nato il Premio Strega, chiamato così in onore della famiglia Alberti, proprietaria della Strega di Benevento, produttrice di torroni e dell’omonimo liquore.

Scaduto il termine per la presentazione delle candidature al Premio Strega 2023

Quest’anno ci sarà la 77esima edizione del Premio Strega. Il 1° marzo è scaduto il termine per la presentazione delle candidature da parte dei quattrocento giurati ed è stato registrato un record assoluto: gli “Amici della domenica” (i giurati che hanno mantenuto il nome del primo gruppo di intellettuali che vide nascere il Premio) hanno proposto ben 80 titoli! Mai si era arrivati ad un numero così elevato di proposte.

Ora, come di consueto, la palla passa al Comitato Direttivo – presieduto da Melania G. Mazzucco e composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi, Antonio Scurati e Giovanni Solimine – che individuerà i dodici libri che si contenderanno il passaggio alla fase finale.
Il 7 giugno, poi, al Teatro Romano di Benevento saranno annunciati i cinque finalisti, mentre il 6 luglio, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà proclamato il vincitore.

Premio Strega: record di proposte indice di una riscoperta della scrittura e della lettura?

Come già detto, le 80 proposte avanzate dai giurati del Premio Strega sono un record assoluto per la manifestazione, ma cosa stanno a significare? Anno florido per la buona scrittura? Coincidenza di molti testi interessanti al tramonto del periodo pandemico? O semplice casualità senza alcuna dietrologia?

Come si legge nell’ultimo rapporto ISTAT, “Indagine sulla produzione letteraria”, le opere pubblicate nel 2021 sono 90.195, l’11,1% in più del 2020, con una tiratura media per opera incrementata del 5,91% e la tiratura totale dell’11,7%. Sono stati pubblicati, dunque, in media 247 libri al giorno. Le ultime stime parlano di quasi 70mila scrittori in Italia, ai quali vanno aggiunte le diverse migliaia di aspiranti tali che non sempre trovano sbocchi adeguati. La strada da percorrere in Italia per uno scrittore medio è impervia e faticosa e difficilmente porta alla meta. Trovare un editore di provata serietà e catturare la sua attenzione nel mare magnum di proposte che gli arrivano non è affatto un gioco da ragazzi. Basti pensare che in una casa editrice arrivano, in media, circa quattro mila testi all’anno!
I dati generali del 2021, quindi, al netto delle difficoltà elencate per i tanti aspiranti scrittori, confermano il trend molto positivo della produzione letteraria in Italia.

Non si può dir lo stesso per ciò che riguarda la lettura. Hanno letto almeno un libro nel 2021 più di 23 milioni di persone, il 40,8% della popolazione dai 6 anni in su, valore in linea con quello del 2020 (41,4%). Dunque una persona su due legge, ma il dato è stabile, leggermente in calo, sicuramente non in crescita. Resta una forte preferenza per i libri cartacei (69,2%), rispetto ad e-book o libri online (12,1%), audiolibri (0,5%) e fruizione di supporti diversi per la lettura (18,2%).

Si scrive di più per un pubblico che resta lo stesso?

Abbiamo appurato, quindi, che è in crescita la produzione letteraria, ma non il numero di lettori. Che spunto di riflessione ci può dare il quadro delineato?

In primis, appare evidente una maggiore esigenza di esprimersi, di raccontare e raccontarsi, di tradurre in parole il linguaggio dell’anima. A questo, purtroppo, va ad accodarsi una sempre minore capacità di dedicarsi a se stessi attraverso la lettura. Mancanza di tempo nella frenesia della quotidianità, noia, distrazioni tecnologiche: i motivi sono diversi e soggettivi.

Il dato, però, che completa l’analisi e ci apre ad una lettura diversa da quella che a primo impatto ci fa pensare che si scriva di più per un pubblico che resta lo stesso, è la tiratura totale delle opere.
L’incremento dell’11,7% ci dice che anche se numericamente i lettori restano gli stessi, essi leggono più libri. Ciò significa che il pubblico resta numericamente lo stesso, ma “qualitativamente” cresce per numero di libri che legge in un anno.

Si scrive di più per un pubblico che resta numericamente lo stesso, ma legge di più

Gli 80 titoli proposti per l’edizione 2023 del Premio Strega, dunque, restano un record che ognuno può leggere come vuole. Non è detto che essi siano collegati a doppio filo con l’andamento della scrittura e della lettura nel nostro Paese. Il percorso fatto insieme tra queste colonne, però, qualche dato oggettivo ce lo ha dato, anche se, soprattutto quando si parla di arte, i numeri hanno un’importanza sempre relativa.

Ciò che più bisogna augurarsi non è tanto l’incremento quantitativo dei testi prodotti, ma che questi testi possano assolvere alle vocazioni primarie della scrittura di raccontare, di scuotere l’animo, di allietare, di aprire nuovi orizzonti, di vedere il mondo da diversi punti di vista.

Ciò che più bisogna augurarsi è che sempre più persone sfruttino l’opportunità di visitare nuovi mondi, diverse epoche, molteplici ambientazioni e situazioni, per (ri)trovare se stessi.

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.

Marcel Proust

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